Tatts Book1, nessun limite ai record!

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Tattersalls_UKSpettacolare, strabiliante, senza limiti!
Scegliete voi l’aggettivo più rappresentativo per definire quanto successo nella tre giorni del Book 1 di Tattersalls.
Ci eravamo certamente abituati bene con le aste di agosto ad Arqana, ma queste, senza dubbio, hanno superato le più rosee aspettative di chiunque, anche degli stessi organizzatori, come ben riportato su European Bloodstock News, dove il chairman di Tatts Edmond Mahony pur ammettendo che i presupposti per un’asta top erano tutti presenti, nemmeno loro potevano aspettarsi lo straordinario livello di scambi raggiunto.

In numeri passo a raccontarvi di un Book1 che ha ottenuto un fatturato di 126,671,000 ghinee, oltre 40 milioni di ghinee, avete letto bene, in più dello scorso anno, cioè un bel più 47%.
L’offerta era leggermente in aumento, dai 452 del 2021 siamo giunti a 489 di questa edizione, e il clearance rate, la percentuale dei venduti, ha toccato quota 87%.
Il prezzo medio è stato di 298,752, più 30% e il mediano un bel 200,000 ghinee tonde, anche qui segno più del 25% sul 2021. Scontato dirvi che sono tutti indicatori che hanno fatto segnare il record all-time.  

L’offerta era inevitabilmente di un livello sopraffino, ma non va mai preso sotto gamba il lavoro degli organizzatori che hanno fatto sì che tutto l’universo ippico che conta fosse presente a Newmarket, dai Paesi del Golfo, fino al Giappone, passando per Americani, Europei e Australiani, tutti i big player non hanno voluto mancare.
Vi basti guardare che il top price è stato fatto segnare da Godolphin, che per la cifra record di 2,8 milionifrankel so mi dar tatts2022bk1 ha inchiostrato il Frankel figlio di So Mi Dar, sorella piena di Too Darn Hot e Lah Ti Dar, ma subito sotto troviamo Magnier in coppia con la White Birch Farm che per 2,4 milioni hanno portato a casa un altro Frankel – quest’ultimo oramai consacrato come nuovo Galileo e vero mattatore dell’asta con i primi 4 lotti tutti suoi figli e 5 dei primi 10 – con mamma Sweepstake, mamma di Broome e Point Lonsdale. Oppure il giapponese Yoshito Yahagi di JS Company che per 1,6 milioni ha siglato un Dubawi, con il sogno di correre e vincere l’Arc sempre presente. Quest’ultimo stallone è stato il vero rivale del già citato immenso Frankel, ed ha avuto, anche grazie al sostegno del suo mentore Godolphin, ben 4 lotti tra i primi 10 dell’asta. L’unico capace di interrompere questo duopolio è stato Lope De Vega, con un lotto tra i primi 10.  

In definitiva un’asta riuscita sotto ogni punto di vista. Tre lotti pari o sopra i 2 milioni di prezzo e ben 16 da almeno 1 milione, not bad at all! 
Tra i compratori, ha brillato la stella di Godolphin che ha firmato ben 35 arrivi per l’impressionante cifra di 25,355,000 ghinee, il secondo, l’agente Richard Knight e il terzo, i già menzionati Magnier e White Birch Farm (il miliardario Peter Brant per capirci), se sommati assieme raggiungono 20,6 milioni, questo per darvi un’idea più precisa del dominio dello Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum sulla tre giorni di vendite.
Invece tra i consignor c’è stato più equilibrio, con il Newsells che ha venduto 23 lotti per un controvalore di 10,895,000, davanti al Watership Down Stud (allevamento riconducibile a Andrew e Madeleine Lloyd Webber) con 8,7 milioni per 10 lotti e il Fittocks (l’allevamento della famiglia Cumani) poco oltre i 6 milioni su 11 puledri ceduti.   
Adesso sarà interessante valutare se l’onda lunga di questa asta fenomenale si riverserà anche sui prossimi Book, partendo proprio dal numero 2 in programma da lunedì prossimo.

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

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