Emozioni senza prezzo in un Arc versione ParisLongchamp!
Le emozioni si possono contare?
Forse le si può mettere in ordine crescente o decrescente, ma è difficile dar loro un valore numerico preciso.
Così le emozioni vissute nella prima edizione dell’Arc de Triomphe nel rinnovato ParisLongchamp sono qualcosa che si può cercare di raccontare, ma che certamente non possono essere valutate in base a dei freddi numeri.
Si è parlato di poco più di 35mila spettatori, numero sensibilmente inferiore agli oltre 50mila della ultima edizione nel vecchio Longchamp.
Peccato però che la struttura odierna sia stata creata volutamente più ridotta e quindi accolga un numero inferiore di spettatori, oltre al fatto che l’impressione è che il numero di paganti fosse molto superiore rispetto al passato. Della serie, meglio in meno ma con più voglia di esserci e questa voglia era palpabile.
Una prima emozione arriva dal color oro della struttura che indubbiamente è facilmente visibile in lontananza e attrae l’occhio.
Quando il progetto è stato svelato non vi nascondo che avevo parecchi dubbi su una tinta così estranea al nostro mondo molto tradizionale, eppure a me è piaciuta parecchio, si sposa bene sia con la tribuna fatta di moduli, sovrapposti in maniera tale da sfidare la gravità, e soprattutto l’oro vuole essere un riferimento al dorato mondo delle corse, magari un filo pacchiano ma certamente moderno.
Se dobbiamo trovare qualche pecca è più legata alla gestione dell’evento che France Galop ha forse stranamente sottovalutato nella sua portata e quindi nelle troppe code e nella troppa serie di “posti di blocco” che in una struttura non enorme danno fastidio.
Tecnicamente non possiamo lamentarci della due giorni. Non solo la corsa faro, l’Arc, è stata vinta da una super cavalla come Enable (Nathaniel) su un’altra splendida campionessa quale è l’italiana Sea Of Class (Sea The Stars) ma proprio la corsa in sé con lo splendido tentativo di rimonta dell’allieva di Haggas è stato un vero spot per il nostro mondo.
Pur avendo perso, la figlia di Holy Moon allevata dalla Razza del Velino, ha fatto vedere che l’Italia ippica può ancora essere protagonista del grande circo dell’ippica globale.
Ma i riferimenti con l’Italia non finiscono qua. Infatti sentir acclamare sul podio più alto dell’Arc, come fosse un eroe calcistico, un nostro fantino, nello specifico il mitico Frankie Dettori, è qualcosa che ci riempie di orgoglio, perché porta rinnovato lustro a tutto il movimento.
Se poi aggiungiamo la vittoria di Pierantonio Convertino nella prova per purosangue arabi, la Qatar World Cup, in sella a Fazza Al Kalediah e pure le splendide affermazioni del sabato di Andrea Atzeni nel Royallieu su Princess Yaiza e nel Wildenstein su Ostilio c’è di che essere felici. Non abbiamo volutamente messo dentro anche la bella prestazione nel Boussac di Lagrandecatherine, training Andrea Marcialis e proprietà del nostro connazionale Mario Genovese, che pur essendo francese ha, come vedete, tanto di italiano.
Insomma l’Italia ha ancora molto da poter dare allo sport più bello del mondo così come i tanti italiani presenti in tribuna per la due giorni parigina sanno bene.
La vera sfida è convogliare questo entusiasmo perché possa essere di sprone a rifondare il nostro settore, non facile, ma sono convinto che se tutti riusciremo a evitare le solite rivalità stucchevoli, sarà un’impresa possibile.
Per tutti quelli che non ne hanno mai abbastanza di Arc e ParisLongchamp, vi lascio al video qui sotto dove tiriamo le fila della due giorni più emozionante dell’anno.