Derby Story #6: Isonomy, il Re di Coppe
Il caso ti fa campione una sola volta, le vittorie ti consacrano per sempre.
Doncaster, settembre 1879.
“Lui è il più forte che abbia mai visto. Se non lo fosse, oggi non avrebbe vinto”.
Queste le parole di Lord Falmouth subito dopo l’arrivo della Doncaster Cup vinta da Isonomy sulla sua Jannette. La femmina, montata da Fred Archer, l’anno prima qui aveva vinto il St.Leger contro i maschi, ma oggi, come in giugno ad Ascot nella Gold Cup, vede solo la coda del figlio di Sterling. Archer in tutti i modi cerca di fermarlo, alcuni molto borderline, come ondeggiare pesantemente sul rivale, ma il cuore e il coraggio di Isonomy respinge tutto e tutti.
È la consacrazione di una cavalcata iniziata ad Ascot nel Gold Vase battendo Silvio (altro boccone amaro per la connection Archer – Lord Falmouth) e proseguita nella citata Gold Cup, passando per le coppe di Goodwood a fine luglio, a Brighton il mese dopo, arrivando oggi a Doncaster via York, altra tappa fondamentale della leggenda.
York, 27 agosto 1879.
Mud and water flying in all direction. Letteralmente, fango e acqua da ogni direzione. Questo lo scenario da tregenda che si prospetta su York e il suo ippodromo, dove è in programma il Great Ebor Handicap. 2920 metri allungati dalla pista resa faticosa dalla pioggia. Gli intrepidi presenti verranno ripagati da un Isonomy vincitore in canter per otto lunghezze.
Non è finita, torniamo ancora indietro nel tempo, dove tutto iniziò. Qualche mese prima…
Newmarket, 22 ottobre 1878 .
In programma il Cambridgeshire Handicap, una delle prove più ambite del calendario sulla distanza dei 1800 metri. Fra i 34 al via spicca il nome del favorito, Hampton, specialista dei grossi handicap e l’anno scorso vincitore tra le altre della Doncaster Cup.
In fondo alla scala dei pesi, con 45 chilogrammi in sella, abbandonato al gioco a 40 contro 1, si trova Isonomy, tre anni, in allenamento dal mago John Porter per i colori di Frederic Gritten, un produttore di birra con la scommessa nel sangue. La quota dei bookies è corretta e la carta parla chiaro: debutto con un secondo l’anno scorso in agosto a Brighton, seguito da un paio di prove per i puledri senza infamia e senza lode.
Alla partenza solita carica da seguire con i binocoli dalla tribuna. Ai 200 finali prende la testa, assecondato al meglio da Tom Cannon, proprio il pensionario di Porter, Isonomy, che piazza lo scatto decisivo e si impone di due chiare lunghezze.
Sul programma il premio al vincitore recita circa 2.700 sterline, un bel gruzzolo per Gritten che passa anche alla cassa e ne ritira altri 40.000. Eh sì, ha fatto bingo.
Isonomy, nato tardivo nel maggio ’75, piuttosto esile, ma dal fisico proporzionato, ha saltato di proposito, per volere di Gritten, la campagna classica dei tre anni per prepararsi a questa prova. La lunga assenza dalle piste ed un curriculum giovanile senza squilli ne avrebbe sicuramente fatto alzare la quota ed azzerare in preventivo le chances.
A parlare è come sempre la pista ed il palo l’unico giudice.
Come a Manchester, nella primavera dell’80, in occasione dell’ultimo acuto del campione che, portandosi a spasso avversari e quasi 63 chili in sella, spazia a piacimento nella coppa d’inizio stagione. Quella tonnellata in sella allontana le giocate e Gritten incassa altre 25.000 sterline.
I nomi dati ai cavalli spesso e volentieri rispecchiano l’etimo del loro significato.
Se nelle concezioni di Alcmeone di Crotone e di Epicuro risalta nel significato della parola Isonomy la perfetta armonia e l’equilibrio, del corpo nel primo e dell’ infinito cosmico nel secondo, questo traspare senza dubbio nelle gesta del nipote di Stockwell.
Per molti, in primis il suo allenatore – affermando di non aver allenato cavalli migliori in carriera (pur avendo come paragone tre vincitori di Triplice Corona) – il figlio di Sterling rimane uno dei più grandi protagonisti non solo del suo tempo.
Si scrive Isonomy, si legge Re di Coppe: Ascot Gold Cup, Goodwood Cup, Doncaster Cup 1879. La Triplice Corona dei fondisti e’ completata.
Ci vorranno 70 anni e un campione Reale come Alycidon per ripetere l’impresa, basta questo per valutare l’impresa compiuta…
Luca Zavatteri
Photo Isonomy ©TB Heritage
Photo Tom Cannon©Vanity Fair, 12-09-1885