Asta yearling SGA 2023, esaminiamola assieme
Come da tradizione torniamo a parlare di Aste yearling, al termine della sessione settembrina di SGA.
Prima i (freddi) numeri: l’asta yearling SGA 2023 presentava 106 lotti in vendita, contro i 135 dello scorso anno, una diminuzione del 21,5% non proprio pochissimo, segno forse che alcuni venditori hanno scremato la loro offerta per cercare di presentare solo i lotti più “vendibili” o migliori. A fronte di questa contrazione ne discende che il fatturato complessivo ha toccato quota 1.570.500 €, inferiore di circa 300.000€ rispetto al 2022, meno 16%.
La media invece segna un più 7% a quota 21.000€, anche qui il catalogo ridotto ne è la probabile motivazione. La mediana vede un progresso a 12.500 contro i 10.000 euro della scorsa edizione, più 20%. Top price per il lotto numero 14, una femmina baia presentata dal Velino, figlia del grande Sea The Stars e con mamma la fantastica Cronsa, acquistata dal Bozzi Bloodstock per 160 mila euro.
Edizione 2023 promossa?
Guardando solo i numeri non possiamo non valutare positivamente l’asta,
diciamo che siamo ritornati sul livello del 2021 e questo è un dato che fa piacere. Però è bene approfondire il discorso cercando di aggiungere ai numeri, che ripetiamolo segnano un discreto risultato, anche una serie di considerazioni che ritengo aiutino a farsi un quadro completo.
Premessa: chi scrive non ha la pretesa di essere il verbo, non pensa di avere tutte le risposte e non scrive per cercare di buttare fango su alcuno.
Chi scrive lo fa innanzitutto dopo aver pensato sopra ogni aspetto più volte, lo fa dopo aver partecipato a questa e alle ultime annate di asta in prima persona e cosa più importante, chi scrive lo fa solo e unicamente per cercare di portare un contributo e uno stimolo a una discussione proficua e utile per fare passi avanti.
Partiamo dalla location.
Per via di problemi strutturali legati ad eventi atmosferici che hanno colpito la Maura ci si è dovuti spostare all’Ippodromo di San Siro galoppo. PER FORTUNA!
Se ci seguite conoscete bene le forti perplessità che avevamo esternato gli scorsi anni in merito alla Maura. Devo dire che in questo caso avevamo pienamente ragione.
I box e la nuova sistemazione sono risultati molto più coerenti, ben tenuti e soprattutto raccolti rispetto alla Maura. Rimane il problema della pavimentazione sconnessa di fronte ai box che davvero non aiuta a far passeggiare i puledri e anche la presenza delle scuderie che svolgono la loro attività all’interno del comprensorio non agevola. Però, se pensiamo che si è dovuto riorganizzare il tutto in una settimana, il voto alla SGA potrebbe essere vicino al massimo, peccato solo che ritengo si sia fatta una unica pecca nella location, ossia il posizionamento del ring.
Averlo messo davanti alla tribuna del peso ne ha accresciuto il fascino, ma lo ha reso molto scomodo da raggiungere per i consignor e soprattutto non ha favorito i potenziali acquirenti che per andare a visionare i puledri rischiavano di perdere parecchi lotti. Inoltre il clima ha reso una fornace il tendone, ma a dire il vero questo sarebbe successo anche alla Maura (il tendone era il medesimo) e l’orario di inizio alle 13.30 era stato deciso mesi addietro, presumo consci che partendo più tardi, diciamo non prima delle 16.00/17.00 si sarebbero finite le licitazioni verso le 20.00/21.00, con la stragrande maggioranza degli acquirenti già scappati. A conferma di quanto sopra, quest’anno ho aperto e chiuso l’asta con i lotti che presentavo (se non è record poco ci manca) e per l’ultimo numero, attorno alle 18.30/19.00 eravamo davvero rimasti in quattro gatti.
In definitiva per me la location è promossa con un complessivo 6,5. Se si decidesse di rimanere all’Ippodromo consiglio di spostare il ring al posto del parcheggio operatori, oppure nelle immediate vicinanze del tondino coperto così da raggruppare il tutto e migliorarne la fruizione. Rimane sempre attuale anche il consiglio di prevedere un investimento in una location che sia più “adatta”, quella per esempio dove si svolgono le aste del trotto oppure altre location che non abbiano quegli inconvenienti che purtroppo un ippodromo per sua natura comporta.
Formato dell’asta.
Ritengo che sia anacronistico prevedere al giorno d’oggi una parte super selezionata e una qualificata. Non abbiamo i numeri che possano sostenere una tale scelta e non abbiamo nemmeno la qualità così elevata e diversificata che la giustifichi. Rimango dell’idea che dividere in due l’asta sia solo un danno per chi rientra nella qualificata e non un vero vantaggio per quelli della selezionata.
Il top price a 160.000€ è un ottimo risultato, sia chiaro, ma gli yearling da Sea The Stars quest’anno si vendono a una media di oltre 280mila euro in Europa, quindi in Italia siamo a circa il 40% in meno. Davvero pensiamo che se ci fosse stata un’unica sessione avremmo visto un top price inferiore? Io credo di no.
Quindi che fare? A mio parere la soluzione più semplice e forse più corretta è quella di accorpare le due sessioni, magari cercando di aumentare la selezione all’ingresso per comporre un unico book di circa 80 soggetti. Economicamente verrebbero a mancare gli incassi di una quarantina scarsa di iscrizioni (e in piccola parte di provvigioni) ma ne gioverebbe l’intera asta. Un book più omogeneo, più selezionato e certamente più facile da pubblicizzare, oltre che più a misura degli acquirenti interessati. Sono quasi certo che il fatturato se ne gioverebbe.
Altra soluzione sarebbe quella di organizzare due aste, una che per forza di cose sarebbe di non più di 60 lotti e una più avanti temporalmente, magari a fine ottobre con tutto il resto, una sorta di asta generale con dentro tutti i puledri rimanenti assieme a soggetti in allenamento e anche alle fattrici.
Io propenderei però per la prima soluzione che darebbe maggiore lustro e con ogni probabilità eviterebbe percentuali di riacquisto di oltre il 30% che sono al di fuori di ogni contesto europeo. L’unica soluzione che mi sento di bocciare tout court, e non è una novità di quest’anno, è quella di mantenere l’attuale format.
Promozione dell’Asta.
Qui i passi da fare sono ahimè giganteschi.
Partiamo da un catalogo che non può arrivare agli acquirenti a fine luglio (in alcuni casi anche inizio agosto) con un’asta che si svolge a inizio settembre. A questo proposito un piccolo inciso, sinceramente non capisco la motivazione dietro la decisione di posizionarla così presto in settembre, ma comunque sempre dopo Baden e Doncaster. Quali sono i vantaggi?
O si decide di tornare a metà settembre oppure i cataloghi devono arrivare al più tardi a inizio luglio.
Sulla promozione mi spiace dover segnalare che è pressoché inesistente. Scrivo espressamente
che mi spiace perché capisco le difficoltà economiche, capisco il periodo, agosto, in cui si deve operare, dove il personale è in ferie, ma davvero la promozione è stata sotto il minimo accettabile. Tralascio anche alcuni aspetti secondari tipo la presentazione dei puledri e dei consignor che o viene fatta per tutti oppure è meglio evitare, per il semplice fatto che altrimenti sembra che si facciano figli e figliastri. Non credo che un articolo venda un prodotto in più, ma talvolta la forma è anche sostanza.
Idem per i video, non è possibile che si chiedano i video attraverso il canale della newsletter, va inviata una mail apposita all’inizio, a maggio o giugno, con tutte le indicazioni e si deve spingere perché questo minimo contributo sia visto dai consignor quasi come un “obbligo”, se non un video almeno una foto del puledro. Anche qui, non penso che un video possa fare la differenza tra un vendita o un riacquisto, ma certamente aiuta ad aumentare l’interesse attorno all’asta che è quello che alla fine serve a chi organizza.
In definitiva la promozione e la pubblicità dell’asta va organizzata in maniera capillare e professionale, andare avanti per volontarismo e idee estemporanee non aiuta e prova ne sono i troppo pochi potenziali acquirenti presenti sabato a San Siro.
Si potrebbe obiettare che il successo di un’asta è dato dal valore del catalogo, ed è innegabile, ma vi assicuro che tutto quanto fa contorno è altrettanto importante. Vendiamo un sogno e per farlo dobbiamo far sì che tutto quanto è legato all’asta faccia sognare.
In poche parole: l’appuntamento con l’asta deve tornare a essere un must per tutti, oggi non lo è e questo ci deve far riflettere, ancora di più in un’annata dove tutto sommato i numeri non sono negativi. Meglio prevenire adesso che piangere dopo.
Le valutazioni e proposte potrebbero andare avanti ancora ma credo che gli aspetti qui sopra siano i principali: location, format, promozione. Iniziamo a sistemare assieme questi e sono certo ne avremo un grande vantaggio!
Antonio Viani@DerbyWinnerblog.net