Meeting, parola vietata Italia?
Come replicare il successo di pubblico avuto nei convegni del primo maggio? Meglio accorpare i nostri massimi eventi in un’unica giornata o meglio raggrupparli per dare vita a dei meeting? Io sono per la seconda ipotesi e vi dico perché.
Dopo la scorpacciata di pubblico e di belle corse a cui abbiamo assistito lo scorso primo maggio torniamo a parlare di programmazione e di cosa è possibile cambiare per cercare di ottenere questi splendidi risultati più spesso.
Proprio a questo proposito, sull’edizione di ieri del Trotto & Turf era presente un interessante pezzo di Mario Berardelli che prendeva anch’esso spunto dalla bella giornata del primo maggio e facendo un raffronto con il numero di eventi annuali presenti nel nostro Paese in altri sport (rugby, tennis, golf) proponeva di creare un paio di grandi giornate per semestre, dove accorpare i principali eventi del galoppo romano.
Al di là che l’analisi fosse limitata all’ippodromo capitolino, è innegabile la necessità di rendere più attrattive le giornate di corse in tutti gli ippodromi italiani.
“… osservazione giusta, soluzione sbagliata…”
Però credo che, a fronte di una osservazione corretta, la soluzione contenuta nell’articolo sia sbagliata.
Accorpare non aiuterebbe sensibilmente l’ippica.
Creare un’unica grande giornata, un Champions Day così ci capiamo, formata da Derby, Presidente della Repubblica, Tudini ecc. non porterebbe più persone di quante è possibile aspettarsene con i due eventi suddivisi (cioè Repubblica il 14 e Derby il 21), anzi penso proprio il contrario, se sommassimo gli spettatori presenti ai due eventi divisi e li raffrontassimo con quelli presenti per la grande giornata, il risultato sarebbe ben poco lusinghiero per il Champions Day suggerito dall’autore.
Quindi cosa fare per riprodurre nel nostro settore gli eventi presenti negli altri sport e creare una vetrina importante che possa portarci più spettatori e più attenzione e magari anche più ospiti stranieri, questo sempre che il Ministero paghi loro i premi vinti?
“… non accorpare in uno, bensì raggruppare creando meeting…”
La soluzione è quella di prendere esempio da quanto viene fatto da anni con successo all’estero e dunque non accorpare ma, raggruppare eventi importanti su più giornate vicine tra loro, in modo da realizzare i famosi meeting.
Questo è l’uovo di Colombo, la soluzione che ci permetterebbe di aumentare la nostra esposizione mediatica su due o anche tre giornate.
Pensate quale attenzione potrebbe avere un fine settimana, da venerdì a domenica, a Roma con il venerdì incentrato su un paio di prove molto danarose per debuttanti di due anni, alcuni handicap e magari due prove challenge per i puri, con finale la domenica del Derby.
Al sabato si potrebbe organizzare la giornata del Repubblica, sponsorizzata dalle Istituzioni arabe e infine domenica la grande giornata incentrata sul Derby con il contorno delle altre corse di Gruppo o Listed.
Ovviamente allo stato attuale giustapponendo i vari programmi ci sarebbero delle sovrapposizioni tra alcune corse, ma nulla che non si possa superare con un poco di volontà e capacità tecnica.
Essenziale perché il meeting riesca è la necessità che tutto il galoppo nazionale sia “fortemente incentivato” a essere presente con uomini e cavalli, quindi la domenica nessun campo di galoppo assieme a Capannelle e anche negli altri giorni si può pensare solo a campi periferici o con fini differenti, vedi Merano con gli ostacoli.
“… spettatori più numerosi e attenzione dei media…”
Così facendo avremmo tutta l’attenzione su Roma e quindi sarebbe anche più facile ottenere maggiore interesse dalla stampa e dai media, oltre che ottenere sponsorizzazioni.
Certo, ci vorrebbe anche una forte attività di promozione del meeting ma, credo che un ippodromo al quale l’ippica tutta “regala” una simile opportunità abbia l’obbligo di spendere dei bei soldini per pubblicizzarlo, altrimenti che ci sta a fare?
Provate a pensare a questa soluzione dei meeting qualche minuto e sono certo sarete d’accordo con me.
Otterremmo sia il vantaggio dei maggiori spettatori sia quello della maggiore attenzione data dalla realizzazione di un evento.
Si potrebbe infine sfruttare la serata tra sabato e domenica per realizzare un incontro nazionale del galoppo, con premi per i migliori protagonisti della stagione passata e soprattutto sarebbe l’occasione per discutere sul futuro che vogliamo per il nostro sport, cosa della quale mi pare ci sia un gran bisogno…
“… una soluzione di successo realizzabile ovunque…”
Attenzione perché vado oltre, questa idea non è limitata solo a Roma, ma può essere replicata quasi ovunque.
Pensate a San Siro con un meeting a giugno che raggruppi il Milano e le Oaks (o anche in autunno con alcuni altri Gran Premi), Merano a settembre con il fulcro del Premio Merano, ma si potrebbe pensarlo anche per altri eventi più “locali”, a Firenze per l’Arno o a Pisa per il Premio Pisa e via così.
Non crediate neppure sia una ipotesi così strana, in verità è vecchia come il mondo, le fiere del passato più o meno recente, erano strutturate proprio in questo modo e raccoglievano tante persone anche per la loro diffusione su più giorni.
In Inghilterra il programma ippico è un florilegio di meeting che durano dai due ai cinque giorni, a seconda della loro rilevanza, è solo da noi che questo sistema non ha ancora preso piede.
Che ne dite sarebbe ora di provarci seriamente anche qui?
Antonio Viani@DerbyWinnerblog