La domenica (extra Arc) di Longchamp
La splendida domenica di Longchamp è iniziata come da tradizione nel segno dei velocisti di due anni ed oltre impegnati nell’Abbaye, il Gruppo 1 sui 1000 metri che ogni anno rivela sempre tante sorprese.
Non ha fatto eccezione l’edizione 2014 andata al britannico Move In Time, il castrone di sei anni allenato dal sempre più convincente David O’Meara. Il sauro da Monsieur Bond, interpretato con grande fiducia e senso del traguardo da Danny Tudhope, ha agganciato proprio nei pressi del palo il fuggitivo francese Rangali (Namid), l’allievo di Pantall che al tondino spiccava per una condizione notevole. Una testa ha separato il vincitore, già ottimo secondo nel Petit-Couvert di metà settembre sulla pista, permettendogli di siglare il primo Gruppo 1 della carriera dopo aver scalato le categorie partendo dai classici handicapponi inglesi.
Rangali, già a segno nel Gros-Chene in primavera, sembrava aver la vittoria in pugno ma una volta davanti si è fermato leggermente consentendo il recupero esterno dell’inglese. Al terzo un altro britannico, il quattro anni Moviesta (Hard Spun), ha completato un podio inatteso, mentre al quarto, a stretto contatto con i primi è finito l’ex italiano Spirit Quartz (Invincible Spirit), l’ex allievo di Grilli che da estremo outsider ha tirato fuori un finale superbo, giusto in tempo per battere a fil di palo l’atteso Mirza con il nostro Frankie in sella. Ha invece deluso il grande atteso Sole Power (Kyllachy), il laureato delle King’s Stand e delle Nunthorpe autore soltanto di un discreto finale mentre il campione in carica Maarek (Pivotal) ha compromesso la prestazione perdendo completamente il break al via. Sul terreno scorrevole ottimo il tempo di 56.42 seppur lontano dall’incredibile record di Habibti fatto registrare nel 1983.
Dopo i velocisti era il turno dei due anni, con le femmine impegnate nel Boussac e i maschi nel Lagardere. Aidan O’Brien ha fatto la voce grossa in entrambe le prove ma si è dovuto accontentare soltanto del successo femminile vista la dubbia retrocessione di Gleneagles.
Impressionante la facilità con la quale la Galileo Found si è sbarazzata in tre tempi di galoppo dell’Aga Khan Ervedya (Syiouni), la terza del Morny, permettendo al maghetto di Ballydoyle di conquistare il terzo Boussac dopo quelli ottenuti con Rumplestiltskin e Misty For Me. Quota già assegnata per questa splendida Galileo con ruolo di favorita sia per le 1000 Ghinee (8/1) sia per le Oaks (6/1). La baia, aiutata dal solito indiavolato Ryan Moore, ha confermato l’ottima linea delle Moyglare conquistando così il suo primo Gruppo I alla terza uscita della carriera. Come detto l’attesa Ervedya, allieva di Rouget, ha chiuso netta seconda, mostrando qualche limite sul miglio, mentre la festa Irish l’ha completata la grintosa Jack Naylor (Champs Elysees), l’allieva di Jessica Harrington che ha pagato uno schema non troppo selettivo.
Tra i maschi successo in pista dello stimato Gleneagles (Galileo), reduce dal sigillo nelle National, ma a causa di una deviazione nei metri conclusivi il pupillo del Coolmore è stato retrocesso dal primo al terzo posto a vantaggio dell’Abdullah Full Mast (Mizzen Mast), a bersaglio per Criquette Head, proprio come fece American Post nel 2003. Decisione discutibile ma in Francia le regole sono diverse e anche O’Brien l’ha presa con filosofia annunciando una possibile partecipazione di Gleneagles alle Dewhurst di venerdì 17 a Newmarket. Full Mast aveva vinto il La Rochette e ha dimostrato di essere un potenziale prospetto classico, specie se riuscirà a maturare nella prossima stagione mentre buona è stata pure l’impressione del Fabre Territories (Invincible Spirit), il più sacrificato nella rincorsa interna. Ha invece deluso gravemente il favorito e imbattuto The Wow Signal (Starspangledbanner), il baio di Joaan reduce dai successi nelle Coventry e nel Morny, che si è arreso ai 400 dopo aver condotto fin dal via.
La domenica speciale degli Head è stata completata dal ritorno al successo di We Are (Dansili), la portacolori di George Strawbridge che in primavera aveva dominato il Saint-Alary prima di esser squalificata per doping a causa di un fastidioso problema alle ovaie che ne hanno innalzato la produzione di testosterone. La tre anni ha dovuto subire una delicata operazione ma dopo il rientro opaco domenica ha rispolverato tutta la sua classe giustiziando l’ottima Ribbons (Manduro), la britannica che aveva regalato il Jean Romanet al nostro Frankie. Al terzo a contatto ha chiuso l’altra inglese la pedina di Roger Varian Haadatha (Sea The Stars), la quale ha preceduto la più attesa compagna di colori Tarfasha (Teofilo), rimasta sul passo nel momento decisivo. Per la vincitrice si prospetta una splendida stagione a quattro anni con l’obiettivo Arc già nel mirino.
Frankie Dettori si è rifatto grazie ad una sublime interpretazione di Olympic Glory (Choisir) nel La Foret, salendo sul piedistallo del maestro per freddezza, capacità di attendere e senso del traguardo. Il quattro anni di Joaan (altro pomeriggio speciale per lo Sceicco qatariano) ha dovuto far fronte ad una pessima sgabbiata che l’ha costretto a rimanere in coda al drappello guidato da Noozhoh Canarias (Caradak). Frankie è rimasto freddo e quando ha richiesto l’allungo al baio, al quarto sigillo in Gruppo I (Lagardere, QEII e Lockinge), questo gli ha risposto con una progressione micidiale che gli ha consentito di recuperare in 200 metri filtrando tra le maglie del gruppo. Due le lunghezze di margine, con tanto di record della corsa (1.17.73) sul regolare Gordon Lor Byron (Byron) e sul leader Noozhoh, rimasto coraggiosamente in quota.
Finisce qui la grande carriera dell’allievo di Richard Hannon che andrà in razza presso l’Haras du Bouqetot di Sheikh Joaan. I fondisti hanno chiuso la domenica dei Gruppi I, con Ryan Moore (che fantino!) che ha messo tutti nel sacco nel Cadran in sella al britannico High Jinx (High Chaparral), il sei anni di Fanshawe che dopo il posto d’onore del 2012 e il quinto dello scorso anno si è preso la meritata rivincita, respingendo l’affondo cattivo del supplementato Bathyrhon (Monsun), con la favorita irlandese Pale Mimosa (Singspiel) che ha chiuso al terzo. Anche qui record della corsa (4.12.22 battuto quello di Alandi nel 2009) grazie ad un terreno molto scorrevole. Che domenica!
Edoardo Borsacchi@Edobor88Edoardo