Varese, in inverno, è utile al sistema ippico?
Ho letto con particolare interesse gli interventi di sabato scorso sul Trotto & Turf riguardanti la richiesta al Ministero portata avanti da Guido Borghi, Presidente della Varesina, e supportata da Isabella Bezzera, Presidente di ANG.
Entrambi peroravano la necessità di mantenere, o meglio, di riassegnare le giornate invernali alle Bettole. Lo stesso Direttore di T&T, Marco Trentini, concludeva rammentando il ruolo ben definito ricoperto da Varese sia nella sua stagione clou estiva, che tutti conosciamo, sia in quella invernale, dove rappresenterebbe una sorta di valvola di sfogo per i cavalli routinier residenti nel comprensorio, quelli che gravitano tra Milano e Varese per intenderci.
Io, rispetto agli illustri commentatori che vi ho citato, ho invece molti dubbi sulla reale necessità e sui benefici che una riunione varesina invernale porti al sistema nel suo complesso.
Analizziamo quanto successo lo scorso anno, quando Varese tenne i cancelli aperti da metà novembre fino a inizio marzo. Iniziò quando Milano stava sparando le ultime cartucce e finì poco prima della sua riapertura primaverile.
Le Bettole nel periodo proposero 16 giornate con soli 7 partenti medi per corsa e questo solamente grazie al massiccio apporto dato dalle corse in gentleman, altrimenti saremmo stati ben sotto tale misero numero.
In aggiunta scopriamo che il periodo dove più si è sofferta la penuria di partenti è compreso dalla seconda metà di dicembre fino a fine febbraio. Qui i convegni non hanno mai toccato gli 8 partenti medi per corsa e anzi ne sono stati spesso ben lontani e in una giornata sono stati addirittura sotto i 5 di media!
Di contraltare, le giornate più proficue si sono invece avute a novembre e nella prima decina di dicembre, dove nelle 5 giornate proposte i partenti per corsa non sono mai scesi sotto gli 8 di media e piuttosto si sono posizionati attorno ai 9.
Quindi i dati (cioè la realtà) ci confermano che non esiste alcuna motivazione tecnica in una lunga riunione invernale a Varese che sia legata alle necessità del parco cavalli esistente e che, se si potesse scegliere, sarebbe auspicabile programmare Varese come una propaggine di San Siro per poche settimane.
Questi sono i numeri nudi e crudi e, a maggior ragione, in una situazione come la nostra dove le risorse sono davvero molto scarse è necessario analizzarli a fondo e comprenderli, per poi poter fornire le soluzioni migliori per l’intero settore, anche se magari queste possono non essere gradite a qualcuno.
Premettiamo che ogni decisione in merito al programma andrebbe presa nel suo complesso a livello centrale.
Non possiamo ragionare di Varese senza nel contempo prendere in considerazione le scelte fatte altrove, mi riferisco ad esempio alla irragionevolezza di una ulteriore serie di giornate di galoppo a Follonica in questo periodo. Soldi davvero buttati al vento.
Detto questo, non sarebbe meglio programmare una mini riunione varesina che arrivi fino alla prima metà di dicembre, diciamo a cavallo dell’Immacolata?
Pensare di farla partire da fine ottobre, anche in contemporanea con Milano, ovviamente tagliando e trasferendo la dotazione di alcune giornate infrasettimanali di scarso appeal andate in scena a San Siro.
Insomma un mini meeting di massimo 8 giornate per poi lasciare spazio a Pisa.
I soldi recuperati da questo taglio, assieme ai soldi recuperati dalle giornate tolte a Follonica, non sarebbe meglio dirottarli su Pisa in modo da rendere molto più attraente per coloro che arrivano da fuori la riunione di San Rossore?
Correre la stessa corsa ma con un montepremi aumentato in maniera significativa dovrebbe rappresentare un incentivo più che valido a spostarsi. Ovviamente la concorrenza aumenterebbe e andare a premio sarebbe più difficile, ma al di là che l’ippica nasce proprio con un fine selettivo, i soldi facili non hanno mai migliorato alcun settore e noi ippici dovremmo saperlo più di tutti.
Infine, sempre per ipotesi, una soluzione simile potrebbe facilitare un accordo con l’Alfea che, in cambio di una simile dotazione aggiuntiva, potrebbe fornire box e servizi a prezzi convenienti per chi arriva da fuori.
Così facendo potremmo affermare di aver allocato le risorse nella maniera più utile per tutto il settore e la stessa Varese potrebbe sostenere di aver, non solo, ottimizzato la sua programmazione, ma potrebbe anche sostenere con ragione di aver “sacrificato” alcune giornate per poter dare un maggior risalto al suo vero momento clou, cioè il meeting estivo, questo sì valevole, non solo di essere salvato ma anzi potenziato.
Cosa ne dite? Per il settore sono meglio meno giornate ma con dotazioni aumentate o meglio continuare in questo stillicidio di soldi (sempre meno) regalati a pioggia?
Siamo pronti, finalmente, a ragionare in maniera nuova e utile per tutto il settore?
Antonio Viani@DerbyWinnerblog