I voti delle Ghinee italiane!
La bellezza del turf sta anche nella tradizione e quindi nella ripetizione annuale di determinate prove che segnano il percorso agonistico dei nostri amati cavalli.
In questa road map, le Ghinee, da noi ribattezzate Parioli e Regina Elena, hanno la funzione di un gustoso preludio al momento clou, cioè il Derby.
Potevamo dunque esimerci dal commentarle? Assolutamente no e lo facciamo alla nostra maniera, dando i voti ai vari protagonisti. Voti che, lo ripetiamo sempre, vogliono essere soltanto un modo per rendere più leggibile una serie di emozioni. Non abbiamo la presunzione di voler dividere il mondo in buoni e cattivi, ma piuttosto di dare un contributo per alimentare la discussione, quella intelligente, cioè utile a migliorare il nostro mondo. Fatte queste premesse, via con i voti!
8,5 – Gerald Mosse. A 52 anni, la spiega ancora a tanti.
Il jockey francese ha davvero montato alla perfezione nella domenica di Capannelle, portando al successo nel Botticelli Being Alive (Champs Elysées), montato assecondandone le caratteristiche e andando a battere nettamente due tra i favoriti come Frozen Juke e Jighen (Video QUI).
Ma la perla di giornata è stata la monta di Fullness Of Life (Holy Roman Emperor) dove The Man with the Magic Gloves ha montato da applausi con una tattica perfetta. Sempre coperto, ha consentito alla portacolori della New Age di tenere intatte le energie per lo scatto finale ai 250 metri.
Per quanto Mosse si sia aperto la strada in maniera energica (rimediando per questo una multa) siamo convinti che questa corsa andrebbe mostrata a tutti gli allievi fantini, come esempio di come si debba montare per far rendere al massimo il proprio cavallo (Video QUI).
Un concentrato di talento e intelligenza. Se non bastasse questo, le sue parole in post gara fanno capire perché questo Signore di oltre 50 anni sia ancora un grande: “… alla mia età questo non è un lavoro ma un hobby, che però faccio con una passione immensa perché è la cosa che amo fare”.
8 – Out Of Time. Ma come, direte voi, un cavallo 100% ITY vince il Parioli e tu, che da anni ci fai una testa così con i cavalli italiani al 100%, gli dai solo 8?
Ebbene sì, solo 8 e la motivazione è che voglio tenermi i voti più alti per il futuro, chiamatela scaramanzia.
Lo scrivo adesso così evito qualsiasi fraintendimento, il figlio di Sakhee’s Secret è un Signor cavallo.
Aver messo in fila ottimi soggetti come Mission Boy, (voto 6,5 perché le aspettative su di lui erano alte) il vincitore dello scorso Gran Criterium, un’edizione, quella 2018, molto qualitativa, e Pensiero D’Amore, voto 6/7, è indice di cavallo sopra le righe. Tralascio l’aver battuto anche Boitron, (voto 4-) che a dirla tutta, non può essere quello, pessimo, visto ieri.
Il suo Turn-Of-Foot, cambio di passo per noi italiani, è qualcosa di devastante sia visivamente sia cronometricamente, con record della corsa a 1.34.9. Certamente la tattica garibaldina impostata dai suoi avversari lo può aver agevolato, ma quando Andrea Atzeni (una certezza a Roma) lo ha chiamato al parziale finale abbiamo assistito a un pezzo di bravura non comune (Video QUI).
Vale il contesto internazionale? Questa è la domanda che più o meno tutti si sono posti nel dopo gara.
Pensiamo di sì, non solo perché figlio di uno stallone, Sakhee’s Secret, che alla prima annata classica italiana ha già dato un vincitore di Pisa e Parioli (dopo aver dato Salford Secret, Parioli 2014…), ma anche perché la mamma, Calma Apparente da Rainbow Quest, è fattrice di ottimo valore che ha un primato, cioè aver prodotto la vincitrice del Regina Elena 2018, Act Of War, e quest’anno il vincitore del Parioli. A memoria non ne ricordiamo altre che abbiano compiuto una simile impresa a distanza di un solo anno e, attenzione, adesso ha un 2 anni da Mujahid. Dimostrazione, ennesima, che se la fattrice è mediamente buona i nostri stalloni aggiungono tanto valore…
Questo pedigree e la linea ottenuta ieri, pensiamo possano consentirgli di far bene fuori dai nostri confini. Ovviamente non stiamo pensando alle Poules o ad altri appuntamenti al top mondiale, ma pensare che in Gruppo 2 o 3 estero possa ben figurare non è cosa così strana. Ecco, se fossimo di fronte a una scelta da dentro-fuori, preferiremmo una prova estera invece che tentare il Derby a metà maggio.
Il voto ovviamente va esteso sia alla proprietà, il Giglio Sardo, per la grande passione e, ovviamente, alla premiata ditta Alduino e Stefano Botti che hanno sellato i primi 3 del Parioli oltre ai vincitori di Botticelli e Regina Elena… insomma ennesimo en-plein fantastico!
7+ – Fullness Of Life. Poteva esserci una giornata classica senza un sigillo della famiglia Villa? Ovviamente no e infatti ci ha pensato questa figlia di Holy Roman Emperor a mantenere intatta la tradizione, trionfando nel Regina Elena. Abbiamo già parlato della pennellata di Gerald Mosse, ma è giusto dare i meriti a questa bimba che se riesce ad essere impiegata all’attesa è temibile per tutti. Se vogliamo è anche molto bello che a trionfare sia stata la giubba più giovane, cioè la New Age della figlia Federica, un modo per testimoniare che le giovani generazioni non hanno intenzione di lasciare il nostro sport!
7 – Being Alive. Il castrone da Champs Elysées ha messo in fila tutti i quotati avversari nel Botticelli, che arrivava alla sua seconda uscita. Un gran bel modo di presentarsi sul palcoscenico che conta.
La listed romana vedeva un favorito netto nel partenopeo Frozen Juke e in subordine nei bottiani Atom Heath Mother e Jighen. Niente di tutto questo, perché il castrone nato in casa Vittadini ha messo le cose bene in chiaro, grazie a una progressione imparabile. Dispiace davvero che la sua mancanza di attributi gli chiuda le porte del Derby, sarebbe stato una degnissima pietra di paragone per tutti. Fare una volata simile alla sola seconda corsa in carriera fa pensare ad un soggetto molto promettente.
8,5 – Ai prodotti 100% ITY. Le chiacchiere stanno a zero, i prodotti nati da stalloni residenti in Italia e fattrici italiane vincono spesso e soprattutto ad alto livello.
Una costante da tanti anni (Full Drago, MacMahon, Goldstream…) ma che in questo inizio di stagione pare essersi addirittura accentuata. La Pasquetta ha visto Dirk imporsi davanti a Presley nell’Ambrosiano e ieri è stata la volta di Out Of Time.
Vi abbiamo solo riportato quanto avvenuto nelle prove di Gruppo, ma potremmo allargare il discorso a Listed, Handicap Principali e via di questo passo.
Un 100% Made in Italy che dovrebbe far riflettere i nostri dirigenti, che mai hanno attuato una seria politica di incentivi specifici a favore di questi soggetti, che rappresentano al massimo grado il legame tra ippica e agricoltura nazionale.
Sono loro che andrebbero messi in prima fila quando, parlando con le Istituzioni, mettiamo in evidenza il contributo che il nostro allevamento fornisce allo sviluppo dell’agricoltura Italiana.
Aver allargato il Premio Aggiunto è certamente cosa positiva (sempre che venga spiegato da dove arrivino i soldi per questa misura, altrimenti rischia di essere un boomerang devastante…) ma il vero passo avanti decisivo avverrà quando sarà riconosciuto il diverso grado di contributo che un cavallo 100%ITY dà alla filiera agricola nazionale rispetto a un assimilato italiano.
Non vogliamo risultare punitivi, ma non possiamo nemmeno negare l’evidenza che chi tiene sempre le fattrici fuori Italia e utilizza solo stalloni esteri contribuisce sostanzialmente al benessere di una agricoltura estera e molto meno a quella del nostro Paese.
Con i voti noi ci fermiamo qui, non perché non ne avessimo ancora ma è giusto per darvi la possibilità di aggiungere i vostri!
Antonio Viani@DerbyWinnerblog