Una Gold Cup mozzafiato per Big Orange!
Day Three con Gold Cup. Forse la corsa che più di ogni altra simboleggia il Royal Ascot. Anche quest’anno non sono mancate le emozioni e un finale di una bellezza stordente. Big Orange si è laureato campione e tutta la tribuna pareva accompagnarlo urlando verso il traguardo.
La Gold Cup è la corsa più bella del mondo!
Ok ho esagerato, ma che sia tra le corse più affascinanti per noi malati di ippica è certo, così come è sicuro che sia la corsa più rappresentativa dello spirito del Royal Ascot.
Vuoi perché è una delle prove di maggior tradizione, vuoi perché in premiazione è sempre presente la nostra amata The Queen, vuoi anche perché molto spesso la maratona sui 4 chilometri ci regala dei finali talmente avvincenti che nessuno regista potrebbe immaginare in anticipo.
Anche quest’anno le sorprese e i colpi di scena non sono mancati. Alla vigilia il caldo favorito era Order Of St George (Galileo) che andava per il bis e per entrare nella leggenda seguendo le orme del grande Yeats. La partenza però vedeva l’allievo di O’Brien senza mordente in fondo al gruppone mentre il contro favorito Big Orange (Duke Of Marmalade) si portava a ridosso del battistrada e presto ne prendeva il posto.
Probabilmente James Doyle in sella stava seguendo i dettami indicatogli al telefono qualche giorno prima della corsa dal nostro Frankie Dettori, che non potendo, causa infortunio, partecipare direttamente si era premurato di avvisare Doyle di non interferire con l’andatura del cavallo, che lui avrebbe saputo a quale velocità galoppare e che James avrebbe dovuto fare solo il passeggero e godersi il percorso. Questo non solo mostra la grandezza di Big Orange, ma evidenzia ancora di più il grande carattere di Frankie che è un campione anche per questo genere di attenzioni.
Fatto sta che si entrava in retta con Big Orange al comando e il favorito che verso il fondo del gruppo cercava di trovare la progressione giusta. Questa volta è doveroso muovere una critica a quel fenomeno che è Ryan Air Moore: era proprio necessario rimanere così indietro e quindi dover scurvare in terza ruota? Capisco la necessità di non dare una corsa troppo dura a un soggetto che forse non è uno stayer fatto e finito (visto anche il terzo nell’Arc scorso) ma forse una manovra anticipata di risalita avrebbe consentito di piazzare la progressione da più vicino. Visto il finale sono dubbi leciti.
Eh sì, perché se Big Orange provava la fuga a inizio retta, Order Of St George non si dava per vinto e risalito il gruppo in un furlong andava in caccia del leader raggiungendolo negli ultimi 50 metri ma senza riuscire a sopravanzarlo (Video QUI).
La distanza in foto tra i due era un muso, davvero poco, ma che fa la differenza tra l’essere sul palco a godersi la premiazione direttamente dalle mani della Regina e invece dover a denti stretti congratularsi come ha fatto O’Brien, molto signorilmente, al dissellaggio, con Michael Bell, il raggiante trainer di Big Orange. Il quale forse non avrà la qualità di Order ma è un signor cavallo con una testa e una grinta che non si trovano ovunque, come ha sottolineato Bell, alla sua prima affermazione nella Gold Cup, così come Doyle.
In giornata anche le Norfolk, Gruppo 2 sui 1000 per due anni, che vedevano la seconda bella affermazione ad Ascot 2017 del maghetto di Ballydoyle con Sioux Nation. Qui Ryan Moore faceva tutto per bene scattando con il suo allievo al momento opportuno lungo lo steccato lontano dalle tribune (la striscia migliore) e prendendo quella lunghezza decisiva per battere Santry (Harbour Watch) (Video QUI). Terza affermazione nel meeting per il padre Scat Daddy, che si sta imponendo sempre di più come padre di soggetti precoci, veloci e talentuosi.
Nelle Hampton ancora una affermazione di Godolphin, questa volta con il training di Saeed Bin Suroor, grazie al Dubawi Benbatl (Video QUI). In serata è pure arrivata la conferma per Joe Osborne alla guida di tutto il complesso Godolphin con il ruolo di Chief Executive. Una conferma permanente che non crediamo sia dovuta all’ottimo Royal Ascot della scuderia, ma che certo avrà reso più facile la decisione di Sua Altezza lo Sceicco Mohammed.
Prima della Gold Cup è stata la volta delle Ribblesdale dove papà Dubawi ha colpito ancora, stavolta grazie a Coronet. La quale ha avuto la meglio in un altro finale splendido (per favore fate una compilation di questi arrivi e fatene uno spot per le scuole!) e combattuto, su Mori (Frankel) che veniva stampata proprio sul palo (Video QUI).
Oggi al Royal Ascot potremo ammirare le Coronation dove la volpe da cacciare sarà Winter. Altra prova di Gruppo saranno le Commonwealth sui 6 furlong per tre anni. Di contorno le Albany per femmine di due anni, il Queen’s Vase e le King Edward II , tutte prove di Gruppo 2. Come dire, una scorpacciata imperdibile!
Antonio Viani@DerbyWinnerblog