Il Roma rimane in Italia grazie alla coppia Dylan-Circus! Siamo contenti o no?
Domenica romana a forti tinte tricolori. I nostri beniamini hanno fatto scudo all’avanzata straniera e si sono portati a casa tutte le corse principali della giornata. Ci scusiamo con i nostri lettori se nel blog ne parliamo solo ora (però ci siamo rifatti con la diretta sulla pagina Facebook) ma abbiamo passato la giornata di lunedì a dibattere sui social, ma di questo parleremo più sotto.
Partiamo subito dalla prova principale il Roma, Gruppo I sul doppio chilometro, che ha visto la sorpresa più grande e insperata, il trionfo del duo Effevi con Dylan Mouth davanti a Circus Couture.
Gran duello finale tra i due allievi di Stefano Botti con il figlio di Dylan Thomas che si è difeso con le unghie e con i denti dalla prepotente risalita del compagno di colori Circus.
Una difesa allo strenua da parte di Fabio Branca nei confronti di Dario Vargiu, sceso da Circus molto scuro in volto perché assaporava già il finale a super sorpresa con il figlio di Intikhab e solo una manovra al limite – frusta a destra e Dylan che si accentrava andando a chiudere la strada a Circus – gli toglieva una più che probabile affermazione. Fabio si è difeso dicendo che non ha visto chi stava arrivando e non sapeva che fosse il compagno.
Manovra corretta, oppure no? Per quanto possa valere, a nostro avviso siamo al limite, in Inghilterra ad esempio siamo quasi certi non avrebbero detto nulla (a noi piace più questa linea di giudizio, da sempre). Probabilmente non fosse stato un duello in casa la sirena sarebbe suonata e la scelta della giuria sarebbe stata a favore del penalizzato, difatti è stata comminata una multa a Fabio. Fatto questo inciso gridiamo forte viva Dylan Mouth che conquista l’ennesimo Gruppo I della sua splendida carriera italiana, dove solo nel Jockey appena passato si è dovuto inchinare a un avversario sopra le righe come Lovelyn. Adesso i programmi sono quelli che vi avevamo annunciato un mese fa, ovvero il trasferimento armi e bagagli insieme a Sound Of Freedom nelle scuderie di Prestige Place dove allena il fratello di Stefano, Marco Botti a meno che non arrivi un’offerta di quelle da far girare la testa, ma deve arrivare anche abbastanza in fretta perché l’idea è quella di partire di qui a una quindicina di giorni in modo da fare tutto l’inverno a Newmarket. Siamo davvero curiosi di vedere come se la caverà all’estero il “nostro” Dylan.
Si discute da tempo sul valore internazionale del campione italiano, i suoi sostenitori sono convinti che possa ben figurare anche all’estero, magari in contesti diciamo più “abbordabili” (se mai si può affermare abbordabile un Gruppo estero), insomma quei Gruppi anche di primo livello ma che non fanno parte del ristretto gotha delle prove inavvicinabili come Arc, Juddmonte, King George per intenderci.
I detrattori invece portano acqua al loro mulino ricordando la doppia trasferta di inglese dove il nostro si è comportato oggettivamente non bene. Riteniamo, da forti estimatori del cavallo, che Ascot non sia il tracciato giusto per un soggetto come Dylan che ha bisogno di un percorso che gli consenta di prendere il ritmo, anche ieri ha preferito correre in testa per poter cadenzare la corsa secondo le sue caratteristiche.
Comunque la si pensi sarebbe bello poter vedere finalmente quali sono davvero i limiti di questo Effevi, scuderia che ha un altro motivo per sorridere, la presenza tra i suoi effettivi di un promettentissimo futuro campione come Circus Couture che domenica ha mostrato tutte le sue qualità.
Chi vi scrive magari peccherà di ottimismo ma riteniamo Circus potenzialmente più forte di Dylan. Forse si esagera ma finora il figlio di Bois Joli non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale, complice anche il fatto che si è cambiata la sua distanza nel corso dell’anno, passando da una distanza Derby alle prove sul miglio. La prova di Roma lo porta alla ribalta e attendiamo fiduciosi il prossimo anno per testarlo ai massimi livelli.
Gli stranieri? Per una volta hanno fatto da contorno. Sui social molto si è dibattuto (per fortuna ancora si discute di ippica) sul reale valore degli invader scesi.
Ribadiamo soltanto che è fine stagione per tutti e dunque tutti i protagonisti hanno sulle spalle una serie più o meno lunga di prove, che hanno ovviamente lasciato le loro scorie, sia Dylan, che certo non si è risparmiato, sia gli stranieri. Dunque la motivazione della stanchezza non regge.
Non regge neppure la possibile scusa di uno svolgimento strano visto che quello che ha speso più di tutti alla fine ha vinto.
Insomma se non festeggiamo neppure quando un nostro portacolori vince battendo sette stranieri che tutti assieme all’estero nel 2015 hanno totalizzato due vittorie in Gruppi I, una vittoria in Gruppo II, tre vittorie in Gruppo III, senza contare i tanti piazzamenti ad alto livello allora non sappiamo davvero cosa possa fare felici queste persone.
Non vorremmo che il vero motivo dello scontento fosse il fatto che questa opera è stata compiuta da Stefano Botti e dunque che ci fossero invidie e altre piccolezze da provincia a inquinare il giudizio, sarebbe una caduta di stile. Il comunicato che il Team Botti ha diramato nella giornata di ieri e che di lato vi riportiamo, dopo averlo postato sulla nostra pagina Facebook, ci dice che forse qualche critico ha esagerato con il livore. Sarebbe sempre cosa buona evitare anche perché motivi veri non ci pare ce ne siano.
Da sempre sosteniamo che i nostri professionisti, siano fantini o allenatori, sono dei veri fenomeni, perché lavorano spesso in condizioni impossibili, vuoi dal lato economico che da quello delle strutture, e dunque vanno supportati in maggior misura, e poi quando finalmente arriva la vittoria inaspettata, ecco che si cercano dei motivi per sminuirla.
Fortuna che la “maggioranza silenziosa” ha espresso con una valanga di like i post che inneggiavano alla vittoria italiana.
Sia chiaro nessuno qui si erge a giudice, ognuno la può pensare come vuole e può criticare il Roma di quest’anno come una corsa non di livello, ma siamo altrettanto certi che se la stessa prova fosse stata disputata in una qualunque altra nazione d’Europa nessuno si sarebbe azzardato a giudicarla male e a farle le pulci come da noi.
Sono cose che danno da pensare, no?
Antonio Viani@DerbyWinnerblog