Secondo scudetto per la famiglia Ramsey
Per il secondo anno consecutivo la coppia americana formata dai coniugi Ken e Sarah ha vinto il titolo di miglior allevatore negli USA, titolo che assegnato in base alle somme vinte per oltre 10milioni di dollari, frutto di 264 vittorie di cavalli allevati presso la Ramsey Farm in Kentucky su un totale di 1771 corse disputate.
Uno dei maggiori contributori per il 2014 è stato il “nostro” Real Solution che ha trionfato in Gruppo 1 nelle Manhattan Stakes e da quest’anno farà compagnia al padre come stallone dai Ramsey. Ricordiamo che il baio da Kitten’s Joy, stallone di casa Ramsey, è stato plasmato dalle sapienti mani di Gianluca Bietolini – l’allenatore romano che ha in gestione i prodotti della scuderia rosso stellata destinati all’Italia – e che lo ha allenato fino ai tre anni, facendolo progredire in maniera esponenziale fino ad arrivare ad essere il grandissimo favorito del Derby 2012, classica che però fallirà clamorosamente. Una serie di intoppi fisici consiglierà poi al team il ritorno del cavallo negli States, dove esploderà definitivamente, conquistando anche l’Arlington Milion 2013.
Questo scudetto prende ancora maggiore rilievo alle nostre latitudini, vista la decisione presa dai Ramsey di non correre più in Italia, trasferendo il materiale in Francia, per colpa del mancato pagamento dei premi vinti dalla scuderia nell’autunno del 2012. Non solo, tale decisione ha avuta un’eco in tutto il mondo ippico grazie alla pubblicazione di un’intervista a Ken Ramsey, sul periodico Thoroughbred Daily News, dove il proprietario spiegava di essere stato costretto a compiere questa scelta perché il nostro Paese è un brutto posto per correre visto che non vengono pagate le vincite e giustamente la sua scuderia non corre dove non si pagano i premi.
Non soltanto è una pessima pubblicità per l’ippica nostrana e l’ennesima dimostrazione che la mancanza di serietà mina il sostentamento economico del settore, ma cosa ancora più grave taglia le gambe a una possibile rinascita ippica, che per essere compiuta interamente ha bisogno della presenza di scuderie e operatori forti.
Quanto bene avrebbe fatto all’ippica tricolore avere una scuderia così importante tra i propri ranghi, magari invogliata a espandersi? Purtroppo non lo sapremo mai e stavolta non per colpa degli operatori ippici, ma per colpa di uno Stato che non riesce a tenersi stretto chi porta soldi e prestigio.
Non è certo la prima volta che grandi scuderie decidono di uscire dal sistema italiano e cercare fortuna e gloria all’estero, il passato è pieno di esempi simili, però oggi fa davvero male a noi che abbiamo l’ippica nel cuore leggere che la scelta di trasferirsi non è dovuta alla ricerca di nuovi e maggiori stimoli, ma a uno Stato che dovrebbe essere al nostro fianco per aiutarci e che invece sembra far di tutto per affossare il nostro sport, triste da dire, ma purtroppo pare proprio che il fine sia questo.
Speriamo che chi ha in mano le leve del nostro settore capisca i danni che sono stati arrecati e intervenga finalmente per porvi rimedio, tutta l’ippica tricolore che lotta ogni giorno gliene sarebbe davvero grata.
Antonio Viani@AntonioViani75
19 gennaio 2015 alle 12:44
[…] l’allenatore di Cal Chrome. Miglior fantino Castellano nettamente davanti a John Velazquez. Come vi avevamo già riportato i coniugi Ramsey sono stati premiati come migliori allevatori e […]
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