Tatts Ireland Part II, il volo continua!
Ancora una giornata super a Tattersalls Ireland. Nel Part II dell’asta yearling si sono battuti tutti i record storici. Grande il contributo dei compratori italiani.
Siete alla ricerca di record frantumati di continuo? Citofonate Tattersalls Ireland!
Ebbene sì, aspettavamo con curiosità la seconda parte delle aste yearling di Fairyhouse e anche queste non ci hanno deluso, anzi hanno rispettato il trend favoloso che era già iniziato con la due giorni precedente (leggi QUI).
Questa edizione è stata particolarmente positiva perché si è deciso, con molta intelligenza, di ridurre il materiale in offerta, passando da 410 puledri del 2016 ai 242 di ieri. Un “salto in basso” addirittura del 41%, che ha però pagato ottimi dividendi visto che il numero dei venduti è stato di 207, una percentuale del 85,5%, stratosferica seppure di qualche punto inferiore alla perfezione avuta nella Part I (89,5%) e superiore di oltre 20 punti percentuali al risultato dello scorso anno, 65,1% di venduti.
Questa messe ha fatto schizzare il fatturato al livello record di 2.093.800 euro, super primato all time. La media non è stata da meno infatti si è posizionata per la prima volta nella storia di questa asta sopra i 10mila, per la precisione 10.115 euro, più 44,5% (avete letto bene!) e la mediana è passata da 5mila a 8mila, quindi più 60%!
Poche cose rendono meglio dei numeri e questi indicano che la scelta di tagliare il mercato di basso livello è stata geniale. Ha reso sia in termini economici sia qualitativi con lotti apprezzati dai compratori e che hanno reso felici i consignor. Meno materiale scadente ha permesso di concentrarsi sui lotti rimasti e questo è stato un bene per il mercato.
Il top price in questa sessione lo ha fatto registrare a quota 60mila un maschio da Rock Of Gibraltar e Vampress (Marju) mamma di vincitori, presentata dal Knockatrina House e acquistato dalla EP Horse. Nella classifica stalloni troviamo al primo posto Dandy Man con 10 suoi figli venduti per un totale di 114mila euro, mentre tra i consignor al comando ancora una volta il Castlebridge Consignement con 15 puledri e 182mila euro.
La classifica degli acquirenti vede BBA Ireland al top con 12 lotti e 132.500 euro di acquisti, ma la stessa presenta molto tricolore italiano.
Innanzitutto al terzo posto, dietro Con Marnane, si è installato Alduino Botti, 7 puledri per un totale di 88mila euro spesi, 2 maschi e 5 femmine, con un maschio da Casamento acquistato per 26mila come top personale.
Subito sotto il podio Sebastiano Guerrieri con 7 yearling anche per lui per 63.900 euro, tutte bimbe e la più cara una Alhebayeb a 18mila. La Chimax segue a ruota con una spesa di 60.500 totali su 8 cavalli, un Born To Sea a 10mila il top.
Quindi tre italiani nella top five, non male per un settore che a detta di molti è al collasso.
Altri italiani presenti, questa volta in ordine alfabetico, Alessandra Faiella una Epaulette, mentre l’agente Barberini sempre in coppia con il Middleham ha pizzicato a 15 una Elzaam. La FC Internazionale (nome evocativo…) ne ha portati a casa 3, due femmine e un maschio, la più cara una Footstepsinthesand a 6,5.
Per Attilio Giorgi due arrivi, due femmine da Fast Company e Dandy Man, così come sono due quelli per Mario Giorgi, qui però un maschio da Elzaam e una femmina da Avonbridge. Lo Piparo ancora due maschi, da Roderic O’Connor e Clodovil, mentre la Low Cost ne acciuffa tre, due maschi da Bungle Inthejungle e Zebedee e una femmina da Red Jazz.
Manila Illuminati anche lei due, Frozen Power e Fast Company, mentre Manuela Martinelli un Finsceal Fior. Per la New Racing Factory una Morpheus a 15mila, invece la Ponte di Pietra di Sbariggia una femmina da Footstepsinthesand a 8mila e un maschio da Elusive Pimpernel. Per chiudere Verricelli ha preso una Tagula. Speriamo di non aver dimenticato nessuno, nel caso scriveteci che rimediamo.
Se sommiamo questi arrivi ai puledri acquistati nei due giorni scorsi superiamo tranquillamente quota 90 yearling presi da nostri connazionali.
Magari non tutti arriveranno in Italia, si può ipotizzare che saranno attorno agli ottanta, poco più o poco meno, che testimoniano un settore ancora vivo dove ancora si preferisce comprare all’estero piuttosto che alle aste in Patria, basti vedere che molti acquirenti, che abbiamo citato sopra, hanno preso nulla o molto poco alle ultime aste SGA.
Scelta legittima, sia ben chiaro, ma che sicuramente porta con sé una serie di interrogativi che forse andrebbero finalmente affrontati da chi dirige il settore e dalle stesse Associazioni di Categoria, allevatori in testa.
Se un allenatore italiano preferisce di gran lunga acquistare fuori Italia forse ci sono difetti di comunicazione e di presentazione da parte di chi è preposto a veicolare il prodotto Made In Italy o forse è “colpa” di una produzione non allineata alle richieste dei nostri acquirenti italiani.
Magari è possibile migliorare qualcosa per diminuire questi acquisti e al contempo rendere più felici questi compratori di acquistare italiano.
Noi siamo come sempre disponibili al dibattito e qualche idea l’abbiamo, però come in tutte le cose, bisogna essere in due ad aver voglia di discutere.
Antonio Viani@DerbyWinnerblog