Siamo all’anno zero, che fare? Tabula rasa e ripartire con un progetto!

Postato il Aggiornato il

edificio-crollatoLe peggiori previsioni paiono essersi avverate. Avevo sperato (sono ottimista di natura) fino all’ultimo, anche contro ogni evidenza, in un esito meno punitivo, ma così non è stato, il galoppo tricolore vedrà declassati tre dei suoi ultimi quattro Gruppi 1, rimanendo con il solo Lydia Tesio al massimo livello mondiale.

Questo è quanto trapelato finora, resta da capire se le retrocessioni riguarderanno anche alcuni Gruppi 2 o 3. Insomma non si prospetta un bel giudizio da parte del Comitato Pattern.
Si paventa anche una sorta di troika europea che dovrebbe stilare una relazione sull’andamento dei pagamenti e sulla regolarità generale del sistema galoppo in Italia. Non sappiamo se ciò corrisponda a verità, visto che nessuno degli italiani presenti –ripetiamo per l’ennesima volta che gradiremmo poter vedere un documento che certifichi formalmente la rappresentatività di tali intervenuti – ha avuto la cortesia di riferire non dico al pubblico ma almeno alle categorie sull’esito della riunione. Sarebbe l’ennesimo schiaffone dato al nostro settore.

Una disfatta tecnica che va ben al di là di ogni nostro peggior incubo, una vera Caporetto che demolisce le ultime residue difese e pretese di selezione che avevamo.
Di certo i vari dirigenti, per capirci quelli che ci hanno condotto “brillantemente” fino a oggi, cercheranno di addolcirci l’amara pillola sostenendo che contro i rating non è possibile andare e se una Pattern non raggiunge la media stabilita nei tre anni precedenticastello-carte è quantomeno passibile di downgrade (retrocessione). Sarebbe insomma una decisione puramente matematica scevra da qualsiasi altro ragionamento.

Ebbene tutto ciò è vero ma solo in parte. Sicuramente non possiamo negare che le nostre Pattern soffrano tremendamente ma è pur vero che non esiste alcuna strategia per cercare di limitare i danni.
Se davvero fosse soltanto una questione di numeri non capiamo il perché allora esista un Comitato che si riunisce annualmente, basterebbe un contabile per raccogliere i rating dei vari cavalli e sancire promozioni e retrocessioni.

La verità è che così non è, il Comitato si riunisce e discute, certamente ogni rappresentante ha davanti un foglio con dei numeri ma è altrettanto certo che prima di retrocedere un Gruppo, specialmente un Gruppo 1, si dibatte e si cercano soluzioni che possano porvi rimedio.
Non credo che un rappresentante estero goda a retrocedere le Pattern italiane, anzi, come ho detto nel precedente articolo (QUI), le nostre Pattern rappresentano una valvola importante di sfogo, soprattutto in determinati periodi dell’anno dove centrare il neretto per poi magari andare in razza è particolarmente utile.
Con ancora maggior forza ritengo che la decisione di retrocedere ben 3 Gruppi 1 (azzerando di fatto il nostro il sistema selettivo di vertice) sia stata una decisione sofferta del Comitato e presa per dare una ultima sferzata sonora al nostro sistema e ai nostri dirigenti, per fargli capire che pure all’estero hanno compreso la loro totale incapacità a gestire il nostro mondo.

A questo punto che fare?

mipaafSarebbe doveroso che innanzitutto rispondessero in pubblico coloro che sono responsabili di quanto successo e siccome io non mi copro dietro un dito, in questo caso a spiegare i motivi di questa Caporetto dovrebbero essere prima il Ministero e dopo la SIRE, che a quanto pare ha mandato, mi auguro con il benestare di una delega scritta e formale del Ministero, il Dottor Castelfranchi a rappresentare l’intero comparto.
Che venga mandato un rappresentante di una società privata e non venga scelto un funzionario interno al Ministero è già una cosa quantomeno irrituale e che evidenza ancora la conclamata inadeguatezza delle Istituzioni pubbliche a gestire l’ippica, ma per di più la SIRE non è una Associazione di categoria, quelle che per prime subiscono questa debacle, e dunque perché demandare a lei questa ruolo?
Badate bene che vi parlo da socio SIRE e da grande sostenitore di questa associazione che certamente ha avuto un ruolo di raccordo importante nel recente passato, ma siamo sicuri fosse la scelta giusta? Visti i risultati degli ultimi anni, quelli con il rappresentante SIRE in Comitato, dire proprio di no.

Non era meglio mandare un rappresentante dell’ANAC o dell’ANAP (allevatori) oppure dell’UNPCPS (proprietari), visto che quantomeno loro sono i diretti e principali interessati da queste decisioni? E che magari possono cercare di mettere sul piatto argomenti come monte, o altro, che possono far riflettere gli esteri?
Ma anche qui il problema sta a monte. Possibile che un Ministero che si picca di voler gestire da cima a fondo l’ippica non abbia al suo interno nessuno professionalmente adeguato? Non posso credere che sia così, o meglio, visto come viene gestita l’ippica, ci credo ma non lo accetto per nulla.
Siccome i Signori del Ministero sono pagati anche da noi per questo, devono essere capaci di svolgere il loro lavoro, altrimenti riconoscano la loro debolezza e facciano il piacere di creare un organismo tecnico formato da tutte le Associazioni di Categoria riconosciute al quale demandare tutta la parte tecnica. Troppo difficile? No, basta essere seri e volere il bene dell’ippica.
Non si chiede tanto, solo di darci la possibilità di salvarci da soli senza essere trascinati sott’acqua dalle incompetenze politiche…

“… Le Associazioni sono d’accordo con la strategia?”

Il problema però non è solo nelle stanze romane, perché se esistesse una vera volontà unitaria da parte delle associazioni ippiche tutto questo non sarebbe successo.
I dirigenti sono anche loro responsabili. In primis perché non ci si sveglia a un mese dalle Pattern per cercare sponde con i corrispettivi esteri. Il lavoro di lobbying deve essere continuo e non solo saltuario. Inoltre sarei propenso a chiedere se davvero tutte le Associazioni erano d’accordo a demandare alla SIRE il compito di rappresentarle. Siamo sicuri che tale scelta sia stata collegiale o invece la si è accettata supinamente? Ripeto che visti i risultati ogni decisione volontaria o meno è stata quantomeno errata…

Vi dico la verità, appena pubblicati gli esiti del Comitato Pattern, se confermata la Caporetto, mi aspetto le dimissioni di tutti i Presidenti delle Associazioni. Questo per due ragioni.
La prima è che se un Presidente ha appoggiato questa strategia tragica il minimo della dimissionidecenza impone le sue dimissioni. Pure l’ex Presidente Renzi dopo la sconfitta sonora al referendum ha lasciato la poltrona, non ci sono scuse, se uno segue una linea e questa è drammaticamente sbagliata allora deve accettarne le conseguenze e rimettere il suo mandato, altrimenti mi spiace ma dà ragione a chi (non certo io) sostiene che certi posti di potere servono anche per scopi personali.
La seconda è che se invece ha avversato questo modo di agire le sue dimissioni sono motivate con la giusta presa di distanza da un sistema che sta massacrando il galoppo italiano. Spesso ho sentito Presidenti dire che cercare di spiegare ai ministeriali dei concetti è inutile, perché è come se ci fosse un muro di gomma. Bene, se è vero che nulla li scalfisce evitiamo il confronto, facciamo tabula rasa attorno a loro, togliamogli ogni possibile scusa.
Al Ministero vogliono distruggerci del tutto? Che lo facciano, da soli però, senza neppure la minima possibilità di trovare qualcuno che li difende o fa da sponda, perché questo è quello che ha fatto, pur con tutte le buone intenzioni, la SIRE con il suo rappresentante al Comitato Pattern.
Viene il momento in cui ogni velo deve essere tolto e dunque lasciare la poltrona quando non si voglia essere conniventi con un tale andazzo è un modo per smascherare coloro che invece sono i veri responsabili.

Siamo all’anno zero, anzi è pure iniziato da un pezzo, dobbiamo riformare da cima a fondo l’intero settore del galoppo. Dalla programmazione, inaccettabile che il calendario sia mensile e venga pubblicato alla fine di ogni mese e che si corra sempre e comunque senza mai un minimo di progettualità, fino alle decisioni relative alla selezione e all’architettura futura generale del galoppo, dobbiamo riformare tutto.
In un certo senso questa è un’occasione irripetibile, siamo a fondo o quasi, adesso dobbiamo costruire delle solide fondamenta e per fare questo dobbiamo resettare il sistema.
I nostri dirigenti lo capiranno?

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

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