Royal Ascot – Day five.
Quando si arriva all’ultimo giorno del Royal Ascot ogni volta si prova la stessa sensazione di quando stai per fare le valigie perché devi tornare via da una vacanza indimenticabile. Un velo di tristezza invade il vero ippico perché sa che finirà uno spettacolo unico e che dovrà aspettare 365 giorni per rivivere le stesse emozioni. Un meeting speciale come quello di quest’anno ancora di più, con tanti campioni in copertina e un dominatore tra gli allenatori, quel John Gosden che ha raccolto ben quattro successi in settimana, due dei quali in Gruppo I, le St James’s di Kingman e le Prince of Wales di The Fugue. Dopo il sigillo con Eagle Top nelle King Edward sabato Gosden ha raggiunto il quarto centro trionfando nelle Chesham, listed race per i puledri, grazie al progredito Richard Pankhurst, un sauro da Raven’s Pass che rimaneva su un quarto
posto in una maiden di Newmarket. Battuti l’irlandese Toscanini e l’atteso O’Brien Dick Whittington. Con il poker di vittorie Gosden non è rimasto solitario in vetta alla classifica del meeting perché l’ultimo giorno ha visto grande protagonista Sir Micheal Stoute, a segno nelle Duke of Edinburgh con il favorito Arab Spring, al quarto successo consecutivo, ma soprattutto piazzando l’uno-due nelle Hardwicke dominate dallo straripante Telescope che ha lasciato a sette lunghezze il compagno di training Hillstar. Il quattro anni da Galileo dell’Highlere, che aveva subito Noble Mission in entrambe le uscite stagionali a Sandown e Chester, ha dimostrato una maturità incredibile con il passaggio d’età e
può diventare un punto fermo tra gli anziani sul miglio e mezzo, con obiettivi prestigiosi nell’agenda di Sir Micheal, giunto anch’esso a quattro vittorie nella settimana. Le King George sull’identico percorso potrebbero essere il target naturale per il Galileo con mamma da Darshaan, sulle orme del suo illustro predecessore e sfortunatissimo compagno di colori Harbinger. Al terzo posto, con tre successi, nella classifica dei trainers troviamo Edward Lynam, autore di un’impresa storica in quanto è riuscito a firmare il doppio King’s Stand-Diamond Jubilee: dopo la zampata del vecchio leone Sole Power sabato è arrivata la firma del più giovane Slade, il Dutch Art che restava su una facile affermazione al Curragh. Primo successo in gruppo I per lui che adesso farà rotta verso la
July Cup dove sarà costretto, per diritti d’anzianità, a lasciare i colori principali al compagno Sole Power per l’ennesima sfida in famiglia che si rinnoverà a Newmarket. Un po’ di statistiche per chiudere una cinque giorni indimenticabile. Tra i jockeys, grazie alla tripletta firmata sabato Ryan Moore ha dominato i rivali con sei vittorie, davanti a William Buick con tre centri ed altri quattro fantini rimasti a due: il nostro Frankie Dettori (Coventry e Norfolk per il suo boss Joaan, leader tra gli owners con tre successi), Richard Huges (due gruppi I per lui, Toronado e Sole Power), Joseph O’Brien (la splendida Gold Cup con Leading Light, le Ribblesdale di Bracelet oltre a tanti posti d’onore) e Pat Smullen (Jersey e Queen Mary). Tredici i fantini che hanno conquistato il winner circle più prestigioso al mondo almeno una volta: tra questi il nostro Andrea Atzeni, a segno nelle Albany, James Doyle, passeggero felice in sella allo scatenato Kingman, e il bad boy Kieren, a bersaglio per Godolphin. Ventuno le vittorie inglesi, otto quelle irlandesi ed una americana, con il solito Wesley Ward che il segno riesce sempre a lasciarlo (quanto va Hootenanny!). Quattordici infine, sulle trenta corse disputate, i favoriti che son riusciti a mantenere le consegne, per un Royal Ascot molto regolare, soprattutto nelle prove elitarie, e abbastanza pesante per i bookies finiti spesso in lacrime. Come noi che adesso dovremo aspettare 365 giorni per rivivere la cinque giorni più unica del galoppo planetario. Bye Bye Royal Ascot…
Edoardo Borsacchi @Edobor88Edoardo