Caribbean in Giappone da Yoshida, un impulso per l’allevamento italiano!

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caribbean-blueSayōnara Caribbean Blue!

Come oramai saprete, visto che la notizia è di ieri sera, e tramite i social e i blog che parlano di ippica è stata ampiamente condivisa, il Dioscuri Caribbean Blue è passato di mano ed è andato rinfoltire, niente di meno, che le fila della scuderia di Yoshida in Giappone!

L’allievo della famiglia Botti e di Francesco Loi, che conosciamo come stalloniere di Sakhee’s Secret e ora di Danon Ballade, è figlio di Storm Mountain, stallone residente in Italia e purtroppo anzitempo morto lo scorso anno.


Caribbean, allevato dal Centro Equino Arcadia, ha iniziato  la sua carriera a giugno dei due anni in una condizionata talentuosa, il Tramuschio sui 1400, finendo quarto lontano dietro  a ottimi soggetti come Exclusive Potion e il Derby Winner Saent. Lasciato a riposo per tutto l’autunno a maturare è rientrato terzo in maiden sul miglio a Milano e poi ha colpito sempre in maiden ma sui 1800 facendo vedere di amare la distanza, in questo simile al padre che vinse la Coppa d’Oro e giunse secondo nel nostro Derby a 2400. A seguire, sempre in aprile, vittoria in condizionata nel Desenzano sulla stessa distanza.
Saltata l’idea Derby per mancanza di iscrizione e forse perché non si pensava fosse ancora pronto, il primo approccio con le corse importanti avviene nel Merano, Listed sul doppio chilometro, dove trova un terreno pesante che non gradisce e infatti finisce settimo senza mai essere in corsa.
Il team non si dà per vinto e un mese dopo, a giugno, si prova in handicap limitato, il Trivulzio sul miglio allungato, dove Caribbean Blu trova il terreno duro e riesce a esprimersi al meglio vincendo di due lunghezze davanti acaribbean-blue-clairefontaine soggetti validi come Presley.

Dopo questa vittoria si decide per trasferirlo da Alessandro Botti a Chantilly e tentare l’avventura francese. Scelta ottima visto che dopo il debutto a Deauville con quinto posto finale ma vicinissimo ai migliori sul polytrack ecco arrivare due secondi posti da neretto.
Il primo nel Prix Pelleas a Clairefontaine sui 1800 dove giunge dietro di una lunghezza ad Alignement (Pivotal) e poi a inizio settembre a Cagnes-Sur-Mer nella Coup de Marseille, sempre Listed ma sui 2200 metri, secondo di un nulla, corta testa, con davanti Thewayyouwish (Thewayyouare).

I risultati testimoniano un miglioramento continuo di un soggetto tardivo che solo da poco ha raggiunto la maturità e che potrebbe ancora migliorare molto. Fattore questo che non è sfuggito al proprietario nipponico, che non solo capisce di cavalli (i risultati parlano per lui) ma ha una visione prospettica di lungo periodo, se la scelta è caduta su Caribbean vuol dire che i margini di miglioramento sono interessanti.
Questa vendita, per quanto impoverisca il già scarno panorama tecnico italiano, deve far felici tutti coloro che hanno a cuore l’allevamento nazionale. Un controsenso? Assolutamente no, aver venduto in un paese come il Giappone, che fa della genealogia e delle linee di sangue una religione, un soggetto 100% Made in Italy è un grandissimo successo del nostro allevamento, a testimonianza ulteriore che gli stalloni italici non sono per nulla dei soggetti inutili, “da castrare” come dice qualcuno poco obiettivo, senza accorgersi che Arcano vince i Gruppi esteri, Sakhee’s Secret continua a sfornare vincitore in tutto il mondo, Pounced sta diventando una sicurezza eccetera eccetera.

Il solo dispiacere di tutta questa storia, per il resto molto bella, è data dal fatto che in Italia abbiamo avuto un soggetto come Storm Mountain al quale non è stata data alcuna possibilità di esprimere le sue potenzialità come razziatore.
Il suo book negli anni di produzione va dalla decina alla ventina di fattrici coperte, in sostanza è stato completamente snobbato da tutti, o quasi, gli allevatori italiani. Forse dovremmo guardare di più a quanto avviene fuori confine, dove si cerca di utilizzare gli stalloni autoctoni per provare nel tempo a creare un roster nazionale capace di dare soddisfazioni. Parole gettate al vento? Speriamo di no.

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

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