San Siro provincia d’Europa!
Tranquilli non è un articolo su un presunto SanSirexit e neppure una tirata sul sovranismo ippico, ma piuttosto l’appuntamento con il tradizionale pagellone ippico.
Pagellone che sappiamo starvi molto a cuore e che come di consueto vuole avere la funzione di sasso gettato nello stagno, immobile, delle discussioni ippiche nostrane.
Un modo per aprire un dibattito che possa non solo farci divertire ma anche aiutare a trovare idee utili per il nostro settore.
Partiamo subito, che di spunti ne abbiamo parecchi.
Voto 8,5. Ad Henke Grewe, alla Darius Racing e ai loro portacolori Rubaiyat e Donjah.
Erano i favoriti nelle rispettive prove e hanno rispettato in pieno il pronostico, cosa non sempre facile e soprattutto hanno nobilitato con la loro presenza le nostre prove di spicco, il Gran Criterium e il Jockey Club.
Se avessimo un’organizzazione ippica capace, cioè il contrario di quanto abbiamo oggi, il team e l’allenatore sarebbero da ringraziare per aver accettato la sfida e soprattutto sarebbero da “corteggiare spudoratamente” per contare in futuro su una presenza continua dei loro portacolori. Ovviamente questo non accadrà e anzi, bene che vada, dovranno aspettare mesi e mesi per avere sul conto corrente quanto di loro spettanza. Poi ci meravigliamo che gli esteri siano sempre meno…
Tornando agli aspetti tecnici, il due anni figlio di Areion nel Gran Criterium (Gr2 sui 1500 metri) ha confermato quanto di buono si diceva di lui continuando la carriera finora impeccabile che lo porta a quattro successi in altrettante prove.
Rubaiyat ha lasciato che il grizzettiano Cima Emergency dettasse i tempi fino all’ingresso in retta, con Elaire Noire appena dietro, e poi ai 500 finali ha spostato verso l’interno e ha metaforicamente fatto ciao-ciao con la manina isolandosi e andando a imporsi di oltre 5 lunghezze sugli avversari (video QUI).
Una dimostrazione di forza resa ancora più palese grazie a un terreno che il tedesco, a oggi numero uno della leva 2017 nel suo Paese, fa molto bene.
Al secondo un encomiabile Cima Emergency (voto 6/7) che, pur ancora maiden alla terza uscita, ha fatto capire di muovere bene le gambe e siamo certi che questo Cocktail potrà migliorare tanto nel futuro. Al terzo Elaire Noire (voto 6,5) che non ha demeritato in maniera assoluta, ma che pare aver confermato di non gradire per nulla il pesante. Buon quarto Sicomoro.
Nel Jockey, Gr2 sulla distanza classica, cambia solo il nome del cavallo e il sesso, infatti la connection, con il diligente Lecoeuvre in sella, rimane la stessa e colpisce con l’ottima Donjah (Teofilo) che ricalca la tattica del compagno di scuderia, cioè lascia a Chasedown il ruolo di battistrada e prende la schiena di Chesnut Honey con Colomano al secondo.
In retta l’allieva di Grewe deve solo mettersi sulle gambe e ai 300 passa in scioltezza finendo con oltre 4 di margine su Chasedown (6,5) che sfodera la sua miglior prestazione possibile respingendo chiaramente Colomano (6) per la piazza d’onore (Video QUI). Chesnut Honey non giudicabile per totale avversione al terreno estremo.
Donjah è una cavalla di primo livello europeo, le varie piazze a livello di Gruppo 1 in Germania sono lì a indicarcelo, peccato solo non aver potuto testare il nostro miglior soggetto classico (Chesnut Honey) contro di lei su un terreno almeno morbido. Magari non sarebbe bastato per ribaltare il risultato, ma così ogni paragone è semplicemente impossibile.
Voto 8. A Out Of Time.
Il vincitore del Parioli non disdegna il terreno difficile dove, forse anche grazie al fisico minuto, il suo cambio di passo diventa un’arma imparabile e lo ha fatto ben vedere ieri nel Di Capua, Gr2 sul miglio.
Il figlio di Sakhee’s Secret, ancora una volta un 100%ITY a segno, veniva posizionato da Dario Vargiu nelle retroguardie del gruppo, permettendo a Greg Pass di fare la corsa per il compagno Anda Muchacho.
Giunti in retta, ai 450 finali, Out apriva i reattori e in poche battute, a centro pista, si portava sui primi con al suo interno Anda ed entrambi si isolavano per un duello che stavolta vedeva chiaro vincitore il portacolori della Giglio Sardo. Al terzo finiva uno stremato Robin Of Navan, davanti a Nica autrice di un tardivo rush finale, che le vale solo il quarto ma che fa molto bene per il rating della corsa (video QUI).
L’allievo di Alduino e Stefano Botti si prende la vendetta su Anda che lo aveva battuto nel Vittadini, ma soprattutto si issa al comando nella gerarchia dei miler puri italiani.
Era la nostra carta migliore della giornata, assieme proprio ad Anda, e per fortuna è andata a buon fine.
Il vecchio leone Anda Muchacho merita 7+ perché riuscire a impegnare Out su questo terreno, che il figlio di Helmet trova indigesto, è l’ennesima dimostrazione del valore di questo Incolinx che va solo elogiato per la qualità e la grinta che ci mette sempre.
Voto 7,5. A Night Colours.
La puledra di Simon Crisford (voto 8,5 per la scelta perfetta e vincente di sostituire Festive Star, vincitrice del Coolmore, con la figlia di Night Of Thunder) ha vinto il Dormello, miglio per femmine di 2 anni alla prima edizione con lo status di Gr2, ma se lo è dovuto sudare parecchio.
La bimba tosta che le ha reso la vita difficile è una nostra portacolori, quella Rose Secret (voto 7,5), figlia sempre di Sakhee’s Secret, tutta made in Botti, che fin sul palo non ne voleva sapere di perdere, anzi diremmo che fino a poco prima del palo era lei a proporre gli argomenti migliori, anche perché Night faticava a scrollarsi di dosso l’altra britannica Romsey.
Ma nei 100 finali Night non solo riusciva a divincolarsi da Romsey (6/7) alla fine terza, ma riusciva a raggiungere Rose e a mettergli una corta testa di vantaggio (video QUI). Corsa molto bella e impreziosita dal duello finale che riempe di gioia lo spettatore. Al quarto staccata un’Ancona che comunque rende una buona linea alla prova.
Se alla vigilia eravamo rassegnati a una nostra debacle in questa prova, oggi ne usciamo con la consapevolezza che Rose Secret è una cavalla che fa sperare (per il livello delle ambizioni italiane ovviamente) e con quel pizzico di amaro in bocca che ci lascia una sconfitta sul filo di lana.
Voto 7. A Do It In Rio.
Le corse per velocisti si prestano spesso a sorprese e anche l’Omenoni, Listed sui 1000 metri, non ha fatto eccezione con il figlio di Rio De La Plata (che ricordiamo vinse il Di Capua e il Roma del 2010, entrambi Gruppi 1, con Frankie in sella) che ha raccolto il massimo possibile (era a oltre 50 di quota vincente!) da una corsa animata da The Conqueror, subito pronto a imporre un ritmo indiavolato.
Ai 150 finali, il leader accusava lo sforzo sul terreno infido e Buonasera ne approfittava per prendersi il proscenio, ma non aveva fatto i conti con Do It In Rio che la ghiacciava appena prima del palo portandosi dietro uno sfortunato Pensierieparole che veniva il doppio, ma poteva solo raccogliere il secondo compenso.
Male Sestilio Jet che non piazzava lo spunto che lo ha reso temibile anche in Francia (Video QUI).
Voto 7. A Aurelius In Love
Il figlio di Alheabyeb dopo una serie di ben 6 piazzamenti ha trovato nel momento finora più importante, nel Campobello Lr sui 1800 per 2 anni, la prestazione top.
Partito nel gruppo, era Kocomouth a dettare il ritmo, ma ai 300 sia Aurelius sia l’unica femmina del lotto, Norohna (7-) si staccavano per andare a battagliare per la vittoria e dopo un bel duello era il portacolori del Signor Golino ad avere la meglio, con al terzo lontano Ranger In Paradise (video QUI).
Grande gioia nel parterre per la vittoria di questo allievo di Vitabile, giovane trainer che con poche parole e molti fatti sta dimostrando di meritare ampiamente un palcoscenico (non un accostamento a caso vista la partnership della corsa con il Teatro Alla Scala) prestigioso come San Siro.
Bravo lui e bravo anche Niccolò Simondi, pure lui giovane allenatore ma della sconfitta Norohna, non solo per il bel piazzamento preso, ma anche perché è stato tra i primissimi a congratularsi con il vincitore. Un fair play che gli fa onore.
Voto 3. All’ufficio marketing e promozione di Snai San Siro.
Passi l’idea del birrodromo, che siamo sinceri era vecchia già a inizio duemila. Ma che, nella locandina di promozione della domenica, non si faccia MAI (il maiuscolo è rafforzativo) menzione della giornata principale del meeting autunnale milanese fa davvero ribrezzo.
Come ci siamo chiesto nel precedente video (QUI): davvero tra i grandi esperti di marketing che Snaitech ha al suo interno, non c’è nessuno a cui sia venuto in mente di ricordare al pubblico che a San Siro si disputavano 4 gruppi 2, 1 gruppo 3 per PSA (vinto da Hajres con Peslier in sella) e 2 Listed?
Il Premio Collegno 2019 (lo Smemorato…) viene assegnato per manifesta superiorità a Snaitech.
Se però poi si pensa che siamo noi tutti, ippici e non, a rimunerare tramite le sovvenzioni gli ippodromi che poi producono simili campagne pubblicitarie, passa il sorriso e viene da arrabbiarsi, ma davvero tanto…
Il voto di 3 qui sopra, non è dato alle capacità di allestimento la giornata, quelle meriterebbero un voto sotto zero, quanto piuttosto alla speranza che la prossima volta contino con molta calma fino a 3, uno-due-tre, prima di ripetere simili promozioni…
Antonio Viani@DerbyWinnerblog