Le Aste SGA 2015? Analisi di un successo oltre ogni aspettativa!
Abbiamo aspettato alcuni giorni dall’Asta Selezionata 2015 di Settimo Milanese proprio per lasciar sedimentare le emozioni della presa diretta (speriamo abbiate gradito il nostro “live” sulla pagina Facebook di DerbyWinner con annesse foto) e cercare di essere i più razionali possibile, cercando di ragionare a fondo su quanto abbiamo visto. Come scritto nel titolo, per noi l’Asta SGA 2015 è stato un successo.
Li sentiamo già i rimbrotti: “I soliti invasati sciovinisti di DerbyWinner, ma come si fa ad essere contenti di un’asta con soli 66(sessantasei) prodotti in vendita e che ha realizzato il top price a 70mila euro?”.
Ebbene sì, a nostro parere i motivi per sorridere, o quantomeno per essere ottimisti, sono molti e se avrete la gentilezza di seguirci nel nostro ragionamento (o follia, a seconda…) cercheremo di spiegarveli.
Innanzi tutto dobbiamo partire contestualizzando la sessione milanese nella realtà ippica italiana e nelle premesse antecedenti alle aste. Il settore vive momenti di grande criticità e si fa una fatica del diavolo a vedere la luce in fondo al tunnel. Le problematiche sono tante, dai premi paganti con un ritardo abissale alla mancanza di una programmazione che incentivi selezione e investimenti (vedi l’intervista ad Isabella Bezzera) fino alla rarefazione, nelle nostre corse pattern, del vitale confronto con la forma estera. Tutte difficoltà che impattano pesantemente con un’asta di yearling e in primis con i risultati della stessa.
A questi problemi aggiungiamo che il catalogo 2015 era scarno nei numeri – 73 iscritti e 67 in offerta, come detto – e scontava un appeal poco internazionale e commerciale degli stalloni presenti. Abbastanza ovvio quanto sopra, la crisi morde da un quinquennio abbondante e molti allevatori non se la sono sentita di andare a coprire le cavalle all’estero preferendo rimanere in Italia, scelta che se da un lato consente di contenere i costi dall’altro purtroppo sconta un quasi totale disinteresse della clientela top, italiana o estera che sia. Prova ne è il fatto che nei primi 20 soggetti per valore venduti, solo l’ultimo, il ventesimo, è figlio di uno stallone residente da noi, il Colossus da Ideale Dancing acquistato per 15mila euro dalla Topeeka.
Giusta o sbagliata che sia questa scelta degli acquirenti dell’asta, a nostro parere molto sbagliata visti i risultati nelle nostre corse degli stalloni italiani, purtroppo è un aspetto negativo che pesa, soprattutto se nella tua Asta hai prodotti che provengono per il 61% (41 su 67) da stalloni residenti in Italia o che l’hanno appena lasciata.
Eppure a fronte di tutto questo, i cavalli che hanno trovato un acquirente sono stati 46, pari a circa il 70% dell’offerta, in ribasso rispetto al 79% dello scorso anno ma su un bouquet più ampio (67 in offerta nel 2014). Inoltre abbiamo sentore che all’amichevole molti dei non venduti abbiano trovato comunque una destinazione.
Il fatturato ha scontato i numeri esigui posizionandosi appena sotto ai 900mila euro contro il milione e 243mila euro dello scorso anno, ma se prendiamo indicatori comparabili vediamo che la media è addirittura aumentata a 19.163 contro i 18.552 euro del 2014 e soprattutto la mediana ha visto un incremento da 11mila a 12mila euro per prodotto. Questi dati in uno scenario con tanti punti di crisi sono ottimi in sé, in più discendono da un mercato senza picchi e dunque hanno un valore ancora più veritiero perché non “drogati” da punte eccessive e fuori mercato.
Altro dato positivo sono la varietà di soggetti che hanno acquistato, dagli stranieri come Con Marnane, sempre presente alle nostre aste, alle scuderie italiane che non vogliono dire basta e continuano a scommettere sull’ippica italiana.
Ancora, se alcune scelte di non vendere degli allevatori non ci fossero state i numeri sarebbero stati davvero super. Ad esempio il top price avrebbe potuto essere la femmina da Cottonmouth, la mamma di Dylan Mouth, e Lawman arrivata fino a 110mila ma che alla fine l’Azienda Agricola Mariano ha deciso di tenersi e non cedere alle lusinghe della Effevi, decisione presa probabilmente in un’ottica allevatoria. Il vero, anzi i veri, visto che sono due entrambi made in Razza del Sole, top price dell’asta hanno toccato quota 70mila e sono un bel maschio da Exceed And Excel e Fair Nashwan (mamma della Listed winner Fair Dubawi) acquistato dalla Rencati a risoluzione di una comproprietà e una femmina da Poet’s Voice e Maschera D’Oro mamma di mia Mia Diletta passato alla Effevi.
In conclusione quest’asta non ha soltanto testimoniato che l’ippica a dispetto di tutto sopravvive ma anzi che la passione è ancora tanta e che se solo ci fosse una gestione capace di ben convogliare questo impulso dandogli gli strumenti per svilupparsi avremmo ancora tanto da poter raccontare. Lo so stiamo sognando, ma è già un successo poterlo fare, o no?
Antonio Viani@DerbyWinnerblog
16 ottobre 2015 alle 11:11
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