Interveniamo su Italia e Coppa d’Oro ed evitiamo di stravolgere il Milano!
Evitiamo strani esperimenti che rischiano di peggiorare la situazione attuale e torniamo a ragionare sulle basi, dando voce a proposte concrete e utili.
Torniamo a parlare di aspetti tecnici e in questo caso di programmazione.
Argomento a cui DerbyWinner è come sapete molto attento e spesso su questo blog abbiamo discusso di possibili correttivi. Ultimo in ordine di tempo la risposta data alla proposta di modificare la distanza del Gran Premio di Milano (leggi QUI).
Ci riallacciamo a questo discorso e proponiamo un paio di modifiche che prendono spunto dal meeting delle Oaks.
“… disponibilità economica e un ufficio relazioni estero…”
Innanzitutto, sono necessari due presupposti.
Primo, bisogna avere una minima disponibilità economica. Non parliamo di sforzi immani, ma di un tesoretto di circa 100mila euro complessivi da spalmare tra le due prove da potenziare. Intervento importante lo sappiamo, ma non impossibile soprattutto se, finalmente, si attuerà quella razionalizzazione del programma tanto invocata da noi.
Seconda precondizione è la volontà di tornare ad essere parte attiva del contesto internazionale. Tradotto in concreto, tornare ad avere, interno agli ippodromi o a livello centrale, un “ufficio estero” vero e funzionante.
Questo punto è decisivo, perché solo tramite una forte opera di promozione è possibile far tornare negli stranieri la voglia di correre in Italia. Parliamo di un’opera incessante fatta di contatti e incontri con allenatori ed enti esteri.
Per un simile lavoro è ovvio che servono esperti che davvero abbiano capacità relazionali, insomma non i soliti inutili raccomandati che all’estero hanno la stessa credibilità di una moneta da 3 euro.
“… ridare dignità tecnica al Gran Premio d’Italia…”
Fatta la necessaria premessa passiamo agli interventi.
Il primo è un obbligo morale, cioè ridare dignità tecnica al Gran Premio d’Italia.
La prova per i 3 anni sui 2400 metri di San Siro langue da tempo allo status di Listed, ma soprattutto è stata relegata a prova di consolazione del Derby o, al massimo, a trial tutto interno per il Milano, quest’ultima non una brutta idea in sé, ma un simile Premio, con una storia così gloriosa alle spalle, deve rappresentare qualcosa di più.
Il calendario internazionale è ingolfato e gli spazi di manovra sono limitati, ma forse con un piccolo sforzo economico e di idee si potrebbero intraprendere nuove strade.
Sotto il profilo economico sarebbe doveroso portare il montepremi di questa corsa a 100.000 euro. Questo vorrebbe dire poco più che duplicarne la dotazione, un impatto anche dal punto di vista psicologico, soprattutto per gli esteri, che oggi, come abbiamo visto anche nell’ultima edizione appena passata, snobbano completamente la corsa.
Questo aumento, assieme come detto a una politica di relazioni internazionali, potrebbe davvero consentire all’Italia di divenire non soltanto il trial italiano per il Milano, ma avere la stessa funzione per il Derby Tedesco che si disputa a inizio luglio (quest’anno l’8 luglio) e la cui prova di preparazione è Gr3, ma sui 2000 e con soli 55mila euro di dotazione, poco oltre la metà del “nuovo Italia” e pure la Union-Rennen, che è di Gr2, è sui 2200 e non va oltre i 70mila euro.
Lo status certamente aiuta le prove d’oltre Reno, ma ritengo che avere più soldi al palo farebbe diventare la nostra Listed una concreta opzione per molti trainer teutonici che non sono insensibili alle opportunità economiche.
Ma non solo, potremmo anche intercettare alcuni francesi con il Paris nel mirino, che come sappiamo si corre il 14 luglio e che magari trovano l’Hocquart una prova di preparazione troppo dura nel cammino di maturazione.
Inoltre, inglesi e irlandesi non di primissima fascia, per intenderci quelli ritenuti non abbastanza buoni per i loro Derby, oppure quei soggetti tardivi non ancora pronti a simili vette, sarebbero interessati da una soluzione economicamente allettante e che rappresenta una opportunità non presente oggi nel loro calendario, visto che l’alternativa sarebbero le King Edward II, un impegno tostissimo.
Visto quanto sopra, ritenere di raggiungere nel breve periodo almeno lo status di Gruppo 3 è aspettativa molto concreta e soprattutto a una spesa economica ben più contenuta e con sconvolgimenti selettivi nulli per il nostro allevamento, in confronto a un Milano a 3000 metri.
“… far crescere la Coppa d’Oro, che è già prova per stayer…”
La seconda modifica è legata al discorso delle corse per stayer. Nessuno, intellettualmente onesto, può affermare che l’ultima Coppa d’Oro sia stata uno spettacolo accettabile.
Al netto della convincente prestazione di Chasedown (Nathaniel), che ci fa sperare in un futuro roseo per lui, il resto del campo ha proposto uno spettacolo oggettivamente al di sotto delle seppur non elevate aspettative. A riprova che gli stayer in Italia sono merce rarissima e pure all’estero non abbondano.
Siccome è però condivisibile il progetto di salvaguardia delle corse per fondisti, portato avanti dagli enti ippici britannici, piuttosto che intervenire sul Milano (troppi gli aspetti negativi) sarebbe molto più utile cercare di far crescere la Coppa d’Oro, che è già prova per stayer.
Per svilupparla sarebbe necessario dotarla di un montepremi congruo e quindi sarebbe il caso di raddoppiare quello odierno, passando dai 42.900 di oggi a oltre 85.000 euro. In aggiunta, è doveroso creare un vero calendario di eventi minori nazionali per questa tipologia di cavalli così da incentivarne la produzione.
Così facendo creeremmo davvero una opportunità per i nostri e per molti degli stayer europei attratti da un montepremi davvero interessante e superiore a quelli oggi in dotazione a prove similari. Non dico sia certo l’upgrade, ma sarebbe molto probabile, soprattutto in seno a un Comitato Pattern che cerca ovunque prove sulla lunga distanza.
La listed milanese sfrutta un’indubbia assenza di grandi prove per fondisti nel periodo. In Francia a maggio, il 27, c’è il Vicomtesse Vigier di Gr2 e la successiva è addirittura ad agosto, il Kergorlay, stesso status.
Una soluzione sarebbe prevedere uno slittamento della Coppa a inizio luglio accorpandola con la giornata del Milano, ma forse la soluzione più idonea sarebbe mantenerla nella medesima data cercando una sponda francese, attraverso una anticipazione di una settimana della loro prova di Gruppo di maggio, così da tenere 3 settimane di intervallo e in modo da evitare la sovrapposizione con un’altra prova su distanza similare, la Curragh Cup sui 2800 e di Gr2 in programma il 1 luglio. La Coppa d’Oro diventerebbe anche il giusto contraltare dell’autunnale St Leger.
Come vedete le soluzioni ci sono e non sono neppure esageratamente dispendiose, come detto attorno al centinaio di migliaia di euro complessivi.
La selezione si compie partendo dal basso, dalla base, con interventi equilibrati che non stravolgano l’intero telaio, rischiando di farlo crollare producendo danni enormi.
Dunque evitiamo di snaturare un percorso di selezione che ha un suo senso e che va salvaguardato e potenziato e non certo distorto.
Due Gruppi in più e un percorso selettivo armonico, la vedete così male?
Antonio Viani@DerbyWinnerblog