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Domenica di Pattern a San Siro

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cavallo_leonardo_3Situazione surreale la scorsa domenica a San Siro, degna dei migliori racconti di Kafka.
Il convegno milanese presentava in calendario la prima prova di Gruppo, il Premio Ambrosiano Gr. 3 sul doppio chilometro per anziani e altre due Listed interessanti, il Filiberto trial per il nostro Derby e il Certosa per velocisti, eppure l’atmosfera era davvero particolare, un misto tra il sorriso forzato di chi vuole mostrare al mondo che tutto funziona e non ci sono problemi e chi invece era visibilmente preoccupato.

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Per l’ippica ci voleva Caprotti!

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caprotti2In questi giorni abbiamo letto su giornali e media un’enorme quantità di articoli a ricordo della figura di Bernardo Caprotti, fondatore e leader di Esselunga, la catena di supermercati famosa in tutta Italia.

Non voglio entrare nel merito delle valutazioni sulla persona fatte dai vari giornalisti, alcuni ne hanno parlato bene altri meno, abbastanza normale quando ci si accosta a personalità peculiari come quella di Caprotti.
Quello però sul quale tutti si trovavano concordi era nel riconoscere in lui la figura del grande imprenditore di successo. Soprattutto, mi ha colpito un aneddoto ricorrente che viene molto spesso citato per spiegare che tipo di imprenditore fosse: “Caprotti, anziché perdere tempo a frequentare la «gente che piace», preferiva andare in incognito nei suoi supermercati, per osservare e conoscere meglio i suoi clienti. Una lezione d’impresa straordinaria”.

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Scioperare o non scioperare? Questo il dilemma

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sciopero1Lo sciopero proclamato dalle categorie del trotto è necessario? E, soprattutto, aiuta a risolvere i problemi?
La storia passata dice di no.
Ogni volta ne siamo usciti un poco più poveri e senza una risposta precisa da parte di chi ci governa, la politica.
Se in passato avevamo l’illusione che la politica potesse rispondere al nostro grido di dolore, oggi sappiamo bene che così non è. La politica (cialtrona) se ne frega dell’ippica, se ne sbatte della cultura che portiamo dentro di noi, non gli importa che decine di migliaia di famiglie, perché con l’indotto i numeri sono questi, possano soffrire la fame.
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