Il Curragh si rifà il look!
Non solo Longchamp, anche un altro ippodromo storico come il Curragh ha deciso di darsi una svecchiata e presentarsi al pubblico futuro con una nuova tribuna più accogliente e capace di essere al passo con i tempi.
Il progetto prevede un investimento di 65 milioni di euro per rifare la tribuna, la sala del peso e il tondino oltre alla creazione di un museo dell’ippica Irlandese.
Il progetto deve passare per una serie di autorizzazioni ma se, come è prevedibile, le risposte saranno positive i lavori potranno cominciare nei tempi prestabiliti e soprattutto terminare per l’estate del 2018.
L’annuncio dato dall’Horse Racing Ireland, l’ente gestore dell’ippica nell’isola di smeraldo, è stato accompagnato della parole (fonte Racing Post) pronunciate dal Presidente di HRI, Joe Keeling: “Questa è l’impresa più importante nella storia moderna dell’ippica irlandese”.
L’elaborazione di questo progetto si inserisce in un processo di rinnovamento globale dell’ippica nell’isola, partendo dai proficui contatti che la stessa sta tessendo con paesi emergenti come la Cina, fino alla decisione di sviluppare l’Irish Champion Weekend in partnership con Longines.
Questo nuova realizzazione andrà a sostituire le strutture esistenti costruite negli anni sessanta.
La straordinarietà del progetto è che verrà finanziato in parte dal Turf Club, in parte dall’HRI e anche da imprenditori privati, in modo da completare la ristrutturazione senza contrarre debiti. Investitori privati del calibro di S.A. Aga Khan, Eva Maria Bucher Hefner, John Magnier, Michael Tabor, Derrick Smith, Godolphin Ireland, JP McManus, insomma il gotha dell’ippica nell’isola e non solo. Emblematiche le parole di Michael Tabor: “Mentre la sua pista rimane una delle più belle, le sue strutture in Europa sono indietro rispetto a quelle dei suoi concorrenti internazionali. Sono stato un investitore nelle corse e nell’allevamento irlandese per quasi 20 anni e come tale sono lieto di sostenere questi nuovi piani per il Curragh, per renderlo un vero e proprio fiore all’occhiello per l’Irlanda” .
L’obiettivo chiaro è quello di far diventare il Curragh un ippodromo tra i più moderni al mondo, capace di attrarre una clientela che non si accontenta di assistere a belle corse ma vuole tutto un contorno all’altezza, che gli permetta di passare una bella giornata, confortevole e con tanti divertimenti e con anche le corse a cui assistere.
Pensare che basti il solo evento sportivo per richiamare folle di persone è un errore che noi italiani facciamo da anni. Le corse belle si possono vedere in televisione, comodi al caldo e senza andare a prendere il freddo o la pioggia su tribune all’aperto, scomode e costruite negli anni venti o trenta e con unico ristoro un bar dove al massimo si mangia un panino freddo.
Purtroppo non è un problema della sola ippica italiana, se confrontiamo gli stadi di calcio o i palazzetti del basket nostrani con quelli esteri la differenza è abissale e dovrebbe farci vergognare.
Da noi ci si è crogiolati sulla straordinaria bellezza architettonica di alcune nostre strutture (vedi San Siro) senza pensare che la comodità è un valore al giorno d’oggi e che strutture pensate quasi cento anni fa negli anni duemila vanno quantomeno rimodernate e adeguate agli standard qualitativi oggi in vigore. Non si dica che è una questione di soldi, poiché anche quando questi erano presenti in grandi quantità poco o nulla è stato fatto.
La verità è che manca una visione strategica d’insieme nella nostra ippica, una visione che prima l’Inghilterra e poi nazioni come Francia e Irlanda hanno fatto propria, una visione che parta con il riconoscimento di una criticità e prosegua con l’implementazione di un progetto generale frutto di un lavoro integrato.
A questo proposito McManus, Presidente dell’Ippodromo del Curragh, ha voluto ringraziare pubblicamente per il continuo e fondamentale sostegno il Ministro Coveney e il suo dipartimento (Agricoltura e Marina) che ha lavorato assieme a HRI, Turf Club e alle principali scuderie e allevamenti del Paese per realizzare un progetto integrato di sviluppo… ve le immaginate parole simili dette in Italia? Supporto, sostegno, un approccio integrato, progetti e valori condivisi, un sogno da noi!
D’altronde come dice il proverbio: quando il saggio indica la Luna lo stolto guarda il dito…
Antonio Viani@DerbyWinnerblog