Back to back storico di Demeteor nella Corsa dell’Arno
Quando si parla della Corsa dell’Arno, la prova più antica d’Italia, si parla logicamente di storia perché l’handicap limitato delle Cascine andato in scena sabato scorso vanta una tradizione leggendaria.
Il grande spettacolo promesso alla vigilia non ha tradito le attese, andando addirittura oltre, perché l’incredibile guerriero Olmo Demeteor, campione in carica, ha concesso il bis entrando di diritto nella leggenda per diventare il sesto cavallo capace di scrivere il proprio nome nel prestigioso albo d’oro per due anni consecutivi. L’ultimo a riuscirci era stato Gershwin dell’Avvocato Paolo Mezzanotte nel lontano 1956/57, il primo Bold Davie nel 1853/54.
A distanza di 365 giorni dal primo trionfo, il cinque anni Demeteor ha tirato fuori il suo incredibile spunto per giustiziare un encomiabile Il Romito, con il Dioscuri Mickai ottimo terzo dopo schema tattico non semplice. Una lunghezza e un quarto ha separato il pupillo di Riccardo Menichetti dal runner up di Francesco Petrazzi e Allegra Antinori, la quale ha accarezzato per un attimo il sogno di poter vincere la corsa più attesa per un fiorentino doc.
Lo schema si è sviluppato subito con l’ospite milanese Do Right in avanti senza fare prigionieri, a ritmo selettivo con diverse lunghezze di margine nei confronti del Marcialis Cafaggio, tallonato come un’ombra dal Dioscuri Mickai, il top weight allenato da Stefano Botti. Il gruppo sgranato ha seguito senza strafare a diverse lunghezze dalla testa, fino al completamento della curva finale quando si è accesa la bagarre.
Mickai all’intersezione delle piste sembrava poter dominare, è passato sul leader Cafaggio dopo il calo prematuro della femmina di Gonnelli, allungando con decisione. Dalle retrovie hanno però cominciato la lunga progressione l’Olmo Demeteor, seguito da Il Romito, Messer Guglielmo, Shukal e Baby Duro. Nell’ultimo furlong il fantastico Mickai, splendido in fase di presentazione, ha accusato un po’ il fatto di aver dovuto far da elastico con il gruppo e muovere in leggero anticipo in retta, rimanendo sul passo preda del doppio affondo portatogli da Demeteor e Il Romito, con il Mujahid di Menichetti che ha tirato fuori la zampata risolutrice, facendo esultare in piedi sulle staffe un impeccabile Germano Marcelli.
Demeteor è entrato dunque con pieno merito nella storia della corsa più antica d’Italia, grazie al lavoro splendido di Riccardo Menichetti, il quale, al settimo cielo al dissellaggio, ha già dato appuntamento al prossimo anno per tentare la leggenda del tris consecutivo. Il Romito esce ancora una volta a testa altissima dal confronto, presentato al top da Francesco Petrazzi, il quale adesso probabilmente lo rischierà nel D’Alessio il prossimo 17 maggio a Roma. Mickai ha corso alla grandissima, riuscendo a strappare il terzo posto all’accorrente Messer Guglielmo, frenato dal peso eccessivo dopo il successo nel Camarrone e forse pure da un terreno non proprio ideale. Bene anche Baby Duro, finito quinto davanti a Cafaggio, rimasto con coraggio sul passo ma penalizzato dal fatto di non esser riuscito a costruirsi la corsa come piace a lui.
Una nota di merito alla società fiorentina capeggiata da Cesare Meli per aver organizzato una giornata splendida sotto tutti i punti di vista, premiata da una cornice di pubblico davvero superba. Tanti appassionati ed una tribuna gremita, lo scenario ideale per applaudire a più riprese l’impresa storica di un guerriero Olmo per il quale abbiamo terminato gli aggettivi: chapeau Demeteor!
Edoardo Borsacchi@Edobor88Edoardo