Breeders’ Cup 2015, Top and Flop! (Part 2)
Dopo la Part 1 dell’articolo con l’indicazione dei Top della Breeders (Leggi QUI) ecco la Part 2, quella con i Flop…
Europei. Se non fosse esistito Aidan O’Brien il Vecchio Continente avrebbe eguagliato i negativi record di zero vittorie del 2007 a Monmouth Park, del 1998 a Churchill Downs, del 1992 e del 1989 a Gulfstream Park.
Il Mile e il Filly And Mare Turf, dove lo schieramento europeo sembrava molto agguerrito, ci sono sfuggiti e così il bicchiere rimane mezzo vuoto.
Legatissimo è stata molto sfortunata e coraggiosa nel tornare dopo l’inginocchiata alle gabbie ma Secret Gesture e Miss France hanno deluso al contrario di Queen’s Jewel che ha strappato un onesto terzo posto.
Nel Mile è stata una catastrofe, addolcita in parte dallo splendido posto d’onore di Mondialiste, quello che sulla carta faceva da sparring partner agli altri europei. Make Believe non ha colto un break brillante al pari di Esoterique, Impassable, Karakontie e Time Test, tutti rimasti a guardare in una corsa senza andatura. Il tracciato probabilmente non ha aiutato gli europei ma c’è un altro fattore da tenere in considerazione: è sempre più difficile arrivare con una condizione al top a fine stagione dopo magari esser passati dal weekend dell’Arc de Triomphe, troppo vicino alla due giorni americana. RIMANDATI
Golden Horn: insieme al Faraone il Corno d’Oro era l’osservato speciale, la guest star di questa Breeder’s.
La splendida vittoria nell’Arc aveva rilanciato le quotazioni del portacolori di Anthony Oppenheimer, alla caccia di una Triple Crown particolare e mai riuscita a nessuno nella storia (Epsom Derby, Arc, Breeder’s’ Cup Turf). Il tracciato angusto di Keeneland ci ha messo del suo, al pari del fondo non ideale per il figlio di Cape Cross che però, se fosse stato un vero campione, avrebbe dovuto comunque risolvere il match con Found. Evidentemente il galante pupillo di Gosden ha preso alla lettera il detto “prima le donne” e dopo aver lasciato strada ad Arabian Queen nelle Juddmonte, ha urlato prego si accomodi ad un’altra femmina terribile.
Due sconfitte in Gruppo I e pure di misura, non possono cancellare le imprese di un cavallo speciale ma probabilmente diverso dall’essere etichettato come un fuoriclasse. Frankie è partito lungo? Come addossare le colpe ad un jockey, lui si un fuoriclasse, dopo una stagione del genere con ancora negli occhi limpide le immagini di quell’Arc incartato in maniera unica? Tatticamente la corsa è venuta al contrario, il ritmo folle imposto dalla lepre Shining Copper ha mischiato le carte in tavola ma a quel punto Frankie ha dovuto per forza di cosa fare l’elastico e anticipare i rivali. Nessun appunto, in fondo dall’altra parte c’era un certo Ryan Moore, e la pacca sul collo di Frankie a Ryan dopo il traguardo merita l’immagine simbolo di questa due giorni. GOLDEN SILVER
Olivier Peslier. L’unico ingaggio del meeting nel Mile con il favorito Make Believe, passista di Fabre che ama correre in avanti o sulle punte, alle spalle dei primi. Il tre di steccato sembrava una manna per il figlio di Makfi, risorto nel La Forêt e fresco al punto giusto, ma il buon Peslier è riuscito a non prendere la partenza rimanendo invischiato per corsie interne lontano dai primi, su una pista che non consentiva grandi recuperi. L’allievo di Fabre ci ha provato con enorme coraggio in retta, Olivier ha tentato di risparmiare buttandolo allo steccato su una striscia che si è dimostrata poco favorevole. Il recupero parziale c’è stato ma ormai la corsa era chiusa e il buon Make ha potuto strappare soltanto un quinto posto, risultato stretto se pensiamo ad una tattica più avanguardista del transalpino. APPANNATO
Keeneland Racecourse: la prima edizione Breeder’s per l’ippodromo di Keeneland, Lexington, Kentucky.
L’impianto sembra aver retto alla grande all’afflusso di pubblico così come l’organizzazione sempre impeccabile. Peccato che il tracciato, con curve anguste a raggio ridotto ed una retta non proprio selettiva, abbia influito non poco sugli esiti di parecchie prove.
Quasi impossibile recuperare dalle retrovie (l’unico a riuscirci è stato Hit It A Bomb per manifesta superiorità), enormi vantaggi per chi andava davanti o riusciva a trovar posizione.
La due giorni Breeder’s merita altri palcoscenici… ridateci Santa Anita, Churchill Downs o Belmont Park. CATINOLAND