American Pharoah: appuntamento con la storia sabato 6 nelle Belmont
L’appuntamento con la storia è vicino!
Sabato 6 giugno alle ore 18.52 locali (le 24:52 italiane) all’ippodromo di Belmont Park partiranno le Belmont Stakes, ultima prova della Triple Crown. American Pharoah, come ormai tutti gli appassionati sanno, arriva a questa corsa dopo aver vinto entrambe le precedenti verifiche, il Kentucky Derby e le Preakness Stakes.
La preparazione continua e giusto ieri sono stati sorteggiate le gabbie di partenza, il figlio di Pioneerof The Nile ha sorteggiato il numero cinque su otto disponibili. Una posizione mediana che non è male, né troppo al largo e neppure troppo alla corda con il rischio di rimanere invischiato in una partenza con troppo gas.
Le speranze e le attese degli appassionati sono tutte riposte nell’allievo di Baffert, la sua quota è infatti scesa addirittura a tre quinti, molto bassa se pensiamo che dal 1978 a oggi nessuno è più riuscito a riportare la Triplice.
D’accordo la legge dei grandi numeri, ovvero prima o poi tutte le serie negative si interrompono, d’accordo che American Pharoah nelle due precedenti corse ha sostanzialmente dominato gli avversari, però i 2400 metri delle Belmont sono durissimi e in passato sono già stati la tomba di tanti sogni di gloria.
A suo favore c’è che ha già incrociato i guantoni con tutti gli avversari che incontrerà sabato notte e tutti sono stati sonoramente battuti, anche il principale avversario, quel Frosted che è giocato finora a cinque, è già stato esaminato nel Kentucky Derby dove è giunto quarto, battuto di oltre di tre lunghezze, così come il terzo più giocato, Materiality, quotato a sei, ma giunto sesto a oltre sette lunghezze sempre nel Derby.
Le statistiche però gli sono contro, quasi mai il favorito ha vinto a Belmont negli ultimi anni, neanche una volta in un decennio e solo due volte dal 1995. Idem contrarie sono le condizioni metereologiche, che danno tempo bello per sabato, quindi l’amato “mud”, sul quale ha stravinto nelle Preakness, non dovrebbe proprio esserci, sarà un problema importante per lui? Pensiamo di no, la sua classe è cristallina e dovrebbe superare anche queste situazioni.
Lo stesso Baffert sembra voler aggiungere incertezza quando, martedì dopo il lavoro, dichiarava che: “il cavallo si presenta come un soggetto che ha nelle gambe due prove importanti, però il suo livello di energia dovrebbe essere comunque alto”.
Insomma ci provano in ogni modo a farci cambiare idea e ogni dato sembra contraddire le nostre speranze, ma in nostro soccorso arriva un ragionamento semplice: se non vince American Pharoah chi lo può fare? Chi potrà verosimilmente batterlo? Difficile trovare il nome adatto perché chiunque venga paragonato a lui, ne esce ridimensionato. Forse ha ragione chi vede nella pressione e nell’attesa della vittoria il vero nemico, l’unico in grado di batterlo.
Comunque il tempo delle parole sta finendo e si avvicina l’ora decisiva, l’incontro con il destino se volete. sabato si scriverà in ogni caso la storia e forse anche la leggenda: it’s now or never!