Vicenda Caprilli, una trama degna di Shakespeare!
La questione Caprilli non accenna a risolversi anzi, le ultime dichiarazioni delle varie parti in causa hanno acceso ancora di più gli animi, ma andiamo con ordine e facciamo un piccolo riassunto delle ultime puntate.
Settimana scorsa, dopo l’ennesima minaccia di chiudere i servizi essenziali all’ippodromo – acqua principalmente, perché la luce è già stata tagliata – nasce un gruppo su Facebook su iniziativa delle bravissime Francesca Gori e Micol Fenzi (ci riempie d’orgoglio essere stati noi di DerbyWinner a fornire l’idea iniziale) che ha lo scopo esclusivo di portare all’attenzione del grande pubblico il grave rischio che corre l’ippodromo labronico e dunque dire no alla chiusura del Caprilli.
Il risultato è semplicemente travolgente, in poche ore gli iscritti diventano migliaia e a oggi il gruppo conta più di 8.500 sostenitori, qualcosa di fuori dall’ordinario se pensiamo che i maggiori forum ippici sui social contano due o tremila membri.
L’aspetto però che rende questo gruppo davvero unico sono le centinaia e centinaia di commenti e post che vengono continuamente pubblicati in bacheca, c’è chi ricorda le sue serate estive da ragazzo, chi i nomi dei tanti cavalli che si sono succeduti negli anni, oppure il tal fantino o l’edizione particolare della Coppa del Mare, insomma è uno tsunami di memorie e sensazioni che hanno come epicentro il Caprilli.
Questo affetto verso l’ippodromo livornese smuove anche i giornali locali che dedicano pagine alla vicenda e, qui veniamo ad oggi, soprattutto chiedono risposte ai vari attori.
Il primo ad aprire i “rubinetti” è il Sindaco di Livorno, Nogarin, che su Primo Piano (house organ del Comune labronico) a domanda risponde molto deciso che la colpa di questo stallo è tutta della società Alfea, la quale sarebbe l’unica titolare dei diritti di gestione del Caprilli, questo anche a seguito di una sentenza del Tar e del Consiglio di Stato.
Sempre secondo il Sindaco, che non le manda certo a dire, Alfea starebbe tracheggiando perché: “Il solo interesse della società, che già gestisce l’ippodromo di San Rossore, sembra essere quello di ottenere il trasferimento nell’impianto pisano delle 26 gare che attualmente sono previste al Caprilli”.
Parole pesanti come macigni e la dose viene rincarata con la minaccia di chiedere il risarcimento dei danni che l’incuria sta causando alla struttura. Pochi dubbi quindi, per il Sindaco di Livorno, la colpa è dell’Alfea.
La società pisana risponde in maniera molto meno aggressiva alle accuse spiegando, con le parole del suo Presidente Cosimo Bracci Torsi: “Aspettiamo che arrivi in fondo la questione (ci si riferisce alla querelle, ndr) con il Comune, ma in linea generale la volontà di gestire il Caprilli rimane”. Si potrebbe obiettare che di aspettativa si rischia di morire, ma lasciamo stare.
Ma la frase che più importante arriva subito dopo ed è quella che il dirigente pisano dice al giornalista del quotidiano la Nazione: “Le condizioni sono cambiate”.
Quali condizioni? A cosa si riferisce Bracci Torsi? Queste poche parole rimettono tutto in gioco e soprattutto fanno parecchia confusione. Ma come, prima Alfea dichiara che vuole ottemperare al suo contratto e gestire il Caprilli e poi parla di condizioni cambiate?
Delle due l’una, o Alfea è interessata e allora si deve comportare di conseguenza gestendo il Caprilli oppure non lo è – ci sta visto lo stato attuale dell’ippica e soprattutto la riduzione del contributo statale sotto forma di convenzioni – però allora dovrebbe lasciare spazio a chi intende continuare l’attività. Non voler andare avanti e allo stesso tempo non voler che lo faccia qualcun altro ci pare un comportamento iniquo e soprattutto non all’altezza della serietà che sempre abbiamo riconosciuto negli anni alla società che gestisce San Rossore.
Ci sarebbe invero una terza ipotesi, cioè che il cambiamento del contesto sia colpa del Comune, anche se è una possibilità abbastanza peregrina visto quanto affermato fino a oggi dall’Alfea e soprattutto pare difficile che un Comune che già concede in affido l’intera gestione dell’ippodromo per una cifra meramente simbolica come 300 euro al mese possa fare ancora di più. Sgombrerebbe il campo da tanti malintesi se Bracci Torsi spiegasse cosa intendeva.
In tutto questo la Livorno Galoppo, terzo protagonista del dramma Caprilliano, sta alla finestra rammentando, giusto perché di pressione non ce n’era abbastanza, agli altri due attori che o si trova una soluzione entro pochi giorni, diciamo in settimana, oppure l’intera stagione va in malora senza possibilità di recupero. Questo perché aver lasciato l’impianto senza un’adeguata gestione dalla fine della riunione autunnale scorsa ha portato grossi problemi alla pista e a tutta la struttura e se si volesse riaprire già dalla fine di giugno prossimo i tempi sarebbero strettissimi.
Non siamo esperti agronomi e neppure gestori di ippodromi però è facile comprendere la veridicità di queste affermazioni. Per il resto la Livorno Galoppo non si espone se non ribadendo la sua disponibilità a gestire per un periodo abbastanza lungo la struttura. Magari, non ne abbiamo le prove ma solo sensazioni, se avessero usato prima il megafono per lanciare questi appelli non saremmo arrivati a questo punto.
In conclusione, il Comune accusa l’Alfea, l’Alfea dice che vorrebbe gestirlo ma le condizioni sono cambiate, la Livorno Galoppo è disponibile a subentrare nella gestione ma non può perché a oggi non ne ha titolo. Il tutto con il sottofondo di una Labronica Corse in liquidazione e che chiede, per continuare la propria attività, la conferma del contributo di 600mila euro per il triennio 2016-2018 da parte del Comune, nella sua qualità di unico socio, pura fantascienza stanti le dichiarazioni che arrivano dall’Amministrazione livornese.
Insomma pare di assistere a un’opera shakespeariana dove gli attori si muovono come legati tra loro da un filo invisibile e all’azione di uno corrisponde la risposta obbligata dell’altro, fino a quando non si giunge all’acme con tutti i protagonisti in scena e la risoluzione del conflitto tramite la recisione di questi fili immaginari.
Questo apice potrebbe essere, guarda un po’ il destino, proprio l’oramai famosa manifestazione di venerdì prossimo organizzata dal sopracitato gruppo Facebook NO ALLA CHIUSURA DELL’IPPODROMO CAPRILLI che dovrebbe prendere le mosse dall’impianto per poi raggiungere la sede comunale.
Non ne siamo certi, ma riteniamo che a stretto giro molte pedine si muoveranno e i telefoni dei protagonisti saranno bollenti perché se davvero si arrivasse a questa dead line senza alcuna novità concreta e positiva per la continuazione dell’attività sarebbe una sconfitta, grande, per tutti i coinvolti.
Antonio Viani@DerbyWinnerblog