Parislongchamp, promosso con riserva!

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parislongchamp nuitA 3 mesi abbondanti dalla sua riapertura, Paris-Turf analizza ai raggi X il nuovo impianto di transalpino, evidenziandone pregi e difetti da correggere. Occasione anche per noi per commentare una delle principali novità ippiche dell’anno e per un confronto con la situazione nostrana.

Vi assicuro che essere in Francia proprio quando la loro Nazionale di calcio vince i mondiali non è circostanza facile da sopportare.
La grandeur transalpina che già normalmente non viene risparmiata agli stranieri, raggiunge picchi altissimi. Però esistono sempre degli aspetti positivi che addolciscono la pillola amara e uno di questi è la possibilità di andare in edicola e acquistare quotidianamente Paris-Turf.

E proprio sul giornale ippico è uscito un reportage che passava ai raggi X il rinnovato ippodromo della capitale a 3 mesi e mezzo dalla sua riapertura.
Un articolo molto interessante che ci consente parecchi spunti di riflessione e anche dei confronti con la situazione italiana.
Partiamo dal fondo, il giudizio finale su ParisLongchamp – sì, il nome è tutto attaccatodownload e il logo scelto non è male, soprattutto ha un’aria moderna e fresca, cosa non scontata – è risultato positivo, una sufficienza piena, un sei su una scala potenziale che partiva da 1 e arrivava a 10.
Molto positivamente è stata giudicata la parte ricettiva dell’ippodromo, quindi parliamo delle tribune che la maggioranza degli spettatori ha trovato confortevoli e pure gradevoli in quel color oro che certamente nelle intenzioni voleva richiamare una sensazione di lusso che in un certo qual modo non è neppure sbagliato che un luogo simile abbia.
Anche dal lato ristorazione il nuovo Longchamp ha pienamente superato la prova, così come è stata un successo la bella iniziativa dei jeuxdi, cioè i convegni organizzati appunto il giovedì (in totale otto finora) in preserale e serale che hanno raccolto oltre 28mila spettatori con una età media di 26 anni, in una atmosfera molto meno ingessata del solito e soprattutto con un che di campestre grazie alla soluzione del Petit Pré, cioè una location creata ad hoc e immersa nel verde interno all’ippodromo.

Un primo commento che possiamo fare è che le istituzioni francesi hanno fatto centro da questo punto di vista.
jeuxdiTante persone in più sul campo rispetto ai molti infrasettimanali normalmente deserti e soprattutto tanti giovani in più. Certo non possiamo pensare che tutti siano venuti perché attirati solo dalle corse, sarebbe utopico.
Però è possibile che di queste varie migliaia alcune centinaia si siano appassionate al nostro sport e da quello che abbiamo sentito in giro non siamo così lontani dalla verità. Anche le cifre scommesse mediamente da ogni spettatore presente nel citato Petit Pré, per la stragrande maggioranza neofiti del nostro sport, ci confermano nel nostro pensiero, infatti si è passati dagli iniziali 4 euro medi agli 8 scommessi da ogni spettatore nelle ultime serate. Non siamo davanti a numeri esorbitanti, ma dobbiamo tenere conto che parliamo di una nuova iniziativa appena avviata e rivolta a persone che con ogni probabilità entravano per la prima volta in un ippodromo, quindi c’è di che essere ottimisti. Da non sottovalutare anche che, grazie a queste scelte, l’ippodromo lavora anche molto nei giorni non di corse divenendo sempre più un luogo di svago e non un corpo estraneo che si anima una o due volte la settimana.

Se facciamo un raffronto con la situazione italiana non possiamo non rammaricarci di come, da noi, non solo non si faccia pressoché nulla per migliorare le strutture di accoglienza, lodevole eccezione Merano che ha fatto, e farà nel prossimo futuro,jeuxdi2 significativi passi avanti in tal senso. Anzi dobbiamo essere contenti se non peggiorano.
Ma la cosa che più ci fa male è che pure da noi abbiamo avuto palesi conferme che la creazione di eventi porta con sé il grande pubblico.
Se pensiamo a San Siro con il convegno serale del Milano, oppure alla giornata delle Oaks, non possiamo non rammaricarci di come rappresentino delle isole di spettacolo nella mediocrità, piuttosto che perle di un percorso coordinato e costante nel tempo. Non basta organizzare bene 2 giornate in un meeting di una trentina per dire che l’ippodromo di San Siro si è aperto alla città. L’esempio ci viene proprio da Longchamp, dove si è puntato su un percorso di continuità iniziato con meno di mille spettatori, nei primi jeuxdi organizzati, e che è giunto fino agli 8mila della serata del 12 luglio.
Solo una costante e ripetuta opera porta risultati e la stessa promozione se ne giova in maniera considerevole. Chissà se da noi arriveranno a capirlo prima o poi.

Passiamo agli aspetti negativi o meglio dire da sistemare del nuovo ParisLongchamp.
Perché è vero che sarà anche una “struttura dorata” ma ci sono vari punti che non “luccicano”.
Queste zone d’ombra sono principalmente nella parte tecnica. Della pista si è parlato tanto e nel reportage le si attribuisce un voto emblematico, 1. Purtroppo i problemi esplosi nella giornata delle Poules, culminati con le vibranti proteste di fantini e allenatori, si parislongchamp pistesono presentati anche nelle giornate seguenti e infatti i tecnici stanno correndo ai ripari cercando di metterci mano per la futura riapertura di settembre.
Anche la sala dei fantini, il vestiaire, una sorta di sancta sanctorum di ogni ippodromo, non ha passato l’esame, un cinque che segna una insufficienza piena, di contraltare la sala delle bilance ha invece ottenuto un unanime apprezzamento, tanto da ottenere una valutazione pari a nove.

Ovviamente ci sono ancora aspetti da sistemare, soprattutto per quanto concerne l’accoglienza dei cavalli e dei professionisti, ma tutto sommato se escludiamo il grave problema della pista non si può non essere contenti del risultato finora ottenuto.
La pista è però argomento centrale, perché le corse si svolgono lì e non nel ristorante o in tribuna. Non è ammissibile aver trascurato il campo di gara rendendolo non sicuronouveau longchamp per cavalli e cavalieri.
Così facendo si rischia di perdere di vista il vero fine per il quale una struttura come ParisLongchamp è stata concepita, cioè dare maggior risalto possibile alle corse. Siamo certi che si sia trattato di una mancanza che verrà colmata in fretta e considerando che da noi ci è pure capitato di avere sale fantini con docce prive di acqua calda o piste mantenute in maniera peggio che indecente, siamo fiduciosi che a ParisLongchamp sapranno porvi rimedio.
Concludiamo facendo i complimenti ai giornalisti di Paris-Turf che non hanno fatto finta di nulla e, assieme alle belle novità, hanno dato ampio risalto a quello che non funziona, in questo dimostrando come la grandeur non voglia dire nascondere le magagne ma bensì affrontarle di petto.
Anche in questo in Italia abbiamo tanto da imparare e se saremo bravi magari torneremo anche noi ad essere Campioni del Mondo…

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

2 pensieri riguardo “Parislongchamp, promosso con riserva!

    Benedetto Di Giulio ha detto:
    20 luglio 2018 alle 11:35

    Proviamo ad immaginare, insieme al Dr. Viani se qualche giornalista ippico Italiano dovesse manifestare il coraggio e la competenza necessari ad effettuare la stessa operazione dei Parigini sui nostri Ippodromi, pensiamo a quelli Metropolitani ovviamente……non vorremmo accostare Longchamp a qualche disperata realtà provinciale italica. Si potrebbe benissimo prevedere che utilizzando la stessa scala, da 1 a 10 le italiche performance potrebbero arrivare al massimo a -1….di cortesia. Semplicemente improponibile il confronto Dr. Viani…purtroppo…..mondi diversi……li ci si richiama alla “grandeur” francese….qui se tanto mi da tanto al massimo possiamo richiamarci alla sciatteria ed alla capacità di adattamento, quella si Italiana, ma che ci consente di adattarci anche in negativo.

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      Antonio Viani ha risposto:
      20 luglio 2018 alle 19:47

      Ogni confronto tra una struttura moderna come ParisLongchamp e una qualsiasi delle strutture “similari” italiane è ovviamente una bastonata per noi, se pensata solo dal punto di vista delle strutture. Il confronto va fatto soprattutto sulle differenze nel rendere più appetibile il proprio prodotto.
      Se San Siro o Roma volessero competere nelle iniziative potrebbero farlo, purtroppo non ne hanno la minima intenzione e non solo oggi che i soldi sono pochi, ma pure in passato quando come si dice le “vacche erano grasse”. San Siro ha una struttura favolosa e pronta ad accogliere migliaia di neofiti e lo ha dimostrato proprio nelle due occasioni che ho riportato nell’articolo, peccato che siano degli unicum e non parte di un processo costante di promozione e rilancio. Non abbiamo forse un clima migliore a Milano (senza scomodare Roma…) che a Parigi? Eppure due sole semi-notturne/notturne, di cui una totalmente ignorata dalla pubblicità e per di più messe entrambe nello stesso fine settimana. Insomma le possibilità ci sarebbero però andrebbero sfruttate…

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