I Gruppi 1 2023 esaminati dall’esperto!

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europa flagCome da tradizione consolidata, il nostro esperto Paolo Salvadori ci racconta le prove d’élite europee di questa stagione. Un tour del vecchio continente che analizza a fondo i tratti ricorrenti e le novità giunte alla ribalta.
Buona lettura e attenzione a famiglie e nick!

Con lo svolgimento del Grosser Allianz Preis Von Bayern, consueta manifestazione novembrina che si disputa sui 2400 metri del tracciato di Monaco di Baviera, si è concluso, anche nell’anno in corso, il programma delle principali prove europee di galoppo in piano, nella fattispecie quelle di Gruppo uno.

Confermate le 84 corse di maggior selezione, che sono state caratterizzate da un numero di partecipanti complessivi leggermente inferiore a quello del 2022, cioè 826 contro 859, rientrando comunque nella media di questi ultimi anni che si è stabilizzata tra le ottocento e le novecento unità. Più o meno inalterato il montepremi totale distribuito, che si attesta intorno ai ventinove milioni di euro.

Ricordiamo la attuale ripartizione del programma che prevede 36 prove in GB, 28 in Francia, 13 in Irlanda e 7 in Germania (tutte stabilite in questa nazione su distanze non inferiori ai 2000 metri), nessuna in Italia (l’ultima corsa di G1, il Lydia Tesio, data 2018…).
Venti di queste competizioni si sono disputate su tracciati tra i 1000 e i 1400 metri, ventidue sui 1600, diciotto tra i 1850 e i 2200 metri, diciassette sulla classico miglio e mezzo e infine sette tra i 2800 e i 4000, all’insegna dell’opportuno equilibrio nel favorire le varie attitudini alle distanze.
I vincitori di quest’anno sono risultati ben 68, di cui 11 hanno riportato almeno due prove, tre di loro sono emersi in tre casi, mentre uno solo ha assunto il sigillo di quattro allori.
Insomma più o meno come gli anni precedenti si sta evidenziando un discreto livellamento, confermato ulteriormente, come vedremo, dall’analisi delle famiglie, dei nick e degli elementi costituenti i pedigree dei vari vincitori.

Su tutti è emerso :
Paddington (1-p) baio 2020 da Siyouni (12-b) e Modern Eagle da Montjeu (1-u), che alla quinta corsa in carriera primeggiava in bello stile nelle 2000 Ghinee irlandesi, per poi ripetersi circa tre settimane successive, largheggiando in quel di Ascot nelle St James’s Palace Stakes, nei confronti di Chaldean (1-t), trionfatore ai primi di maggio nelle 2000 Ghinee inglesi. Seguiva un chiaro successo, pur in un campo molto stringato, a Sandown, nelle Eclipse stakes, primo scontro intergenerazionalepaddington sulla distanza dei 2000 metri, per poi confermare la totale supremazia sulle distanze intermedie, conducendo in testa da un capo all’altro, nell’analoga prova, le Sussex Stakes che si disputano però sul classico miglio del tracciato di Goodwood.
Primo attore assoluto, con un sostanzioso ruolino di marcia di sette vittorie su otto disputate e con ben quattro gruppi incamerati, su distanze tra i 1600 e i 2000 metri, si presentava da netto favorito alle Juddmonte International Stakes di York, dove occupava con pochi argomenti la terza posizione in un campo di solo quattro partenti, dando l’idea di una certa opacità maturata a causa della durissima stagione disputata.
Andava ancora peggio a fine ottobre nelle Queen Elizabeth II Stakes, laddove giungeva mestamente rallentato a oltre trenta lunghezze dal vincitore Big Rock (21-a).
Saggiamente ritirato in razza, avendo comunque raggranellato oltre due milioni di euro di somme vinte, funzionerà il prossimo anno presso il Coolmore Stud al probabile tasso di monta di 55.000 €.
La paternità di Siyouni, accentuato dalla presenza di Montjeu nel settore femminile, dovrebbero dare un contributo fattivo alla  nuova attività stalloniera.
Si può notare come si sia ricorso similarmente al nick Siyouni/Galileo, essendo appunto Montjeu e Galileo entrambi figli di Sadler’s Wells, incrocio già rappresentato in modo molto valido dai recenti vincitori e promettenti riproduttori Sottsass (16-h) e St Mark’s Basilica (6-e) che hanno riportato complessivamente nella loro carriera, svoltasi tra il 2019 e il 2021, la bellezza di ben otto gruppi uno.
Paddington ha un pedigree caratterizzato da un inbreeding 4×4 su Nureyev e da uno 5×5 su Caro, entrambi solidi marchi di garanzia.
La linea femminile fa riferimento alla madre base Point Duty (1-p), baio 1926 da Gran Parade (5-c), da cui discendono tra i tanti, anche lo sfortunato vincitore del Derby di Epsom dello scorso anno Desert Crown (1-p) da Nathaniel (9-f), recentemente scomparso, e il trionfatore dell’ edizione del 2014 del Gran Premio di Milano, Benvenue (1-p), sauro 2009 da Iffraaj (14-c), che ha prevalso agli ordini di Raffaele Biondi, con i colori della scuderia Incolinx e la monta di un giovane Federico Bossa.

Altri tre soggetti di tre anni, provenienti da una buona campagna giovanile nello scorso anno, si sono piuttosto distinti nel 2023, riportando ben tre prove:

Auguste Rodin (3-d) da Deep Impact (2-f) e Rhododendron da Galileo (9-h), e delle due femmine baio Blue Rose Cen (9) da Churchill (19-a) e Queen Blossom da Jeremy (2-f) e Tahiyra (5-b) da Siyouni (12-b) e Tarana da Cape Cross (14-c).
auguste rodinIl primo, Auguste Rodin (3-d), aveva incamerato facilmente a due anni il Racing Post Trophy  sui 1600 metri della pista dritta di Doncaster, pattern da sempre considerata come una delle più probanti in vista del Derby inglese dell’anno successivo. Declamato dal proprio trainer Aidan O’Brien come uno dei cavalli più forti da lui mai allenati, rientrava direttamente da netto favorito nelle 2000 Ghinee di Newmarket, con uno score di tre vittorie in quattro prove. Come tutti sappiamo, in un campo di quattordici partecipanti, su un terreno faticoso, occupava la terzultima posizione a oltre venti lunghezze dal vincitore Chaldean (1-t).
Si riscattava però prontamente, vincendo con autorità, se pur in lotta serrata, sia il Derby di Epsom che quello del Curragh. Dopo una completa battuta a vuoto nelle King George, siglate da Hukum (2-f), concludeva a settembre la stagione europea con una chiara affermazione nelle Irish Champion Stakes. Nel mirino ai primi di novembre le Breeders Cup Turf sui 2400 di Santa Anita, dove complice una straordinaria monta del proprio interprete Ryan Moore, riportava la settima vittoria, di cui cinque di gruppo uno, sulle dieci totali disputate. Al momento risulta vincitore di circa quattro milioni e settecento mila euro.
Il gruppo Coolmore, da sempre all’avanguardia nella scelta degli incroci, ha da tempo compreso come fosse necessario introdurre anche sangue di provenienza non europea, per accoppiare con criterio  le tante campionesse figlie di Galileo in loro possesso. Deep Impact (2-f) rappresenta un ottima soluzione, così come diversi stalloni appartenenti alla stirpe dell’ immenso Scat Daddy (1-w). Il nick Deep Impact/Galileo si era già ben evidenziato grazie a Saxon Warrior (1-t) m.b. 2015, vincitore di Racing Post Trophy e 2000 Ghinee e ora stallone proprio al Coolmore e Snow Fall (1-m) f.b.2018, autrice nel 2021 del trittico Oaks, Irish Oaks e Yorkshire Oaks.
Il pedigree è completamente outcrossing nelle prime cinque generazioni, non considerando più da tempo gli eventuali inbreeding sia su Northern Dancer che su Mr. Prospector, eternamente presenti.
La famiglia molto valida, sviluppata in casa Coolmore, è rappresentata da diversi soggetti importanti, soprattutto femmine. La mamma Rhododendron (3-d) ha vinto Fille’s Mile, Operà e Lockinge Stakes, la nonna Half Way To Heaven (3-d) da Pivotal (7), ha riportato 1000 Ghinee irlandesi, Nassau Stakes e Sun Chariot, mentre Magical (3-d), sorella piena di Rhododendron (3-d), si è affermata in sette gruppi uno, tra cui due edizioni consecutive di Tattersalls Gold Cup e Irish Champion Stakes. La linea femminile fa riferimento alla madre base Native Street (3-d), grigio 1963 da Native Dancer (5-f), da cui discende anche lo scomparso Sakhee’s Secret (3-d), buon velocista da Sakhee (21-a), che ha siglato le July Cup e ha funzionato per un lungo periodo alla riproduzione in Italia, con discreti esiti.

Blue Rose Cen (9) dopo aver riportato a due anni in bello stile, su un terreno molto pesante il Prix354256789_635811701914000_7511773565534986887_n Marcel Boussac, si imponeva quest’anno  facilmente nelle Poule D’Essai Des Pouliches, per replicare con autorevolezza nel Prix De Diane. Dopo due prove incolori, otteneva infine il primo di ottobre un facile assunto nel Prix De L’Operà.
Più che discreto lo score che consta in otto vittorie su dodici corse per un totale di un milione e seicento mila euro di somme incamerate. Anche il pedigree di questa valida tre anni risulta sostanzialmente outcrossing. Presenta solo un 5×5 su Blushing Groom (22-d) nel comparto femminile. La famiglia sostanzialmente non figura  tra le più eccelse, la settima madre è anche la terza di Benny The Deep (9) da Silver Hawk (21-a), che si è aggiudicato il Derby di Epsom nel lontano 1997.

Tahiyra (5-b) è la terza valida protagonista capace di aggiudicarsi tre prove di gruppo uno nell’anno in corso. Nel 2022 ha corso solo due volte, entrambe vittoriose, riportando facilmente al Curragh le Moyglare Stud. Rientrata direttamente nelle 1000 Ghinee di Newmarket da netta favorita, in un campo di venti partenti, soccombeva per mezza lunghezza al serrate di una coriacea Mawj (22-b) da Exceed And Excel (23-b).
Riproposta dopo  tre settimane nell’analoga prova irlandese, prevaleva nettamente, per poi aggiudicarsi in sequenza Coronation Stakes e Matron Stakes, tutte disputate del miglio. Ha terminato la stagione con un onorevole terzo posto nelle Queen Elizabeth II Stakes, a circa sei lunghezze dal vincitore Big Rock (21-a). Complessivo ruolino di marcia di cinque vittorie in sette prove per oltre un milione e quattrocentomila euro di somme vinte.
Il nick Siyouni/Cape Cross si era già illustrato alla grande grazie alla buonissima Laurens (9-e) che nel periodo 2017 – 2019 ha riportato ben sei gruppi uno su distanze comprese tra i 1600 e i 2100 metri. Il pedigree propone un sempre più ricercato inbreeding 4×4 su Danzig (7-a), grazie alla presenza in terza linea dei due figli Danehill (2-d) e Green Desert (21-A4). Vedremo in seguito come da tempo gli allevatori prediligano fissare nel patrimonio genetico della loro produzione, la doppia presenza di questi due grandi capirazza provenienti da Danzig (7-a) appunto.
tahiyraLa famiglia, sviluppata ultimamente dall’allevamento di sua maestà Aga Khan, annovera diversi soggetti interessanti, tra cui la sorellastra Tarnawa (5-b) baia 2016 da Shamardal (1-l), che ha incamerato Prix Vermeille, Operà, oltre che Breeders Cup Turf e secondo posto nell’edizione 2021 del Prix De L’Arc De Triomphe, conquistato da Torquator Tasso (9-h) e Arcano (5-b) baio 2007 da Oasis Dream (19), che ha riportato il Morny e da anni risulta stallone capolista in Italia, funzionando alla riproduzione presso le strutture stalloniere dell’amico Paolo Crespi.

Tra gli altri sette vincitori di almeno due prove, una speciale menzione viene assegnata di tutto diritto a Ace Impact (12-b) baio 2020 da Cracksman (9-c) e Absolutly Me da Anabaa Blue (9-h), che ha debuttato verso la fine di gennaio di quest’anno sul polytrack di Cagnes–Sur-Mer, per poi svettare con una punta finale disarmante, sotto la regia del nostro Christian Demuro, sia nel Jockey Club che nel Prix De L’Arc De Triomphe, concludendo la stagione da imbattuto con sei vittorie su sei ingaggi per un bottino di oltre quattro milioni di euro. Ritirato prematuramente in razza, funzionerà alla riproduzione  presso l’ Haras  De Beaumont al tasso di monta di 40.000 euro.
Il fatto che abbia debuttato solo nella stagione dei tre anni e in provincia, oltre allo scarno numero di prestazioni, può far supporre una certa fragilità, soprattutto mentale dell’individuo in questione. La nostra impressione, osservandolo direttamente sul campo, in occasione della prova regina parigina, è stata quella di trovarsi al cospetto di un cavallo piuttosto nevrile, facile a una certa eccitabilità in presenza delle femmine, tendenza probabilmente ereditata dal padre.
Il pedigree è caratterizzato da un discreto insanguamento dovuto al triplice inbreeding 5x5x4 su Danzig (7-a), due nella sezione maschile grazie alla tipica presenza in quarta linea del duo Danehill (2-d), Green Desert (21-A4), una in quella femminile, dovuta a Anabaa (1-n). Piuttosto interessante un felice ritorno sulla straordinaria Allegretta (9-h) che si trova in quinta e quarta linea, per via delle due sue figlie Urban Sea (9-h), madre di Galileo (9-h) nella sezione maschile e di Allez Le Trois (9-h), genitrice a sua volta di Anabaa Blue (9-h) in quella femminile.
Ricordiamo infine che Ouija (12-b) baia da Silly Season (1-g), quinta mamma di Ace Impact (12-b), risulta la nonna della buonissima Ouija Board (12-b) da Cape Cross (14-c), vincitrice di Oaks, Irishace impact Oaks, Prince Of Wales’s Stakes e Nassau Stakes, a sua volta genitrice  di Australia (12-b) da Galileo (9-h), che a riportato entrambi i Derby di Epsom e del Curragh, oltre che le Juddmonte International Stakes. Australia sta funzionando alla riproduzione con discreti esiti, dando per lo più soggetti dotati di una tenuta in corsa superiore ai 2000 metri.

Analizzando ora più in generale l’andamento totale, si può osservare che anche quest’anno Frankel (1-k) capeggia la classifica dei padri dei vincitori con 13 successi dovuti a 11 differenti soggetti, davanti a Siyouni (12-b) che totalizza 9 affermazioni con però solo tre figli. Galileo (9-h) è ancora presente con tre sigilli dovuti a due diversi cavalli e ancora  di più delle scorso anno sono le affermazioni di individui che hanno per padre un suo discendente diretto. Sono ben 21, se si sommano a quelle del figlio di Kind (1-k) anche i tre sigilli di Churchil  (19-a), i due di Nathaniel (9-f) con due distinti protagonisti e gli uno a testa di Galiway (1-n), Teofilo (1-n) e Intello (4-m).
Galileo (9-h) capeggia anche la speciale classifica padre delle madri dei vincitori con 10 successi, distribuiti tra sette differenti soggetti. Buone anche le performances di Dansili (11), New Approach (19-b), a sua volta figlio di Galileo (9-h) e Oasis Dream (19) che piazzano ciascuno 4 differenti interpreti provenienti da loro figlie. In buona sostanza possiamo osservare che se analizziamo i pedigree di tutti i cavalli che si sono affermati quest’anno, il grande razzatore di casa Coolmore, purtroppo deceduto due anni orsono, è presente nelle prime due linee in almeno 34 casi, cioè il 40%, pazzesco!
Si conferma il trend di crescita di vincitori con entrambi i genitori provenienti dal ceppo di Northern Dancer. Nel 2023 sono ben 48, quasi il 60%,  mentre in 18 casi padre e madre sono responsabili  dell’incrocio Northern Dancer/ Native Dancer e viceversa.
Si ribadisce  inoltre  il fatto che in rare situazioni, nella fattispecie solo tre, nessuno dei due genitori proviene dai rami del grande razzatore canadese, mentre in nessun caso entrambi i genitori fanno riferimento a stirpi diverse di almeno uno dei due Dancer.
Questo fenomeno, come abbiamo già in passato rilevato è manifesto principalmente in Europa e in minor misura in Australia.
Native è per lo più ormai rappresentato dagli eredi di Mr Prospector (13-c). Si può comprendere pertanto per quale motivo da tempo evitiamo di analizzare le molteplici presenze dei due grandi razzatori nel pedigree.

Tra gli allenatori si è imposto facilmente Aidan O’ Brien con 17 successi, ottenuti da undici diversi soggetti, quasi sempre condotti all’arrivo dal grandissimo Ryan Moore. Tra i proprietari si sono evidentemente distinti tutti quelli che gravitano attorno al gruppo Coolmore, che come abbiamo visto sta parecchio diversificando tra gli stalloni, avendo usufruito come padri di vincitori di ben otto stalloni diversi, tra cui l’indimenticabile Galileo (9-h).
La riprova è che da quattro figlie di Galileo (9-h), oltre al già citato Auguste Rodin (3-d), hanno origine Continous (1-t), che ha riportato il St Leger di Docaster e nasce da Heart’s Cry (6-a), a sua volta erede di Sunday Silence (3-e), come Deep Impact (2-f), e due autentici missili, che hanno opera singerimpressionato per lo scatto micidiale con cui si sono imposti agevolmente, precisamente Opera Singer (22-b) nel Prix Marcel Boussac e City Of Troy (9-e) nelle Dewhurst Stakes, che provengono entrambi dal crack statunitense Justify (1-h), figlio guarda caso del fenomenale Scat Daddy (1-w).

Nel frattempo comunque, diverse scelte allevatorie, continuano a premiare la precocità e la disponibilità alle distanze più brevi, a fronte di precise richieste del mercato.
La conferma consiste nell’analisi dei pedigree dei nuovi protagonisti in pista. Anche quest’anno in ben 15 casi su 68, si può osservare un inbreeding nelle prime cinque generazioni su Danzig (7-a), stallone che figura in entrambe le linee, sia quella maschile che femminile, soprattutto come abbiamo visto grazie alla contemporanea presenza di Danehill (2-d) e Green Desert (21-A4), per lo più posizionati entrambi in quarta linea. In cinque situazioni troviamo addirittura un inbreeding sullo stesso Danehill (2-d). Si evidenziano 6 casi in cui compare un due volte Sadler’s Wells (5-h), oltre 4 in cui si nota una doppia presenza di Shirley Heights (1-l). Rare altre situazioni.

Per finire, relativamente alle famiglie, come accennato all’inizio, si conferma un grande equilibrio.
Possiamo principalmente rilevare che il totale delle prove incamerati dai cavalli appartenenti  alla famiglia (1), nella sua interezza, corrisponde a diciassette, ottenute da undici soggetti diversi, valore che rappresenta circa il 16% dei vincitori, a suggello di quanto ribadito in un nostro precedente lavoro “Le linee femminili del cavallo purosangue – Famiglia (1)”, in cui si affermava:

“Ai tempi di Bruce Lowe il creatore del concetto e del sistema famiglia, si stimava che circa il 15% dei cavalli purosangue appartenesse alla intera famiglia (1) nel suo complesso. Sebbene sia piuttosto difficile tenere un accurato conto mondiale, siamo propensi a credere che questo dato non sia cambiato di molto, considerando che esistono almeno venti sottoinsiemi alfa numerici che vi risalgono.
Semplice coincidenza o ulteriore conferma della bontà di questo aggregato nel suo complesso. Risulta più logico supporre che la qualità della famiglia (1) in tutte le sue manifestazioni, sia tale da esprimere risultati equipollenti alla sua comunque elevata presenza numerica, notevoli esiti e sicuramente non scontati, dato che vista l’enorme massa di soggetti analizzati, a prescindere dalla legge dei grandi numeri, non è mai certa una medesima corrispondenza tra la percentuale dei partecipanti e quella di coloro che raggiungono l’eccellenza.”

Paolo Salvadori@DerbyWinnerblog.net

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