Royal emotion
Anche l’edizione 2014 del meeting di Royal Ascot è andata in archivio. Un’edizione che ha visto l’ennesima conferma del successo del sistema ippico britannico. Una realtà capace di condensare il meglio dell’ippica internazionale, anzi meglio dire globale vista la presenza di rappresentanti di ogni continente, in cinque giorni. Se un allenatore a stelle e strisce come Ward, sostiene che il Royal Ascot è meglio delle Breeders’ vuol dire che davvero ad Ascot hanno sviluppato la ricetta perfetta. Difficile scegliere la giornata migliore perché ogni convegno ha avuto uno o più vertici e i temi da trattare sono tanti, ne scelgo solo cinque, come il numero delle giornate del Royal Ascot e utilizzerò il fil rouge delle foto per presentarveli, scusandomi in anticipo per le omissioni e anzi vi invito fin da ora a scriverci quali secondo voi siano state le istantanee più belle e le storie più interessanti, così da creare un album completo ed eterogeneo.
La prima foto ritrae il fenomenale Kingman. Inizio di settimana più scoppiettante non poteva esserci, il figlio di Invincible Spirit e Zenda (Zamindar), come vi ha raccontato nei precedenti post Edoardo Borsacchi, ha avuto la sua rivincita nelle St. James’s Palace, con una dimostrazione di forza davvero esaltante, nei confronti di Night of Thunder che aveva avuto l’ardire di batterlo nelle 2000 ghinee togliendogli l’imbattibilità. Le troppe similitudini e paragoni ingombranti con Frankel hanno fatto più male che bene all’allievo di Gosden (quanti successi in questo meeting), che può diventare un grandissimo campione ma che non può essere paragonato al capolavoro di Sir Henry Cecil (ci manca e non perdiamo occasione per ricordarlo).
Per la seconda istantanea scelgo, con poca fantasia lo ammetto, il finale di The Fugue nelle Prince of Wales. La vittoria non solo è importante in sé, ma si porta dietro due aspetti che mi preme sottolineare. Primo la sconfitta di Treve, davvero fragorosa visto quello che finora aveva dimostrato la femmina di Criquette Head. Sebbene alcuni scricchiolii si erano già avvertiti con la sconfitta nel Ganay, questa debacle ha certificato la fine dello status di immortale per Treve e anche i suoi più accaniti sostenitori, tra i quali mi annovero, devono ammettere che la splendida macchina trita avversari non esiste più. Secondo, il ritorno alle vittorie che contano della giubba di Lord Lloyd Webber. Sono convinto che finché le corse avranno proprietari simili l’ippica avrà un futuro.
Nel giorno del Ladies day al posto di farvi rivivere la splendida rincorsa della nostra Final Score scelgo di sviluppare la foto della corsa più bella degli ultimi anni, la Gold Cup. La retta finale dovrebbe entrare nella top ten degli arrivi più emozionanti della storia dell’ippica. Andrebbe riproposta nelle scuole per far capire l’essenza vera del nostro amato sport. I protagonisti, uomini e cavalli, si sono dati battaglia senza esclusione di colpi, ma sempre nel rispetto dell’avversario e quindi anche dello spettatore. Alla fine Estimate, la cavalla della Regina, ha avuto la peggio ma, come nei film che ci rimangono nel cuore per sempre, il successo di Leading Light rende ancora più indimenticabile il risultato della cavalla sconfitta e del suo fantino Ryan Moore.
La penultima foto è a sorpresa perché a logica andrebbe celebrata la vittoria nelle Coronation di Rizeena e del suo allenatore, il venerabile Clive Brittain. Però siccome il mio sciovinismo alla fine non riesce a non farsi notare, scelgo la vittoria nelle Albany Stakes di Cursory Glance, un due anni figlio dello stallone americano Distorted Humor, alla seconda vittoria in due uscite e allenato da Varian e cosa principale montato dall’italiano Andrea Atzeni alla sua prima vittoria nel Royal Ascot. Il nostro fantino ci fa gonfiare il petto d’orgoglio perché è la dimostrazione che l’ippica italiana sa ancora creare talenti, così come dobbiamo andare fieri del tentativo difficile ma da ammirare della Effevi e di Stefano Botti. Sarebbe stato più facile rimanere a casa e mirare ai nostri bersagli, ma la storia non la si fa seguendo orme già tracciate, bensì aprendo nuovi sentieri, quindi applaudiamo il tentativo italiano consci che solo attraverso le difficoltà si raggiungono i grandi risultati.
Per l’ultimo click sarebbe giusto scegliere o un grande vincitore dell’ultima giornata seguendo la trama utilizzata finora però al momento di scrivere questo pezzo non ce l’ho fatta e vi voglio lasciare come last but not least pic, l’immagine senza la quale Royal Ascot non sarebbe tale e forse la stessa ippica sarebbe diversa. Credo non ci sia bisogno di spiegazioni.
Antonio Viani @AntonioViani75