Sciopero sì, sciopero no… e il galoppo? Non pervenuto, come d’abitudine.
Compagni si sciopera! Ops, Contrordine compagni, non si sciopera!
Ma sì prendiamola sul ridere, perché se davvero dovessimo prendere sul serio le ultime mosse dei vari rappresentanti ippici ci sarebbe da piangere.
Breve riassunto per coloro (fortunati) che non hanno seguito questa vicenda kafkiana.
Il trotto a inizio settimana decide improvvisamente di indire uno sciopero, da attuarsi tramite l’astensione dai partenti.
La scintilla, è proprio il caso di dirlo, arriva dalle parti del Vesuvio, con Napoli in prima fila nella protesta che si propaga inizialmente a quasi tutto il trotto della penisola.
Però, dopo una successiva riunione in quel di Bologna il trotto (o almeno una parte di esso) ritorna sui propri passi e comunica che, pur permanendo uno stato di agitazione, sospende lo sciopero.
Sullo sfondo, ma neppure tanto, pare scorgersi una lotta fratricida tra differenti anime del trotto con “accuse” varie rivolte dagli uni agli altri, tutte in buona sostanza imperniate sulla insinuazione di avere (una delle due parti) un canale troppo privilegiato e personale con il Ministero.
Ci permettiamo di evidenziare che, visti gli scarni risultati ottenuti dall’ippica in questo periodo, questo canale non sembra granché o quantomeno pare essere parecchio disturbato…
In definitiva, volano gli stracci e il bello è che volano senza che ci siano stati nuovi eventi negativi che possano aver portato a queste, promesse, azioni roboanti.
In soldoni, i premi vengono sempre pagati con ritardo abissale e non vi è stato nessun peggioramento nell’ultimo periodo di questo stato di cose, neppure un miglioramento a dire il vero, ma che si debba fare uno sciopero ora, dopo anni che viviamo questa situazione, suona abbastanza strano.
In tutto questo che fa il galoppo? Nulla ovviamente.
Qualcuno pensa che la varie categorie rappresentanti il mondo del purosangue non facciano e non dicano nulla per evitare di far sapere al settore della loro esistenza.
La singolare strategia finora non ha dato frutti, ma mai disperare…
A parte le battute, davvero il galoppo è rimasto silente.
Unica voce quella del Presidente di UNPCPS, Masini, che, in sintesi, ci tiene a rendere noto a tutti di capire le ragioni di chi protesta, ma che, visto il momento politicamente strategico, sue parole testuali, ritiene si debba stare uniti e sperare in una guida del Ministero a trazione leghista, che possa riportare in auge il vecchio spirito pro ippica che aleggiava al Ministero, quando a capitanarlo era Luca Zaia, il mai abbastanza rimpianto ex ministro dell’Agricoltura (oggi Governatore del Veneto), questa ultima valutazione l’ho aggiunta io.
Insomma, per Masini vale la locuzione tanto cara a Veltroni, il famoso “ma anche”, cioè si tiene buoni gli incendiari ma intanto si strizza l’occhio ai pompieri, in definitiva non ci si espone.
Da un Presidente da decenni alla guida della Associazione Proprietari era lecito attendersi una presa di posizione più netta.
Si vede che ha ritenuto meglio non esporsi. Che forse abbia prevalso la prudenza e la paura di doversi pentire successivamente della posizione presa?
Per il resto nessuno del galoppo ha proferito verbo, in pubblico.
Adesso, io capisco che ci sia stato il Derby che ha occupato i pensieri di tutti noi, ma forse dare una valutazione su quanto succedeva era necessario per i propri associati, no?
Io, se per caso vi interessasse la mia opinione ma anche se così non fosse, trovo una follia questo sciopero.
In verità ritengo sia quasi sempre uno sbaglio per il nostro settore scioperare. Così facendo ci si fa del male da soli e si fa soltanto un gran favore al Ministero, che non vede l’ora di poter risparmiare sui premi. Una scelta dunque degna del miglior Tafazzi.
In questa occasione lo sciopero è doppiamente sbagliato perché non essendoci nessun vero referente Politico a cui rivolgersi, stante la mancanza di un Governo con poteri veri e non di sola ordinaria amministrazione, è come urlare davanti a un muro di gomma, magari aiuta a sfogarsi, ma difficilmente porta a risultati concreti.
A meno che tutto quanto fatto non servisse per modificare eventuali gerarchie interne, una sorta di gioco di potere, cosa della quale non credo agli ippici interessi granché.
Stante la totale inutilità, a mio parere, di questo sciopero kafkiano il galoppo fa comunque l’ennesima figura della bella statuina che è bella e che sorride a tutti, ma che in definitiva conta zero perché non ha idee da proporre.
Non proprio il massimo, no?
Comunque tranquilli, vi diranno che non hanno parlato o non hanno preso posizione perché loro preferiscono i fatti alle parole e infatti vediamo giornalmente di quanti e quali “mirabolanti fatti” i nostri dirigenti sono protagonisti…
Antonio Viani@DerbyWinnerblog