Gran Premi
Il Diane ha un Avenir Certain.
Scusateci, non lo faremo più, ma il gioco di parole era davvero troppo ghiotto per poterlo evitare.
Però fuor di battuta il Diane è davvero una corsa dal roseo futuro, anche in questa edizione si è arrivati a quasi 40mila presenti, pur in una giornata vessata dallo sciopero dei dipendenti delle ferrovie francesi, e bisogna riconoscere che la macchina organizzativa di France Galop raggiunge davvero livelli di eccellenza in queste occasioni riuscendo a creare uno spettacolo all’interno dello spettacolo delle corse.
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La triple crown dei sogni.
La Triple Crown è una sfida impossibile? Pare proprio di sì, perché anche quest’anno nessun cavallo è riuscito a conquistarla e ne sono passati ormai la bellezza di 36 dall’ultima volta che un soggetto è stato capace di fare l’impresa, Affirmed nel 1978, con Steve Cauthen in sella, insomma un’era ippica fa.
Da allora molti cavalli hanno cercato di raggiungere questo risultato che più passano gli anni e più diviene sinonimo di eccezionalità, ammantandosi di un’aura di leggenda, una sorta di ricerca del Santo Graal ippico.
Quest’anno poi la storia si è presentata in una veste ancora più romantica e struggente. Questa è la storia che vi andiamo a raccontare, con protagonista un cavallo, California Chrome, capace di far sognare un’intera nazione.
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Benvenue con sorpresa a Milano.
Il Milano 2014 va in archivio con la sorpresa delle sorprese, l’ultimo cavallo del campo il vero e proprio outsider, Benvenue (addirittura a 100 in lavagna), che non solo sfodera la prestazione migliore della sua carriera ma riesce nell’impresa di battere avversari che sulla carta dovevano essergli nettamente superiori.
Com’è possibile vi domanderete? Vien da rispondere: “Sono le corse, bellezza” (libera citazione da Humphrey Bogart, nello splendido film Deadline – in Italia conosciuto con il nome di “L’ultima minaccia”). A parte le battute, chi sicuramente ci credeva ciecamente era il Team Incolinx e ancora più precisamente il suo allenatore Raffaele Biondi, per il quale il cavallo, figlio di Iffraaj e Guest Harbour (Be My Guest), era ancora un soggetto inespresso nel suo potenziale avendo vinto soltanto in listed, lo Scheibler, a tre anni e non avendo, come conferma Biondi, avuto mai la possibilità di sfruttare un lungo periodo senza acciacchi o cali di forma. Certo, l’iscrizione sia al Milano sia all’Handicap Principale, il Trenno, ci fa credere che anche il team avesse qualche dubbio sulla reale consistenza di Benvenue, o forse, come ha argomentato sempre l’allenatore, è meglio correre a pari peso piuttosto che dare un peso troppo gravoso in un handicap, chissà.
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