Unicità o complementarietà, facciamo una scelta decisa per la nostra selezione!
“Che senso hanno discorsi e approfondimenti sulla selezione se poi vinci le corse e non ti pagano?”
Domanda legittima e che mi sono posto anch’io, più volte, al momento di scrivere un pezzo per DerbyWinner.
Capisco bene che parlare di selezione, percorso classico e calendario Pattern possa sembrare assurdo in un contesto dove i pagamenti sono indietro di diversi mesi, ben oltre i due promessi dalla Politica e dove neppure la più semplice delle cose sembra funzionare.
Tutto vero, ma pure in un sistema economicamente allo sfascio, perché questa è la realtà ippica italiana, è importante cercare di non perdere la speranza e continuare a lavorare per il futuro.
Se come tutti ci auguriamo verrà messo in sicurezza il fondamentale aspetto economico – alcune proposte le ho lanciate attraverso il discorso sulla programmazione generale e quella dei due anni (leggi QUI e QUI) e altre proposte, ve lo prometto, non tarderanno ad arrivare – allora dovremo partire subito con la riorganizzazione del nostro calendario e della nostra programmazione, sarebbe un delitto dover ancora perdere tempo prezioso.
Con questa prospettiva approcciamo un argomento fondamentale perché dalla risposta alla domanda discendono tutte le decisioni pratiche da prendere:
Vogliamo un programma di selezione che segua il principio dell’unicità o che sia complementare a quello di altre Nazioni Europee?
Crediamo sia meglio selezionare pensando esclusivamente al bene del materiale che abbiamo in casa e alle sue necessità, oppure crediamo che si debba selezionare avendo un occhio, o tutti e due, rivolti a quanto succede fuori confine?
Sembra una domanda accademica ma in base alla risposta i risultati sono enormemente differenti.
Oggi, per esempio, il nostro percorso classico non soddisfa nessuno dei due parametri e ve lo dimostriamo prendendo La corsa per eccellenza, il Derby. Si è concordi nel posizionarlo verso la terza domenica di maggio, sui 2200 metri.
Se seguissimo una visione autarchica dovremmo come minimo spostare la nostra più importante Classica di due o tre settimane, cioè tra inizio giugno e metà giugno, periodo nel quale già si disputano i famosi Derby di Epsom (The Derby) e il Jockey di Chantilly e dunque un paio abbondante di settimane prima del Derby irlandese del Curragh e circa un mese prima del Derby tedesco di Amburgo che lo scorso anno si è corso il 10 di luglio.
Questo slittamento consentirebbe di dispiegare armonicamente il programma di avvicinamento all’evento clou, dando il giusto tempo a ogni protagonista di maturare secondo le sue caratteristiche e lasciando i giusti intervalli di recupero tra una prova e l’altra.
Se invece prevalesse una visione rivolta verso l’armonizzazione con i programmi esteri? Discorso non facile perché bisognerebbe innanzitutto decidere a quale programma diventare propedeutici.
Se propendessimo per quello inglese e francese, vicini tra loro nel tempo, vorrebbe dire anticipare a non più tardi della prima quindicina di maggio il nostro evento. Questo anticipo ci porterebbe a tre o quattro settimane dai due Derby suddetti. Intervallo perfetto, però vorrebbe dire anticipare ancora di più la nostra preparazione nazionale con delle Ghinee che per mantenere l’intervallo esistente dovrebbero essere spostate entro il 15-20 aprile, ricordiamo che già quest’anno molti allenatori si sono lamentati delle Ghinee al 24 aprile, troppo presto a loro dire. Inoltre i vari trial per il Derby (il Filiberto e il Botticelli in primis) verrebbero anch’essi anticipati e pressoché in concomitanza con le Ghinee.
Infine non va dimenticato che negli ultimi anni queste due ippiche hanno portato pochi atleti al nostro Derby, che sia solo per le scarse due settimane di distanza tra le prove? Oppure è dovuto alla mancanza di interesse di inglesi e francesi alle nostre prove di primavera? Domande da porsi se vogliamo programmare con costrutto.
La vera connessione, come date, l’avremmo con il Derby del Curragh, nel 2016 disputato il 25 giugno, a poco più di un mese dal nostro. Però è inutile ricordare quanto siano recalcitranti i trainer e proprietari a lasciare l’isola di smeraldo, giusto lo scorso anno abbiamo avuto True Solitaire, ma dal 2010 è l’unico.
Se dovessimo invece seguire la storia della nostra corsa, dovremmo propendere verso la programmazione tedesca, unica nazione ippica che con continuità, seppur borbottando, si presenta alle nostre corse e al Derby in particolare. Restando solo agli ultimi anni ricordiamo tra i tanti, Feuerblitz, vincitore del Derby 2012, la Danedream terza del Derby di Crackerjack King o per ultimo l’Isfahan che naufragò sul duro di Capannelle lo scorso maggio, solo quinto da favorito, per poi tornare a splendere un mese e mezzo dopo, sul pesante, ad Amburgo nel Deutsch Derby con in sella un super Dario Vargiu.
Innegabile il contributo numerico e qualitativo che i teutonici hanno sempre dato alla nostra corsa faro. Detto questo allora, forse, bisognerebbe spostare a inizio giugno la Classica di Capannelle in modo da portarla a un mese dalla prova di Amburgo per ottimizzare queste affinità.
Come vedete solo per una corsa, d’accordo la principale, abbiamo numerose scelte e date da scegliere a seconda che prevalga una visione piuttosto che un’altra.
Badate bene che finora non abbiamo neppure toccato la questione della distanza del Derby, perché è innegabile che esiste una differenza tra i 22oo e i 2400 metri. Una visione più portata a seguire programmi esteri dovrebbe mantenere i 2200, visto che la tendenza prevalente è quella di accorciare le distanze, vedi il Jockey francese a 2100.
Se invece dovessimo preferire uno sguardo più rivolto all’interno con ogni probabilità dovremmo allungare la prova di un furlong, perché se è vero che gli stalloni possono essere stati anche dei velocisti (e che stalloni!) è altrettanto vero che alla fine i 2400 sono ancora oggi la misura della selezione di altissimo livello, non solo nella maggioranza dei Derby ma pure ad esempio nell’Arc.
Infine sembrerà fuori contesto ma la dotazione di una corsa fa spesso, non sempre, la sua fortuna tecnica. Magari non sarà l’unico aspetto o quello principale, ma certamente avere una dotazione appropriata aiuta.
Capite dunque bene che il discorso è lunghissimo, dovendo farlo non solo per tutto il circuito classico ma pure per i giovani e gli anziani, e necessita di molto tempo per arrivare alla soluzione migliore per la nostra ippica, però prima lo si inizia e prima troveremo la via giusta.
In questa occasione mi viene difficile dare giudizi netti, altre volte (vedi numero convegni e programma dei due anni) il discorso era più semplice perché esistevano dei dati oggettivi e innegabili, mentre in questo caso non posso in tutta onestà dire che una visione sia più giusta dell’altra, entrambe hanno valide ragione da proporre e una storia dietro. Capisco bene che la data attorno al 20 maggio cerchi di salvare capra e cavoli, cioè ci mettiamo non troppo lontani dal Derby Tedesco (un mese e una ventina di giorni) e non proprio nel fine settimana di Epsom e Chantilly, però non sono così sicuro sia quella ottimale.
Dovendo scegliere dove schierarmi, come è sempre fatto in questo blog (pure troppo secondo alcuni…), sarei per spostare la data a inizio giugno.
Così facendo molti diranno che perderemmo la possibilità di avere in gara inglesi e francesi.
Rispondo dicendo, prima di tutto, questi già adesso vengono con il contagocce e in seconda battuta per me sarebbe vero proprio il contrario.
Sono convinto che sarebbe più facile avere alla partenza le seconde lame o i soggetti esteri tardivi, cioè quelli che ritengono le prove di Epsom o Chantilly troppo dure o arrivate troppo in anticipo rispetto al loro processo di maturazione. Ovvio che con questo spostamento dovrebbe essere ancora più facile, perché ridurremmo l’intervallo con il loro Derby, avere soggetti tedeschi al via.
Che ne pensate? Siete per ottimizzare le risorse interne o per cercare di ampliare il confronto internazionale? Siete per un programma pensato per noi o per adeguare il nostro a quello degli altri?
Unicità o complementarietà? Fate la vostra scelta perché ne va del vostro (nostro) futuro.
Antonio Viani@DerbyWinnerblog
18 gennaio 2017 alle 22:23
Occorre innanzi tutto contestualizzare l’ippica al momento politico nazionale ed internazionale. Qualsiasi scelta dovrà avere contezza del contesto. Se si hanno ambizioni di sviluppo e di crescita, è necessario dimostrare personalità ed orgoglio nazionale, un occhio al presente ma senza dimenticare il passato a beneficio di un progetto futuro che non potrà non tener conto dei nostri partners europei e delle loro caratteristiche, da confrontare con le nostre e con le quali armonizzarsi. In una parola: competere.
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19 gennaio 2017 alle 10:26
Grazie Benedetto del tuo intervento. Concordo in pieno sulla necessità che ogni intervento sia aderente al contesto nel quale si opera. Però è innegabile che una scelta netta vada presa. Cerchiamo di armonizzarci al contesto europeo? E anche qui a quale ippica d’oltre confine riteniamo sia giusto essere complementari? Per capirci, meglio UK o la Francia oppure ancora meglio la Germania? Oppure è meglio diventare “autarchici” e ritenere che il fine ultimo e più giusto sia selezionare il nostro meglio?
Come ho scritto nell’articolo, non esiste una risposta giusta e una sbagliata, ma due visioni che hanno pregi e difetti entrambe, ma una scelta decisa a mio parere va presa.
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