Il 142esimo Kentucky Derby. Anno I dopo American Pharoah!
Oggi si corre il Kentucky Derby, il primo dopo il ciclone American Pharoah ed è dunque con grande piacere che ospitiamo il contributo del nostro esperto ippico Paolo Romanelli (Ital-Cal Horse) che ci racconta non solo della sfida ma di tutto quanto rappresenti il Kentucky Derby per gli Americani, perché la Run For The Roses è molto più di una corsa, è il paradigma dello stile di vita a stelle e strisce.
Sabato 7 Maggio, 6:34 di pomeriggio, eastern standard time, tutti gli Stati Uniti d’America si fermano per guardare o ascoltare le gesta della 142ma edizione del Kentucky Derby, è The first Saturday in May una tradizione che dura appunto da quasi un secolo e mezzo, un giorno che per gli Americani ha un solo pensiero: il Kentucky Derby.
Il primo sabato di Maggio in USA al post time del Run for the Roses si interrompono conferenze, matrimoni, programmi tv e le partite di baseball o basketball vanno al time out pur di permettere a tutti di godere dei two most watched minutes in American sport, un’epopea nazionale.
I dati per l’ippica non sono da meno, basti guardare all’edizione 2015 con il record di 170.513 spettatori a Churchill Downs, un volume di gioco totale di 194.3 milioni di dollari dei quali 23 milioni scommessi sul campo, tutti al totalizzatore e tutto questo ancora ignari della storica impresa di American Pharoah. Non sarà facile superare i numeri dell’edizione 2015, ma anche quest’anno gli uomini di Churchill Downs ci provano, i cancelli del mitico ippodromo delle Twin Spires di Louisville sabato apriranno alle 8:00 del mattino con la prima delle 14 corse in programma al via alle 10:30 AM, una giornata totale per gli Americani che amano svegliarsi presto, e alle prime corse già mezzo ippodromo pieno.
Durante la giornata la perfetta organizzazione e la quasi maniacale puntualità con tutte le corse che partono in perfetto orario seguendo un sistema basato fondamentalmente sul rispetto, quel rispetto che ad esempio ispira tutti gli allenatori a dare immediatamente gamba al loro fantino quando sentono l’ordine di riders up, magari fosse cosi anche in Italia, e poi l’entrata nelle gabbie velocissima, sempre dal numero uno in su, senza favoritismi o eccezioni.
Puntualità ed efficienza sono obbligatorie non solo per rispetto del pubblico ma soprattutto per via dei diritti TV, sabato la rete nazionale NBC manderà in onda ben 7 ore e mezzo di trasmissione in diretta da Churchill Downs, da mezzogiorno alle 16:00 su NBC Sport e dalle 16:00 alle 19:30 sul canale generalista di NBC, tutto durante il prime time pomeridiano e settimanale, con anchors preparatissimi di grande caratura tecnica e carismatica. Come se RAI 1 o RAI 2 trasmettessero tre ore e mezzo continue di sole corse di cavalli, con naturalmente interruzioni pubblicitarie costosissime e con parte degli introiti a girati all’ippica.
Torniamo però un attimo sulle scommesse, il vero, importante, motore della crescita ippica USA.
A Churchill Downs come nel resto degli ippodromi della nazione c’è solo il totalizzatore, il prelievo su win, place e show è del 17.5% e sulle scommesse cosiddette esotiche del 22% ed è facile capire che con questi numeri chi ha bisogno della quota fissa?
Gli scommettitori grossi e piccoli giocano volentieri, i premi crescono e lo stato incassa cifre molto importanti, gli ippodromi (tutti privati) pagano i premi in due settimane dai proventi delle scommesse, i proprietari riscuotono e reinvestono subito alle tante aste per la gioia degli allevatori.
La scommessa è fondamentale per l’espansione dell’Ippica USA e il Kentucky Derby ne è un testimone importante, da mesi su siti e giornali specializzati si sprecano i forum di Handicappers come Steven Crist (il Direttore del Daily Racing Form) e Andrew Beyer (le Beyer speed figures) per spiegare chi e come giocare nel Kentucky Derby, qui a fianco trovare il link (Daily Racing Form).
Poi c’è il marketing e lo spettacolo, dei quali gli Americani sono maestri, in questi giorni è uscito il bellissimo libro di Joe Drape, giornalista del NY Times su American Pharoah, il New York Times stesso per la sua domenicale rubrica What to do in 36 hours ha scelto la città di Louisville, ecco il link (NY Times).
Naturalmente come ogni anno a partire da domenica scorsa Churchill Downs e Louisville hanno messo in scena una serie di magici eventi dal Dawn at the Downs con il breakfast, tutti i giorni dale 7:00 alle 9:00 AM a bordo pista a vedere i lavori, alla cena con tutti i trainers sparsi fra i tavoli degli appassionati interessati al prezzo di $150 a testa, poi i gala dell’Unbridled Eve o del Brownstable Barn Gala, e le tante feste in città, (Sito QUI).
E la corsa direte giustamente voi?
La 142esima edizione del Run for the Roses, 20 partenti, 2 riserve, Gr.I, 2.000 metri in sabbia, $ 2.391.600, propone e accentua il solito pathos o drama che tanto piace agli Americani, l’imbattuto, 7 su 7, Nyquist (Uncle Mo) è il favorito a 3 contro 1, il dubbio però rimane la distanza, la sua migliore Beyer Figure, 101 è arrivata sui 1400 del San Vicente, 6 degli ultimi 7 vincitori avevano Raise a Native o Bold Ruler nello stallone, Nyquist ha Nasrullah, l’ultimo laureato di Run for the Roses con Nasrullah in linea paterna e` stata la femmina Winning Colors nel 1988.
Ancora, è dall’ottantasei ci sono stati solo 4 Kentucky Derby winner con Northern Dancer nella linea paterna, in questa edizione troviamo Oscar Nominated, Destin, Mor Spirit and Brody’s Cause, inoltre soltanto 2 degli ultimi 48 Ky DerbyWinner non hanno corso a due anni, situazione che quest’anno annovera Creator, Majesto, My Man Sam e Trojan Nation.
Andando avanti con questa tipologia di statistiche per esclusione rimane solo un nome quello di Exaggerator, 8 a 1, a segno nel Santa Anita Derby per i fratelli Desormeaux.
Il Kentucky Derby stimola sempre anche enormi interessi stallonieri, l’edizione 142 viene proposta come la sfida fra Uncle Mo (Mo Tom, Nyquist, Outwork e Laoban) del gruppo Coolmore in partnership con Mike Repole e Tapit (Creator, Lani, Mohaymen e in parte da My Man San, questo da Trappe Shot figlio di Tapit) della Gainesway Farm adesso proprietà di Anthony Berck, ma come dice il nome fondata dal grandissimo visionario John Gaines, l’uomo che ha creato da zero la Breeders’ Cup e la NTA poi NTRA.
Proprio prendendo spunto da questo grandissimo uomo e ippico, per il Kentucky Derby 2016, ma potremmo mutuarla per tutta l’ippica vorremmo concludere con una sua storica frase che ha dato l’ispirazione a tutti i suoi successi: “If you don’t believe in miracles, you are not a realist!”.
©Paolo Romanelli