Arriva il Derby: godiamocelo!
Domani si rinnova il rito pagano dell’appuntamento con la storia, per la 133esima volta andrà in scena il Derby Italiano e tutti noi appassionati dello sport più bello del mondo, dobbiamo essere entusiasti e pronti a mettere il vestito della festa per celebrare al meglio la giornata clou dell’anno.
Per un giorno, solo domani mi raccomando, dimentichiamo le sventure e le magagne della nostra ippica, i tanti problemi che ci stanno uccidendo e godiamoci il Derby.
In tanti hanno sottolineato che il nostro Derby non è più quello del passato, i protagonisti italiani sono pressoché tutti in mano a un unico allenatore e via così nelle lamentele.
Magari tutte queste considerazioni hanno anche con un fondo di verità, non abbiamo le fette di salame sugli occhi, ma i motivi per essere felici domani sono molti di più e qui ve ne presentiamo velocemente alcuni, siamo sicuri che voi lettori ne troverete tanti altri.
Innanzitutto è innegabile che gli ospiti scesi a Roma quest’anno siano i migliori da molti anni, alcuni hanno fatto riferimenti e paragoni con la campionessa Danedream, ma la femmina da Lomitas arrivava alla sfida clou di Capannelle con un pregresso agonistico inferiore a quello di Isfahan (Lord Of England) e anche di True Solitaire (Oasis Dream).
Il primo dei due invader è uno dei più caldi favoriti del Deutsch Derby di luglio ad Amburgo, addirittura pareva che Andreas Wöhler non volesse scendere perché riteneva troppo valido il suo allievo per il nostro Derby, le vittorie a due anni nel Winterfavoriten e a tre al rientro nel Bavarian Classic di Monaco sono lì a testimoniare la bontà del soggetto.
Il secondo arriva dall’Irlanda e ha una serie di piazzamenti molto significativi come il secondo nelle Beresford a due anni e ancora il posto d’onore nel trial per le 2000 Ghinee, insomma l’allievo di Dermot Weld è un signor cavallo che ha già dimostrato di valere sopra il 110 di rating, non male davvero.
Il secondo aspetto positivo è dato dall’imprevedibilità della forma italiana perché finora nessuno dei nostri può essere indicato come il chiaro capofila della generazione tricolore. Le aspettative su alcuni sono misteriose, anche per via delle poche corse disputate, vedi Dee Dee D’Or (Zebedee) che non ha corso a due anni e dopo il debutto vincente a marzo nel Donatello ha stupito tutti nel Filiberto, certamente è un cavallo di grande prospettiva ma possiamo già incoronarlo come super favorito?
Difficile o almeno non può essere l’unico, perché dai trial di Roma, il Botticelli, è venuto fuori l’ennesimo Effevi che corre forte, cioè Freedom Beel (Pour Moi) che magari non ruba l’occhio però in tre corse fatte non ha ancora conosciuto sconfitta e questo vale più di molte parole. Il feeling tra la corsa faro e la scuderia della famiglia Villa è inoltre particolarmente solido, soprattutto nell’ultimo periodo, quindi attenzione.
Un altra sorpresa può essere l’italianissimo Presley (Gladiatorus) della Quafin che finora pare aver scientemente evitato di incrociare le lame con i più tosti preferendo un percorso nascosto e magari uscire al momento opportuno per piazzare la zampata che porta direttamente nella storia.
Terzo nota lieta è data dall’attenzione da parte estera ai nostri migliori cavalli, infatti il già menzionato Dee Dee D’Or è stato acquistato dal proprietario di Hong Kong Robert Ng, non una scuderia qualsiasi ma una delle più forti nella ex colonia e con tanti cavalli in allenamento anche in Europa, ad esempio Dicton, l’ottimo miler in allenamento da Bietolini in Francia. Questa attenzione se da un lato ci priva di ottimi cavalli soprattutto per la carriera da anziani non può che rappresentare ancora uno degli aspetti più importanti e positivi della nostra ippica. Finché saremo in grado di creare puledri che interessano oltre confine avremo (almeno) una funzione all’interno del consesso ippico globale, non sarà tantissimo ma certo non è poco.
Altra nota positiva è la presenza di scuderie storiche del nostro galoppo che di anno in anno continuano a investire per essere presenti nella gara che cambia la storia di un cavallo. Detto della Effevi e del suo Freedom Beel, non possiamo dimenticare il Blueberry Poeta Diletto (Poet’s Voice) che è molto di più di un buon prodotto, visto che è il detentore del Parioli e l’ingaggio nel Derby è stato fatto perché si ritiene che dopo il doppio exploit, Parioli-Derby, di un certo Worthadd ci sia ancora la possibilità di fare un’impresa straordinaria.
Ma la passione non si ferma qui, perché da Milano scende anche l’unico italiano non allenato da Stefano Botti, cioè l’Incolinx Saent (Strategic Prince) che dopo aver seguito una carriera tutta impostata sul miglio adesso prova ad allungare, visti i tanti critici che l’allievo del duo Grizzetti-Borgato ha già zittito in passato non sarebbe una sorpresa trovarselo tra i primi.
Altra ragione per essere ottimisti è che le nostre classiche per i due anni, sia il Gran Criterium sia il Berardelli, hanno laureato dei cavalli che con il passaggio di età si sono dimostrati solidi e non solo degli eroi buoni per una stagione. Detto di Poeta Diletto, anche Biz Heart (Roderic O’onnor) si presenta dopo il Gran Criterium con tutte le carte in regola per ben figurare, soprattutto se ha risolto quei problemi di nevrilità che lo hanno afflitto.
Infine chiude il gruppo il meno atteso e che è stato in dubbio dal partecipare fino alla fine, il Pounced Full Drago, non certo un fenomeno ma sicuramente un cavallo concreto che il suo lo da sempre, magari domani non basterà per vincere ma i black horse esistono da sempre e sono spesso i cavalli che più rimangono nella storia.
Vi abbiamo elencato alcune delle ragioni per essere contenti e per non disertare domani la Classica per antonomasia del nostro galoppo, siamo sicuri che se vi sforzate ne troverete ancora altre di ragioni.
Se tutto questo non vi basta concludiamo questa presentazione un poco diversa sussurrandovi in un orecchio la vera ragione principale per esserci domani: perché il Derby è il Derby! A domani!!
Antonio Viani@DerbyWinnerblog