Aste Arqana yearling v.2

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deauville_08Se la tre giorni di aste Arqana che vi abbiamo raccontato (Leggi QUI) è stata un successo, che aggettivo dovremmo usare per un’asta che ha migliorato il proprio volume d’affari di quasi il 60% rispetto all’anno precedente e ha visto venduti il 92% dei puledri presentati? Memorabile.
Così è stato il v.2 dell’asta yearling di Deauville, chiusa ieri. Ancora più impressionante perché questa sessione interessava prodotti più precoci e se vogliamo di minor appeal classico rispetto alla prima tre giorni. Eppure le statistiche di questa giornata aggiuntiva, al  secondo anno di svolgimento, sono pazzesche. Il dato aggregato, come accennato, è aumentato del 58% passando da 2.385.000,00 a 3.769.000,00 euro, con soli cinque cavalli presenti in più rispetto allo scorso anno, mentre il valore medio volava da 27.506 a 36.163 € (+31,5%) e il mediano da 20 a 28.000 (+40%).
In particolare il top price di 90.000 € è stato raggiunto in coabitazione da due maschi, uno da Dubai Destination con madre Goleta, da Royal Applause, acquistato dal trainer Antoine de Watrigant e l’altro da Lilbourne Lad e Heavenly Quest (Dubawi) dal Peter & Ross Doyle Bloodstock,  senza contare che uno dei pochi riacquistati, un Moss Vale con mamma Rainbows for All (Rainbows for Life) ha raggiunto anch’esso il top  price. Anche in questa sessione gli italiani sono stati presenti, con l’agentelogo_arqana Federico Barberini che ha perfezionato due acquisti tra cui uno dei prezzi più alti a € 85.000 per una figlia di Dark Angel e Leniency, Alessandro Botti per € 50.000 ha acquistato una femmina da Makfi e Rockette, Marco Bozzi un figlio da Orpen con la fattrice italiana e vincitrice del Baggio, A Ma Yen, per € 37.000.
Le indicazioni che arrivano da quest’ultima giornata sono, se proprio vogliamo, ancora più vigorose rispetto alle aste principali, perché in queste ci si rivolge anche (non solo ovvio) al proprietario medio che acquista il prodotto unico o al  massimo un paio per la stagione a venire, oppure il piccolo allenatore che ricerca il prodotto veloce da poter preparare e magari vendere dopo una o due buone corse, insomma se le aste dei primi tre giorni le potremmo equiparare alle vendite delle boutique di altissimo livello che anche in periodi di crisi riescono a salvare il fatturato, la giornata di ieri simboleggia il negozio di buon livello che da il vero polso dello stato di salute del mercato e il mercato francese gode di ottima salute, anche in virtù del fatto che la percentuale di vendite sui presentati ha raggiunto la spaventosa cifra del 92,04%, cioè meno dell’8% dei cavalli presentati non ha raggiunto il prezzo minimo richiesto dall’allevatore o dal consigner che lo ha presentato all’asta.

Antonio Viani@AntonioViani75

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