Allevare con passione. Difficoltà e speranze di una attività affascinante.
Incontriamo oggi Enrica Baragiola una giovane allevatrice italiana che oltre ad avere tre suoi prodotti alle prossime aste inglesi di Tattersalls, è molto impegnata nel settore in veste di proprietaria e di assistente in uno dei team principali del nostro galoppo.
Le aste non si fermano e anzi proseguono con il vento in poppa in tutta Europa spostando la loro attenzione verso i foal e verso le fattrici e i prospetti di fattrice.
Prendiamo spunto per approfondire questo ultimo aspetto andando a trovare una amica molto impegnata nel nostro settore, in varie vesti, come proprietaria, come assistente in una delle scuderie principali d’Italia e anche come allevatrice che presenterà tre sue fattrici alle prossime aste di Tattersalls, le December Sale dal 4 al 7 dicembre prossimi.
Un modo per parlare di allevamento con chi giornalmente si confronta sul campo, capire le problematiche e le speranze che una simile occupazione porta con sé.
La persona che abbiamo incontrato è Enrica Baragiola, giovanissima titolare assieme al fratello Alberto della Razza Ambrosiana, la storica giubba verde granata ereditata dal padre.
Quello che forse è meno noto è la passione di Enrica per l’allevamento, quasi maggiore di quella per le corse e il training. Innanzitutto gli chiediamo quali sono stati i primi approcci con il nostro sport.
“In verità non me lo ricordo, sono nata con i cavalli quindi non ho un vero e proprio ricordo iniziale, è parte di me da sempre. Mio padre era appassionato e mia mamma è altrettanto innamorata. Anzi, se devo dire la verità, l’amore per l’allevamento arriva soprattutto da mamma, che, per esempio, aveva Danzica da cui Dolico, Dardanelli e altri e forse era quella maggiormente impegnata tra i due in questa attività.
“Mentre mio fratello Alberto (impegnato in Inghilterra nel centro di allenamento di Marco Botti a Prestige Place, ndr) è principalmente rivolto all’allenamento, io devo dire che forse sono più orientata alla parte allevatoriale. In questa mia passione sono stata avvantaggiata dalla possibilità di vedere i cavalli in allenamento e quindi di capire quali di quei prodotti erano magari più idonei a essere messi in razza. Diciamo che vedendoli tutti i giorni è più facile comprenderne il carattere e le attitudini. Inoltre, grazie ai consigli di quelli che ritengo i miei maestri ippici, Alduino Botti e i suoi figli Stefano e Marco, abbiamo iniziato assieme ad Alberto a comprare alcuni yearling femmine (oltre ai maschi che comunque ci fa piacere portare in pista) sia per farle correre e sia con un occhio a una possibile valorizzazione in razza. Penso a Santermete che acquistammo in Irlanda e dopo una carriera in pista con due vittorie abbiamo mandato in razza.
“Il primo anno l’abbiamo coperta con Mujahid e ci è nato un bel foal femmina e ora va all’asta di dicembre gravida di New Approach, per ripetere un incrocio che finora è risultato vincente, infatti la seconda madre Hymn Of Dawn ha dato Dawn Approach (campione e plurivincitore di Gruppo 1 oltre che stallone da 20mila euro a monta, ndr) e Herald The Dawn (vincitore di Gruppo 2 e piazzato in Gruppo 1, ndr)”.
Direi che come scelta è stata sicuramente molto lungimirante. Le altre due vostre fattrici però non sono acquisti esteri.
“No, nel caso di Cralegre (Montalegre) mi piaceva molto la linea femminile, infatti lei è figlia di Croa che oltre a essere piazzata in Listed è stata una mamma parecchio valida. Da lei arriva Cronsa che ha dato ottime cavalle come Sweet Gentle Kiss e Sunset Key, entrambe vincitrici da neretto, quest’ultima da poco nel Falck. Ma sempre tramite Croa arriva Croanda mamma di Kaspersky, Malagenia e tanti altri ottimi prodotti.
“Insomma una delle migliori linee materne italiane, sviluppata dalla Siba che ha sempre prestato molta attenzione a questi aspetti. Complice il fatto che questa storica scuderia stava riducendo il suo impegno ippico ho avuto la possibilità di poter acquistare Cralegre. Lei è alla sua prima gravidanza ed è stata coperta da Casamento.
“Invece nel caso di Facia De Tola (New Approach) tutto nasce dalla scelta del Signor Salice di fare spazio in scuderia ai nuovi arrivi e lei pur essendo piazzata in Listed era ancora maiden, dunque gli interessava meno anche perché aveva già mamma e sorella, parliamo di Favulusa. L’ho fatta correre per togliergli la qualifica di maiden e adesso passa alle aste gravida di Helmet”.
Ottima presentazione e interessante notare le differenti modalità di “arrivo” delle tue fattrici, che testimoniano come l’allevamento sia disciplina complessa e variegata. Ma a questo punto la domanda viene spontanea, anche per capire meglio il mestiere di allevatore, perché passarle in asta vista la passione e la innegabile carta che hanno?
“Sono vari i motivi. Innanzitutto, non lo nego, una questione economica perché come capita che le grandi scuderie vendano i loro vincitori di Gruppo, così ritengo sia normale che se arriva un prezzo corretto un allevatore possa vendere le sue fattrici per tenere in equilibrio la sua attività e poter continuare i suoi investimenti. Avendo cavalli in allenamento in Inghilterra e in Italia, oltre alla foal da Santermete, era dunque giusto cercare una monetizzazione e cercare di cambiare il sangue presente.
“Inoltre c’è anche una questione di valutazione del lavoro fatto finora, credo sia utile capire se le scelte fatte siano ritenute giuste dal mercato, che alla fine è il solo giudice. Un test anche per valutare se le linee italiane possono piacere all’estero.
“Ho scelto un’asta inglese perché le fattrici erano già in loco, perché Alberto può controllare senza problemi l’andamento dell’asta e perché diciamo la verità, oggi l’Italia ippica offre purtroppo poco per i giovani che vogliano crescere e migliorarsi, manca la meritocrazia. Mi spiace e spero possa cambiare a breve, visto che amo il mio Paese e ci lavoro anche, ma credo ci si debba guardare intorno e cercare di ampliare i propri orizzonti”.
Difficile darti torto. Tornando all’allevamento che si vede ti sta molto a cuore, quale consiglio daresti a chi ha come te la passione ma è alle prime armi o deve ancora incominciare.
“Premetto che ognuno ha la sua visione dell’allevamento, credo che per prima cosa si debba avere pazienza, tanta pazienza. Se vuoi risultati subito hai sbagliato campo. Poi bisogna ovviamente cercare di scegliere il meglio che si può per le proprie possibilità, soprattutto per le fattrici ma pure per gli stalloni, studiando incroci e linee, e qui l’Italia ha tanto da offrire a prezzi molto concorrenziali (siamo perfettamente d’accordo, ndr), e all’inizio farsi consigliare dalle persone giuste, come è accaduto nel nostro caso con i Botti”.
Insomma sintetizzando, un’attività tremendamente difficile ma che attrae anche solo a sentirla raccontare, siamo d’accordo in pieno con Enrica che ringraziamo per la disponibilità e alla quale auguriamo in bocca al lupo per tutte le sue attività ippiche.
Antonio Viani@DerbyWinnerblog
Questo articolo è stato pubblicato in Allevamento, Aste, Galoppo ed etichettato alberto baragiola, Allevamento, Aste, enrica baragiola, razza ambrosiana, tattersalls.