Un anno di Gruppi 1 in Europa!

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europa flagUn anno di Gruppi 1 in Europa. Una analisi approfondita da parte di Paolo Salvadori che ci presenta non solo i vari vincitori ma che ci fornisce interessanti spunti di riflessione per il futuro.

Partendo con ordine, nell’anno in corso si sono tenute 84 prove di gruppo uno, tre in più di quello scorso.
Le tre appunto sono rappresentate da una di nuovo conio riservata ai velocisti, le Derrinstown Stud Flying Five Stakes, promossa ai massimi livelli, che si è svolta sulla distanza dei mille metri al Curragh in settembre, dove a svettare è stato il normale Havana Grey (9-e) da Havana Gold (19-c), mentre le altre, si riferiscono ai due Criterium per i due anni, rispettivamente uno sui 2000 metri e l’altro sui 1400, disputatisi regolarmente a fine ottobre nell’area parigina, a differenza dello scorso anno, in cui erano stati  annullati a causa dello sciopero di una parte dell’ippica francese.

Poche quindi le variazioni sostanziali, 19 confronti si sono svolti sulla distanza compresa tra 1000 e 1400 metri, 23 si sono disputati sul miglio, 19 su percorsi intorno ai due chilometri, 17 su quella classica del miglio e mezzo, e infine 6 su distanze superiori che vanno dai 2800 metri del St. Leger ai 4000 della Gold Cup e del Prix Du Cadran.
Confermate di conseguenza la scelta di distribuire le corse elitarie in modo più o meno equivalente tra quattro fasce dove possono identificarsi i soggetti brillanti, intermedi, piuttosto che classici o robusti, relegando in sottordine quelli referenti ai cavalli professionisti, in considerazione delle trasformazioni avvenute in questi ultimi decenni nelle prove di selezione.

Tra i diversi protagonisti, vogliamo semplicemente ricordare coloro che si sono evidenziati in modo particolare, elencandoli in rigoroso ordine alfabetico:

Alpha Centauri (20) femmina grigia 2015 da Mastercraftsman (21-a) con mamma da Rahy (12-c), che ha conquistato quattro allori nelle prove sul miglio, in cui ha saputo anche battere i maschi nel sempre indicativo Prix Jacques Le Marois, sulla pista di Deauville. Ha terminato la carriera causa infortunio.

Cracksman (9-c)maschio baio 2014 da Frankel (1-k) con mamma da Pivotal (7), vincitore di tre corse, bissando oltretutto in maniera esaltante il trionfo dello scorso anno nelle Champions Stakes di Ascot. Destinato alla riproduzione dal prossimo anno,enable arc 2018 dettori presso il Dalham Hall Stud, dove funzionerà al tasso di monta di 25.000 pounds.

Enable (4-m) femmina baia 2014 da Nathaniel (9-f) con mamma da Sadler’s Wells (5-h), capace di imporsi per la seconda volta consecutiva nel Prix De L’Arc De Triomphe e di sfatare a distanza di qualche settimana la maledizione che vedeva nessun vincitore di Arc parigino riuscire ad affermarsi nello stesso anno nel meeting imperniato sulle Breeders americane.

Laurens (9-e) femmina baia 2015 da Siyouni (12-b) con mamma da Cape Cross (14-c), straordinaria stakanovista, prevalente a sua volta in quattro competizioni, sia sul miglio che sul doppio chilometro.

Masar (9-h) maschio sauro 2015 da New Approach (19-b) con mamma da Cape Cross (14-c) , autentica meteora, in grado però di prevalere nel Derby di Epsom. La cosa eclatante è che il padre New Approach (19-b) risulta figlio di Galileo (9-h) e che entrambi si sono affermati a loro volta nella medesima prova regina per i tre anni in oltremanica. Si è riproposta pertanto la straordinaria sequenza di tre vincitori consecutivi della stessa stirpe nella madre di tutte le corse, evento che non si ripeteva più dal lontano 1985, in cui si imponeva Slip Anchor (16-c) 1982 dando seguito al meraviglioso trio composto anche dai grandi Mill Reef (22-d) 1968 e Shirley Heights (1-l) 1975. Ricordiamo che questa particolarità si è verificata in sole altre sei occasioni, oltre alle due citate; quattro nel diciannovesimo secolo e due nel ventesimo.

Roaring Lion (9-f) maschio grigio 2015 da Kitten’s Joy (2-d) con mamma da Street Sense (22-b), prevalente in quattro circostanze, tre delle quali sul doppio chilometro e piazzato nel Derby di Epsom. Ha concluso ingloriosamente la carriera nel meeting delle Breeders a Churchill Downs, causa scelta scellerata del proprio entourage di schierarlo nelle Breeders’ Cup Classic sul dirt, dove è finito ultimo rallentato.

Sea Of Class (14-f) femmina saura 2015 da da SeaThe Stars (9-h) con mamma da Hernando (13-b), strepitoso prodotto dell’allevamento italiano. Onore e gloria al talento di chi ha studiato l’incrocio, all’intuizione di chi in Italia, figura come il principale proprietario, allenatore e allevatore allo stesso tempo. Sea Of Class (14-f), decisamente tardiva, si è affermata in bello stile nelle Oaks irlandesi, battendo la vincitrice delle sea of classOaks inglesi, prova in cui non aveva potuto partecipare per un contrattempo, e nelle Yorkshire Oaks, ed è stata capace di impensierire seriamente la straordinaria Enable (4-m), nell’ultima edizione del Prix De L’Arc De Triomphe.

Stradivarius (9) maschio sauro 2014 da SeaThe Stars (9-h) con mamma da Bering (7-f), meraviglioso vincitore di coppe, imbattuto nel corso dell’anno e capace di imporsi in cinque prove consecutive sulla lunga distanza, conquistando lo speciale bonus di un milione di sterline messo in palio per chi fosse stato in grado di conquistare nell’ordine la prestigiosa Gold Cup di Ascot, la Goodwood Cup nell’omonimo ippodromo e la Hamilton Lonsdale Cup di York.
La famiglia prevalente in questa edizione è stata la (5-h) capace di evidenziarsi con ben sei soggetti differenti.

Tre provengono dall’allevamento tedesco, rispettivamente:
Khan (5-h) maschio baio 2014 da Santiago (2-n) – Preis Von Europa
Waldgeist (5-h) maschio sauro 2014 da Galileo (9-h) – Grand Prix De Saint-Cloud
Wonderment (5-h) femmina baia 2016 da Camelot (4-o) – Criterium DE De Saint-Cloud.

Due e precisamente:
Call The Wind (5-h) castrone sauro 2014 da Frankel (1-k) –  Prix Du Cadran e With You (5-h) femmina baia 2015 da Dansili (11) – Prix Rothschild, sono fratellastri avendo per madre la buonissima In Clover (5-h) da Inchinor (7-a).
Mentre Teppal (5-h) femmina baia 2015 da Camacho (5-j) ha riportato la Poule D’Essai Des Pouliches.

Nota a margine. Il mondo teutonico nella sua interezza sta comunque attraversando un palese stato di crisi, evidenziato dal fatto che le prove internazionali svoltesi in casa loro, sono state quasi tutte ad appannaggio degli invaders. Anche le trasferte all’estero con i loro protetti  non hanno sortito alcunché.
I pochi soggetti da loro allevati, in grado di distinguersi particolarmente, sonno allenati abroad e provengono spesso da stalloni operanti in altri paesi. Questa prima considerazione deve essere presa a spunto assieme a quelle successive per cercare digalileo capire quale potrebbero essere gli scenari futuri.

Relativamente ai padri dei vincitori, anche quest’anno ha prevalso Galileo (9-h), ma con solo sette sigilli a differenza del 2017 dove invece le affermazioni dei suoi figli erano arrivate addirittura a ventuno.
Si è ulteriormente migliorato invece Dubawi (9-e), che ha totalizzato sei affermazioni con cinque diversi soggetti. Può anche darsi che le poche vittorie del sommo Galileo (9-h), ottenute con sei cavalli, di cui cinque del gruppo Coolmore, coincidano con i risultati non proprio esaltanti del grande complesso irlandese. Resta il fatto che lo stessa proprietà di Ballydole, si è da tempo resa conto che sia opportuno spingere su altri stalloni.
Per assurdo i migliori sires figli di Galileo (9-h), non sono di proprietà Coolmore, mentre riferendosi ai loro protetti: Rip Van Winkle (10-c) non ha dato finora molto, Ruler Of The World (3-l) si è appena affacciato alla ribalta, anche se ha dato quest’anno una vincitrice di Filles’ Mile ed Australia (12-b) non si è ancora espresso compiutamente. Si consideri infine che dei dodici gruppi uno vinti nel 2018 in Europa dai cavalli di proprietà della connection John Magnier/ Michael Tabor and company, solo la metà sono figli di Galileo (9-h). Lo scorso anno erano invece diciassette su ventisei, circa i due terzi.

Per quanto concerne i padri delle madri, si è dimostrata notevole la performance di Pivotal (7) che si è distinto con ben otto soggetti, per un totale di dieci sigilli. Siamo ad oltre il 10% del totale, oseremmo dire straordinario.
Potremmo sicuramente definire Pivotal (7) come ormai l’unico continuatore del nonno Nureyev (5-h), uno dei principali figli di Northern Dancer (2-d). Oltre a dare a sua volta vincitori importanti, quest’anno ad esempio il figlio Lightning Spear (8-c) ha riportato le Sussex Stakes alla tenera età di sette anni, si sta distinguendo in razza anche con i diretti discendenti Falco (14), Kyllachy (1-g) e Siyouni (12-b).

In relazione ai pedigree, mostruosa la percentuale di prove vinte da individui che hanno il padre proveniente dalla dinastia di Northern Dancer (2-d), stiamo parlando di 67 unità sul totale, cioè dell’80%. Inoltre in circa la metà dei casi, entrambi i genitori fanno nort dancerparte della stessa stirpe.
In sole otto situazioni non figura il sommo capostipite, nei rami del padre e della madre.
Ben 31 prove sono state vinte da soggetti che si riferiscono a Danzig (7-a), mentre in 26 casi risulta come avo paterno Sadler’s Wells (5-h).
Resiste per il momento il nick  Northern Dancer (2-d)/Mister Prospector (13-c) con quindici unità, e quello inverso con cinque, poi in ordine sparso gli altri, sempre più declinanti. Preoccupa la scomparsa di stalloni padri di vincitori del ceppo di Nasrullah (9-c). Quest’anno si rileva un solo caso, quello di Khan (5-h) dal carneade Santiago (2-n) che ha riportato un premio poco rilevante quale il Preis Von Europa.
Royal Charger (9-c) a sua volta figura con un unico rappresentante, comunque straordinario in sol levante, quale Deep Impact (2-f), che si è evidenziato, accoppiato con una figlia di Galileo (9-h), con il valido Saxon Warrior (1-t), che si è affermato in bello stile nelle 2000 Ghinee di Newmarket ed ha battagliato con buoni esiti in prove elitarie per tutta la stagione, fino all’infortunio che lo ha costretto al ritiro, e al valido Study Of Man (20), che ha per mamma una figlia di Storm Cat (8-c), che ha prevalso nel Prix Du Jockey Club.

Quindi nel vecchio continente, più che in qualsiasi altra parte del mondo, lo strapotere di Northern Dancer (2-d) risulta persino imbarazzante e nessuno vuole correre ai ripari. Aggiungiamo che sempre più si sta privilegiando nel pedigree la presenza di genitori portatori di geni improntati sulla velocità, attingendo soprattutto ai continuatori di un altro grande razzatore quale Danzig (7-a), suo figlio. Gli inbreeding anche allegramente ravvicinati, sono sempre più frequenti, sarò monotono, ma attenzione la deriva genealogica è ormai dietro l’angolo.
La cosa particolare è quella che sia Northern Dancer (2-d) che Danzig (7-a) sono nati e hanno corso negli Stati Uniti, pur conservando nel loro patrimonio genetico le influenze di grandi riproduttori europei.

Questo fatto conferma ora più che mai che il cavallo galoppatore nato in Gran Bretagna, accoppiando per lo più soggetti di provenienza orientale, e impropriamente chiamato purosangue, da buon ibrido quale è, rappresenta in modo evidente la grandezza dell’integrazione e della internazionalità. Elementi fondamentali che sono patrimonio essenziale di molti sport, ma che faticano a trovare la giusta rilevanza e l’opportuno spazio nel pensiero quotidiano della nostra sempre più incivile società.

Paolo Salvadori per DerbyWinnerblog

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