Goldikova e i Fab 5!
Cosa hanno in comune i primi 5 cavalli per numero di vittorie in Gruppo 1 in Europa? Estrapolando i loro pedigree si può ricavare una formula sempre vincente? Paolo Salvadori ci lancia questo affascinante quesito e soprattutto analizza per noi i “fab 5” ippici.
Nel ventunesimo secolo, solo in tredici sono stati capaci di vincere sei o più prove di gruppo uno in Europa. Una ventina si sono imposti in ben cinque corse e poco più di quaranta hanno conseguito la bellezza di quattro sigilli.
Tra tutti i vincitori di Gr1, i maschi e castroni rappresentano circa il sessanta per cento del totale in linea con la percentuale dello loro vittorie complessive.
Dai dati si evince però che il mondo femminile sempre più si dimostra in grado di eccellere contro i maschi. Prova ne sono le ultime otto edizioni dell’Arc De Triomphe, vinte per ben sette volte dal gentil sesso.
Restringiamo la nostra analisi ai primi 5 capaci di primeggiare oltre la mezza dozzina di Gruppi 1.
In testa solitaria troviamo la regina Goldikova (22-d) femmina baia 2005 da Anabaa (1-n) e Born Gold (22-d) da Blushing Groom (22-d), con ben undici sigilli conquistati tra il 2008 e il 2011. Risultato incredibile, considerando che ha trovato sulla sua strada, nella stagione classica dei tre anni, una certa Zarkava (9-c), sua coetanea da Zamindar (9-e), imbattuta nelle sette corse disputate, di cui cinque di gruppo uno, compreso l’Arc.
Goldikova (22-d), agli ordini di Freddy Head, ha trionfato in quattro edizioni del Prix D’astartè consecutive e ha saputo battere i maschi in diverse circostanze, tra cui il Moulin De Longchamp, il Prix Jacques Le Marois sulla pista di Deauville, le Queen Anne Stakes ad Ascot e forse nella più bella prova in assoluto, vale a dire nel Prix De La Foret del 2010 a Longchamp. Oltre a conseguire ulteriori otto piazzamenti in altrettante corse di gruppo uno, ha vinto per tre anni di fila la Breeders’ Cup Mile negli Stati Uniti.
Un’autentica macchina da guerra da oltre sette milioni di dollari.
Nel suo pedigree troviamo la contemporanea presenza sia di Northern Dancer (2-d) in inbreeding 3×4, che quella più curiosa di Riverman (10-a) in doppia linea 4×4. Interessante notare la stessa appartenenza col nonno materno alla medesima famiglia, la 22-d per la precisione. Entrambi hanno in comune l’importante ava Black Ray (22-d) da Black Jester (1-s) che ha riportato Sussex Stakes e St. Leger, semi inespressa in carriera, ma capofila di una notevole linea femminile, che proviene da Lady Brilliant (22-d) figlia del grande velocista e ottimo stallone Sundrigge (2-g).
Il nick è il classico, Northern Dancer (2-d)/Nasrullah (9-c), con i due fondamentali capirazza in terza e quarta posizione. Al momento non si è ancora ben compiutamente espressa nella riproduzione.
Al secondo posto si piazza il fenomenale Frankel (1-k) maschio baio 2008, figlio di Galileo (9-h) e Kind (1-k) da Danehill (2-d), il nick di maggior successo in questi ultimi anni in Europa.
Frankel (1-k) risulta imbattuto in quattordici corse disputate e vincitore di ben dieci gruppi uno, agli ordini del compianto Sir Henry Cecil.
A due anni ha riportato le Dewhurst Stakes, a tre: 2000 Ghinee, St James’S Palace Stakes, Sussex Stakes e Queen Elizabeth II Stakes, e per finire a quattro: Lockinge Stakes, Queen Anne Stakes, Sussex Stakes, Juddmonte International Stakes e Champions Stakes.
A parer nostro è il più grande campione che abbiamo avuto la fortuna di ammirare dal vivo. Nessun dubbio pertanto riguardo la sua possibile definitiva consacrazione in razza.
Il suo pedigree vede la doppia presenza in 3×4 di Northern Dancer (2-d), dovuto appunto all’incrocio tra due suoi eredi, oltre all’inbreeding 5×5 su Buckpasser (1-x), esistente sia nella linea femminile di Galileo (9-h) che di Danehill (2-d), elemento fondamentale e probabilmente tra i più determinanti dello straordinario risultato ottenuto dal nick tra questi due altrettanto straordinari riproduttori.
Frankel (1-k), stallone dal 2013 e con fattrici di prim’ordine, si sta ben comportando con già tre vincitori di gruppo uno. Tra loro si distingue Cracksman (9-c) baio 2014, quattro allori in prove elitarie oltre che del doppio piazzamento nei due Derby di oltremanica, ed è stato in grado di imporsi consecutivamente in due edizioni delle Champions Stakes, corsa vinta, come detto, anche dal sommo genitore. Cracksman (9-c) è stato da poco ritirato in razza con il rating più alto al mondo nel 2018, in condivisione con la splendida australiana Winx (5-b), da Street Cry (1-l), e funzionerà a partire dal prossimo anno al tasso di 25.000 sterline.
Al terzo posto troviamo tre soggetti ex aequo con ben sette sigilli.
Per ragioni anagrafiche partiamo da Rock Of Gibraltar (10-a) maschio baio 1999 da Danehill (2-d) e Offshore Boom (10-a) da Be My Guest (8-c). Qui il nick Northern Dancer (2-d)/ Northern Dancer (2-d) è ancora più stretto essendo il nostro addirittura inbreed 3×3. Le contemporanee presenze, anche se però leggermente più remote di Buckpasser (1-x), Tudor Minstrel (9-c) e Princequillo (1-b), conferiscono al pedigree una certa area di distinzione. La prima è nella sezione paterna, le altre due in quella materna.
Rock Of Gibraltar (10-a) è stato un campione vero sulla distanza prevalente del miglio. In giovane età ha riportato Gran Criterium parigino e Dewhurst Stakes, l’anno successivo 2000 Ghinee inglesi e irlandesi, St James’S Palace Stakes, Sussex Stakes e Moulin De Longchamp. Capace a tre anni di vincere consecutivamente la bellezza di cinque prove consecutive di gruppo uno sul miglio, prima di essere sconfitto nell’ultima corsa in carriera nella Breeders’ Cup Mile negli States, ad opera del poco più che discreto Domedriver (8-f) da Indian Ridge (3-e).
In razza si sta comportando un pochino al di sotto delle aspettative, anche se a ora ha prodotto cinque vincitori di gruppi uno, tra cui Mount Nelson (10-d) baio 2004, e Society Rock (11-e) baio 2007, ripropostisi come buoni riproduttori.
Yeats (1-m) maschio baio 2001 da Sadler’S Wells (5-h) e Lyndonville (1-m) da Top Ville (8-i), detiene l’incredibile record di quattro Gold Cup di Ascot vinte a seguire, nel periodo 2006-2009, con in sella tre fantini diversi. Abbiamo avuto la grande opportunità di assistere ad Ascot a tutte e quattro le prove, con le lacrime che scendevano copiose, all’ultimo trionfo.
Yeats (1-m), che aveva già riportato in precedenza a quattro anni la Coronation Cup ad Epsom, si è imposto anche nel 2007 nell’Irish St. Leger e nel 2008, nel Prix Royal-Oak parigino ed in due edizioni della Goodwood Cup, rispettivamente del 2006 e 2008.
Il pedigree, privo di inbreeding e improntato alla stamina totale, è piuttosto insolito, ai nostri giorni apparirebbe persino desueto, anche se il nick ripete un precedente esperimento dimostratosi strepitoso. Infatti Il nonno paterno Top Ville (8-i), che nasce dalla fondamentale Segaville (8-i) una figlia di Charlottesville (14-a), si è affermato in razza principalmente come grande padre di fattrici, tra le quali ricordiamo soprattutto Floripedes (1-u), che accoppiata a sua volta con Sadler’s Wells (5-h), ha generato lo straordinario Montjeu (1-u) baio 1996.
Yeats (1-m), date le sue caratteristiche di stayer, è stato poco richiesto per la riproduzione in piano, ed è stato dirottato per i saltatori. Funziona presso il Castle Hyde Stud, al tasso di 5.000 euro.
Infine, Minding (1-d) femmina baia 2013 da Galileo (9-h) e dalla vincitrice a tre anni di Coronation Stakes e Matron Stakes, Lillie Langtry (1-d) da Danehill Dancer (22-b).
Agli ordini, come il sunnominato Yeats (1-m), del mago di Ballydole, ha saputo imporsi all’età di due e tre anni su distanze che vanno dai 1400 metri delle Moyglare Stud Stakes, fino ai 2400 delle Oaks di Epsom. Sul miglio si è affermata a due anni nelle Filles’ Mile, e a tre nelle 2000 Ghinee di Newmarket e nelle Queen Elizabeth II Stakes, al cospetto dei maschi. Sempre a tre anni ha riportato le Pretty Polly Stakes in Irlanda, oltre che le Nassau Stakes sul circuito di Goodwood.
Anche in questo caso il nick è Northern Dancer (2-d)/ Northern Dancer (2-d), con il sommo caporazza presente in terza e quinta posizione. Da notare che Danehill Dancer (22-b) si sta dimostrando un buon padre di fattrici e ottiene i migliori risultati dei suoi prodotti, proprio con l’incrocio col nostro sommo Galileo (9-h).
Concludendo vorremmo dare risalto ad alcuni aspetti.
Tutti quanti sono figli di un discendente di Northern Dancer (2-d). Due provengono da due figli di Danzig (7-a), rispettivamente Anabaa (1-n) e Danehill (2-d), con quest’ultimo presente anche nel ramo materno di altri due, mentre tre derivano da Sadler’s Wells (5-h), uno direttamente e due attraverso suo figlio Galileo (9-h).
Tre presentano il nick Northern Dancer (2-d)/ Northern Dancer (2-d), con inbreeding sullo stesso rispettivamente 3×4, 3×3 e 3×5, mentre un altro ha comunque una doppia presenza del nostro in posizione 3×4.
Tre di questi appartengono alla fenomenale famiglia 1 (per l’esattezza 1-k, 1-m e 1-d), di cui abbiamo ampiamente parlato nel libro “Le linee femminili del cavallo purosangue – Famiglia (1)”, rappresentante la miglior qualità, come del resto fissato agli albori dai grandi studiosi.
Dati alla mano dunque, per ottenere buoni risultati, bisognerebbe avere a disposizione una fattrice discendente di Danzig (7-a) che sia possibilmente accoppiata con un erede di Sadler’s Wells (5-h). Meglio se risulta figlia di Danehill (2-d), che lo stallone prescelto sia Galileo (9-h), e che magari appartenga alla grande famiglia 1.
Molto ricercato anche il nick opposto, purché il sangue di Northern Dancer (2-d) abbondi nel pedigree. Se poi gli avi sia materni che paterni, si sono particolarmente distinti sulle brevi distanze, tanto di guadagnato.
Non ci sentiamo però di affermare che la ricetta sia sempre perfetta.
Perché, al di la delle attuali richieste del mercato e dei costi non sempre indifferenti nel poter realizzare quanto sopra, sorgono spontanee alcune riflessioni.
La selezione a livello genealogico finalizzata su un unico indirizzo, rischia di portare a un impoverimento della razza. Pertanto ben vengano i suggerimenti derivanti da nick di successo, ma occorre nel frattempo una sperimentazione, un’idea di rinnovamento.
Anche se certe dinastie si sono meglio espresse in realtà geografiche differenti, fissando con prepotenza i loro caratteri in una particolare regione, il cavallo da corsa rimane sempre uno dei massimi esempi di internazionalità e di integrazione.
Da qui dobbiamo partire, non stancandoci mai di premiare il continuo e costante valore aggiunto delle esperienze nei singoli paesi, che deve prevedere il diffondersi dell’incrocio di sangue di provenienze diverse. Insomma, tradizione nel rinnovamento!
Paolo Salvadori per DerbyWinnerblog
21 novembre 2018 alle 18:59
CIAO PAOLO GRANDE COME SEMPRE.
ANCHE ENABLE È A 7
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21 novembre 2018 alle 19:09
Verissimo, dobbiamo tirare le orecchie a Paolo! Sono certo che questo lo spronerà ancora di più a ricercare nuovi elementi in comune.
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21 novembre 2018 alle 19:30
Però, rivedendo le vittorie di Enable, devo dire che Paolo specifica chiaramente di riferirsi alle vittorie in Gr1 in Europa e se ricordo bene, una delle 7 vittorie di Enable è avvenuta in America.
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21 novembre 2018 alle 19:50
CERTO ANTONIO ERRORE MIO….
SE DI GOLDIKOVA SI CONTANO 11 PERLE SONO ESCLUSE LE VITTORIE IN USA QUINDI I GR1 DI ENABLE SU SUOLO EUROPEO SONO 6…..
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21 novembre 2018 alle 19:56
Un errore più che comprensibile e io stesso sono dovuto andare a controllare meglio. E poi così ci permetti di spiegare meglio il conteggio. Infine credo che, al di là dei numeri nudi e crudi, sia molto interessante il suo ragionamento finale, cioè meglio la tradizione consolidata o meglio la ricerca ? Ed è possibile farle coesistere?
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21 novembre 2018 alle 20:12
LUI DICE SEMPRE CHE SI STA ANDANDO VERSO UNA DERIVA PERCHÉ È TROPPO L’INSANGUAMENTO SUL DANZATORE……
LA RICERCA DI NUOVE LINEE DI SANGUE CERTAMENTE È INTERESSANTE COSÌ COME AL CONTEMPO SAREBBE SBAGLIATO ABBANDONARE DEL TUTTO CERTI CAPISALDI O FORSE ADDIRITTURA IMPOSSIBILE MA MEGLIO COSÌ PERCHÉ È PARTE DELLA SELEZIONE STESSA.PER COME LA VEDO IO LE DUE VIE POSSONO COESISTERE
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