I Derby d’Europa
Dopo la disputa, nei paesi principali, della prova più importante per i tre anni, il Derby, vi offriamo un’intervista che ne ripercorre tutte le tappe in giro per l’Europa. E chi meglio del Nostro Edoardo Borsacchi a farci da Virgilio.
Ciao Edo hai visto il missile tedesco ad Amburgo?
Certamente, mi aspettavo una vittoria netta ma non certo in questo stile. Già nelle Union Rennen a Colonia aveva dimostrato di avere mezzi sopra le righe ma ieri ha mostrato qualcosa di diverso, di speciale, vincere di 11 lunghezze un Derby è impresa rara. Ha un motore devastante, muove le gambe con una facilità disarmante, Soumì l’ha paragonato a Orfevre e già questo ci fa pensare all’Arc, facilmente salterà le King George per fare il Grosser Preis Von Baden e quindi l’Arc. A Parigi dovranno certamente stare attenti a Sea The Moon, ho visto il padre vincere a Epsom e a Parigi, trasmetteva emozioni uniche, una classe ed un’eleganza incredibili, trasmesse al figlio che ci mette anche tanta potenza.
Cosa ne dici di ripercorrere i vari Derby in giro per l’Europa? Partiamo dal nostro, che sarà anche di Gruppo 2 però rimane, almeno per noi, un caposaldo della programmazione (almeno quella che ne rimane).
Volentieri, purtroppo parlare delle nostre classiche è difficile di questi tempi, abbiamo rischiato la retrocessione e forse è solo rimandata. I rating non ci permettono di salvarci, e anche l’ultimo Derby non induce all’ottimismo. Resterà storico per la doppietta Effevi, con Dylan Mouth che da imbattuto non ha però retto il colpo nelle King Edward VII. Ha avuto schema contrario, correndo magari di attesa poteva far meglio ma l’esito è stato esageratamente negativo. Autre Qualite, il runner up di Dylan non ha ancora ricorso, lo vedremo in autunno ma sinceramente pensarlo protagonista in un Gruppo 2 o 3 all’estero sembra impensabile. Il tedesco Oil of England, ha ricorso male a Monaco e giovedì scorso, forse a qualcuno è sfuggito, è terminato terzo in una condizionata a Deauville. Il Bietolini Steaming Kitten si è fatto notare contro gli anziani, sia nel Milano, sia nel Giubileo dominato. Rafforza un po’ la linea ma siamo sempre dentro i nostri confini. Dark Sea in Francia ha dimostrato nella successiva uscita di aver bisogno di ulteriore tempo per crescere e maturare, giungendo terzo in una condizionata. Un Derby di medio livello, con un imbattuto di spessore nei nostri confini, che all’estero può valere al massimo una listed, questo il mio parere.
Ahi, mi sono perso Oil in Francia, mi auto tiro le orecchie. Non credi che il fatto di correre per primi temporalmente sia penalizzante? E inoltre sei d’accordo sulla riduzione della distanza da 2400 a 2200?Visto che in Europa si discute molto sulle nuove distanze ma non anticipiamo nulla…
La data certamente ci penalizza, a metà maggio in Uk e in Francia si iniziano a disputare i trial, sarebbe ideale spostarlo almeno di una settimana. Per quanto riguarda la distanza la scelta effettuata non mi trova d’accordo, è stata accorciata per evitare retrocessioni ma non mi sembra che i risultati abbiano dato ragione a questa mossa, anzi. La vera selezione tra i tre anni classici si fa sul miglio e mezzo, lo insegna il Derby dei derbies (Epsom). Il Paris in Francia è diventato più accattivante del Jockey. In Germania funziona e lo abbiamo visto a chiare lettere per l’ennesima volta ieri. In Irlanda non è un problema di distanza, è questione di monopolio e competenza, qua abbiamo S. Botti, in Irlanda hanno A. O’Brien. Altro dato preoccupante per il nostro Derby il fatto di non riuscire più a stuzzicare gli stranieri, è il Gruppo 2 più ricco d’Europa, è impossibile che non faccia gola a qualche straniero. La verità è che abbiamo perso credibilità, bisognerebbe lavorare su questo aspetto anche se è difficilissimo riconquistarla.
Non voglio anticipare troppo ma nel Comitato Pattern vedono la questione classiche da rivedere, ma ne parleremo presto in un nuovo articolo. Quindi tua ricetta per l’Italia: Derby a 2400 a fine maggio? Corretto?
Sì, mi sembra l’unica ricetta possibile, una settimana prima del Jockey Club. Spostando più tardi anche Parioli e Elena che arrivano quando all’estero sono ancora arrugginiti dal letargo invernale.
Così facendo magari riusciremmo a interessare maggiormente anche i tedeschi. Il problema principale è però, come hai ben detto prima, la mancanza di credibilità della nostra ippica. Non fermiamoci però, passiamo alla Francia al suo Derby a Chantilly proprio sui 2100. Lo so che ormai il “vero” Derby è il Paris però per storia e pecunia il Jockey rimane il Derby francese.
Il Derby francese è il Jockey, anche se i grandi campion come Montjeu, Anabaa Blue e Dalakhani hanno vinto sul miglio e mezzo. Negli ultimi anni non si sono laureati fenomeni a Chantilly e di questa schiera sono convinto non faccia parte neanche il grigio The Grey Gatsby, nonostante la vittoria nelle Dante, peraltro in un’edizione non trascendentale. Dall’arrivo di quest’anno mi prendo Prince Gibraltar, il Rouget che ha avuto un percorso da incubo quel giorno, avrà modo di rifarsi nel Paris e magari nell’Arc, dove, per il momento, nell’antepost betting, i tre anni STM ed Australia sono i primi candidati a togliere lo scettro alla reginetta Treve.
Sulla legge non scritta che i grandi Sire hanno vinto a 2400 mi trovi d’accordo. Adesso però attraversiamo idealmente la manica e andiamo a Epsom, per The Derby.
Un derby storico per Aidan O’Brien, il primo allenatore capace di firmare il triplo consecutivo (Camelot, Ruler of The World, ora Australia) con un cavallo nato per Epsom, di una genealogia regale con Galileo ed Ouija Board laureati classici sul Tattenham Corner. Il maghetto ama preparare il Derby passando per le Ghinee, lo ha fatto anche con Australia, naturalmente tagliato per distanza ben diverse dal miglio. Ha vinto ad Epsom senza dominare, infatti su un fondo più allentato Kingston sarebbe potuto arrivargli ancora più vicino. Al Curragh si è ripetuto facendo il canter mattutino in una corsa falsa e poco significativa. Da quanto fatto vedere sembra più tagliato per il doppio chilometro e con terreno scorrevole. Presumibilmente andrà a York per le Juddmonte, quindi le Irish Champions e non credo rischi l’Arc sul miglio e mezzo,su un fondo magari soft. Lo vedo più lanciato verso una trasferta americana per la Breeder’s Cup Turf. In più da quella parti conoscono bene mamma Ouija epotrebbe rivelarsi l’ennesima giusta operazione commerciale del Coolmore. Ottimo laureato di Derby Australia, può essere anche un Campione con la C maiuscola ma aspettiamo di vederlo all’opera contro gli anziani perchè le Eclipse, primo scontro intergenerazionale, hanno rimandato la generazione 2011. Kingston Hill diventerà un ottimo anziano, specie sul miglio e mezzo e sui terreni allentati. gli altri battuti di Epsom non passeranno alla storia e già il fatto che Gosden, terzo con Romsdal, lo schieri in un Gruppo 3 venerdì a Newmarket, è sintomo di cautela.
Mi hai bucato la domanda sull’Irish Derby. Ero pronto a dirti che quest’anno non si sono corse. A parte le battute io Australia l’ho trovato molto buono ma certo non mi ha fatto l’impressione di STM e infatti concordo con te che la generazione 2011 non si farà ricordare nei secoli. Quindi, finendo il giro e avendo già parlato all’inizio del Deutches Derby, credi anche tu che non ci sarà la sfida stellare: Australia vs STM?
Sarebbe stata una sfida stellare ma credo proprio che non avverrà per la ragione che ho spiegato prima. O’Brien, a segno solo una volta nell’Arc con Dylan Thomas, non tira molto per il summit parigino, nel quale quest’anno potrebbe schierare comunque Magician o riaccorciare Leading Light. Sea The Moon è impressionante per la facilità con la quale riesce a sprigionare la sua potenza mantenendo eleganza nell’azione, ha ancora margini di esperienza, è un pasticcione con un motore fuori dal comune. Se maturerà ancora e questo break fino a al Grosser Preis è una scelta azzeccatissima da parte di Klug, potrà far parlare di sé anche a Parigi.
Difficile fare un paragone con Australia, i bookies lo mettono un filo dietro se guardiamo l’antepost Arc (a 5 il Coolmore da 6 a 8 STM) ma io, almeno per la prova di forza dimostrata ieri, lo antepongo addirittura ad Australia, quindi vedo nell’ordine: The Grey Gatsby, Shamkyir e Prince Gibraltar, a seguire Dylan Mouth. La mia personale classifica dei Derby è questa, ma per l’autunno segnatevi il nome di Eagle Top, un tre anni che farà parlare di sé. Ha dominato per Gosden le King Edward, magari farà rotta per il St. Leger, corsa amatissima dal trainer di Clareheaven, ma se dovesse dirottarlo sull’Arc assisteremo ad una corsa splendida e intrigante, con i nipponici che probabilmente dovranno attendere ancora prima di realizzare il loro sogno, contro STM, Prince, una Treve ritrovata e rimessa a punto, i vari anziani con l’aggiunta perché no dell’imbattuta Avenir Certain. Mancano ancora oltre tre mesi ma il profumo dell’Arc è già nell’aria.
Grande Edo, i miei complimenti come al solito è una gioia sentirti analizzare i cavalli. Prima di lasciarti volevo chiederti di darci una tua idea di fondo che serva a indirizzare, un mantra diciamo, la nostra ippica, io avevo proposto ieri, serietà e qualità, riallacciandomi a quanto fatto dai tedeschi negli ultimi decenni. Tu cosa proponi?
Serietà e qualità come hai scritto bene te pagano sempre alla lunga. La qualità ce l’abbiamo perché i fantini si fanno valere all’estero e lo hanno dimostrato a più riprese, gli allenatori non hanno da invidiare ai più blasonati stranieri considerate le strutture e il materiale con il quale lavorano. Per non parlare degli allevatori, massacrati però dalla crisi e quindi impossibilitati ad alzare la qualità dei nati e degli incroci. Mi concentrerei più sulla serietà, quando dici ippica fuori dall’ambiente ti trattano subito a pesci in faccia e questa è una cosa che mi manda in bestia. Io mi vergogno a portare gli amici in ippodromo, con strutture magari non adeguate. E’ un piacere invece venire a San Siro, il Dottor Sandi e la Trenno hanno fatto un ottimo lavoro e riconsegnato un ambiente che fino all’anno scorso sembrava destinato all’abbandono. Manca anche un ricambio generazionale, bisogna puntare poi sulla pubblicità, sulla visibilità mediatica, con servizi sull’allevamento, sul bello dell’ippica e non sul marcio, su tutto il lavoro che c’è dietro a un cavallo da corsa. Manca la cultura ippica in Italia ed è da quella che bisogna ripartire, diffondendola.
Bisogna differenziarci dal lotto, per dire quando mi chiedono chi ti piace nelle Eclipse? Rispondo Mukahdram, non il numero 5 o il numero 4, anche perché non so che numeri portano e non m’interessa. Questa mentalità dovrebbero averla tutti, anche i giocatori che portano avanti il nostro mondo. La riforma delle scommesse la vedo imprescindibile, soltanto riformandole seriamente si potrà arrivare a riconquistare i giocatori persi. Ultimo aspetto la creazione di meeting come avviene in gran parte del mondo, con concerti sul finire di convegno per intrattenere la gente. Quindi programmazione da rivedere. Meno corse, più qualità, riduzione condizionate (poco interessanti per il gioco), più handicap da strutturare come in Dubai per rating.
Perfetto Edoardo, grazie per le risposte puntute ma che devono servirci per migliorare la nostra amata ippica. A presto e attendiamo i tuoi pezzi qui su DerbyWinner.
A te e un saluto ai lettori.
Antonio Viani@AntonioViani75
2 gennaio 2015 alle 10:52
[…] Derby Italiano, Roma Capannelle, 18/05/2014, DYLAN MOUTH E’ il terzo Derby in quattro anni per Stefano Botti, alla vigilia il terzetto Effevi formato dall’imbattuto […]
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4 gennaio 2015 alle 15:09
[…] a colmare un gap tecnico tra i due che probabilmente a fine stagione si sarebbe azzerato. Ma il Derby di Epsom 2014 resterà nella storia come il Derby di Australia, come il Derby di Aidan O’Brien, il primo […]
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