Longchamp Trial – Il Vermeille di Treve
Vi avevamo detto che dopo questo ricchissimo weekend europeo il quadro a tinte vaghe del prossimo Arc de Triomphe si sarebbe schiarito, ma alla resa dei conti la nebbia fitta non vuole proprio abbandonare il big event parigino, con l’antepost betting che ha cambiato padrone parecchie volte dall’estate scorsa.
Il forfait di Sea The Moon, lo stop inatteso di Australia e il rientro opaco della reginetta Treve ha fatto risalire clamorosamente le quotazioni della tre anni Taghrooda, la baia da Sea The Stars che dopo i trials parigini di ieri è tornata in cima all’antepost ad una quota intorno al 6/1 che la dice lunga sull’incertezza generale.
Ieri a Longchamp, nel Vermeille, si attendeva una risposta dalla dominatrice dello scorso anno ma la quattro anni da Motivator, alla ricomparsa dal flop nelle Prince of Wales’s, nonostante il ritorno forzato in sella, voluto da Criquette Head, di Thierry Jarnet, e una tattica all’estrema attesa, non è andata aldilà del quarto posto, incapace di sprigionare quel famoso cambio di marcia che a tre anni aveva strabiliato il mondo.
Il successo è andato a sorpresa alla quattro anni di Andre Fabre Baltic Baroness, una Shamardal del Gestüt Ammerland che rimaneva su due vittorie consecutive in listed. La baia, grazie ad un grintoso Maxime Guyon, ha messo rimontato di una testa la leader Pomology, l’allieva di John Gosden costretta alla prima sconfitta della carriera. La figlia di Arch cara ad Haya di Giordania esce comunque a testa alta dalla contesa e insieme all’Aga Khan Dolniya (Azamour), terza con un buon finale, potrebbe puntare al Prix de l’Opera il giorno dell’Arc, possibile logico obiettivo anche della vincitrice.
Discorso a parte invece per Treve, la cui quota è risalita fino all’8/1, che nonostante le tre sconfitte subite in stagione tenterà tra tre settimane di difendere la corona. “Non ha corso male, era ancora corta d’azione per i soliti fastidiosi problemi ai piedi probabilmente ancora non risolti del tutto – le parole di Criquette Head -. Il terreno non l’ha aiutata ma non ci sono scusanti, parlerò con Sheikh Joaan però non faremo forfait, la corsa le serviva e so quanto può progredire, l’Arc resta l’obiettivo finale della sua carriera”. Parole di circostanza che fanno decisamente sorridere, soprattutto Frankie, vista la prestazione incolore di una cavalla che soltanto un anno fa aveva dominato Diane, Vermeille e Arc proponendosi come una leggenda. Infiniti problemi e un passaggio non completato dai tre ai quattro anni hanno riportato sulla terra la povera Treve, che di certo non meritava una fine di carriera del genere, metterla in razza dopo il clamoroso tonfo di Ascot era troppo difficile?
Edoardo Borsacchi@Edobor88Edoardo
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