Arqana lancia il SIREPOWER+: chi si avvantaggia?
SIREPOWER+, nuova iniziativa ARQANA!
Dal prossimo anno la casa d’aste francese finanzierà gli allevatori con il 50% del costo della monta di stalloni di alta gamma per le loro fattrici.
In concreto, come funziona?
L’allevatore, francese o estero ma con fattrice residente oggi o il prossimo anno in Francia, che intende coprire la propria giumenta con uno stallone top potrà ottenere l’anticipo del 50% della monta direttamente dalla casa d’aste.
Chiaramente ci sono delle condizioni ulteriori da seguire.
La fattrice dovrà prima essere approvata da ARQANA, quindi la casa d’aste non finanzierà tutte le fattrici che verranno presentate, ma solo quelle che a suo parere presenteranno il potenziale per poter accedere a uno stallone “power”. Dunque ci sarà un controllo qualità e si cercherà di evitare il fenomeno della sovra-copertura, cioè creare uno squilibrio tra valore dello stallone e valore della fattrice.
Secondo aspetto, il prodotto che nascerà dovrà obbligatoriamente passare alla vendita in una delle aste foal o yearling di Arqana. In questo caso un vincolo abbastanza scontato visto che SIREPOWER+ viene introdotto dalla stessa Arqana.
Altro tema importante è questa iniziativa non è un finanziamento a fondo perduto e nemmeno a tasso zero. Il costo del 50% della monta viene anticipato da Arqana e dovrà essere rimborsato alla casa d’aste al momento della vendita del suddetto prodotto e dovrà anche essere riconosciuto alla stessa un tasso di interesse su tale importo erogato.
In definitiva è una differente modalità di accesso agli stalloni rispetto al più tradizionale foal sharing. In questo ultimo caso non vi sono trasferimenti di denaro e i due attori sono lo stalloniere e l’allevatore, nel caso del SIREPOWER+ i due attori principali sono Arqana e l’Allevatore che si “uniscono” per acquistare una monta di alto livello.
Nelle intenzioni della casa d’aste questo progetto dovrebbe aiutare a migliorare sempre di più la qualità dei prodotti presentati alle vendite di agosto e ottobre, grazie a un aumento del numero dei prodotti figli di stalloni importanti. Per capirci, oggi tali yearling in Francia pesano per circa il 36% del totale del fatturato, 31,2 milioni di euro su 85,13. In Inghilterra e Irlanda tale percentuale aumenta al 45% (fonte JDG). Segno che gli stalloni top oggi si trovano principalmente al di là della manica e idem per gli allevatori che maggiormente se ne servono. Quindi l’idea che sta dietro è molto semplice: finanzio gli allevatori affinché mi portino un numero maggiore di prodotti che rappresentano il clou del mercato.
Quali considerazioni si possono fare su questa iniziativa?
Innanzitutto va fatto un grande plauso ad Arqana per aver ideato questa soluzione, perché dimostra l’attivismo della sua dirigenza, in primis del nuovo Presidente Olivier Delloye, che conferma di essere il degno successore del grande Eric Hoyeau.
Ritengo che ogni novità sia utile non solo per quello che porta con se, ma in in quanto smuove le acque e indirettamente stimola il dibattito che porta alla ricerca di nuove soluzioni sempre migliori. Personalmente la trovo certamente utile per chi la propone (scontato…) che cerca una strada differente e nuova per migliorare le sue aste. Assieme ad Arqana però, i veri soggetti beneficiati da tale provvedimento mi paiono
paradossalmente più gli Stallonieri che gli Allevatori.
Infatti i primi ottengono di impiegare il loro stallone a fronte di un pagamento in denaro, per di più al 50% garantito dalla solidità della casa d’aste, piuttosto che attraverso un foal sharing che ovviamente comporta per lo stalloniere un incasso più in là nel tempo (al momento della vendita alle aste foal o talvolta ancora più in là a quelle yearling) e con il rischio dato dalla bellezza morfologica o meno del puledro. Inoltre attraverso questo schema si sfilano dalla necessità di dover magari dire no al foal sharing con una fattrice che è sì buona, ma magari non abbastanza per accedervi. Tutto sommato, esasperando il concetto, sarebbe più giusto che gli stallonieri partecipassero alle spese di tale operazione, visti i vantaggi che gli derivano.
Per gli allevatori invece penso che tali plus siano meno evidenti di quanto sembrino.
Innanzitutto se parliamo di stalloni da 100mila euro significa un esborso iniziale a loro carico comunque di 50mila euro, magari qualcosa meno, potendo contrattare il tasso avendo anche la presenza solida di Arqana a coprire il restante 50%. Quindi, per un piccolo allevatore, al quale si rivolge principalmente lo schema, una somma molto ingente a prescindere.
Essendo poi un finanziamento, l’altra metà della monta va in ogni caso rimborsata con l’aggiunta degli interessi. Quindi alla fine si tratta di un meccanismo che posticipa il pagamento della metà dell’esborso, non un aiuto a fondo perduto.
Infine vi è il vincolo del passaggio in asta. Questa mi pare la condizione meno impattante, perché tutto sommato la fattrice già si trova in Francia e quindi è quasi naturale farla passare in asta, peraltro suppongo che verrà data molta pubblicità ai prodotti nati da questa iniziativa, perché è tutto vantaggio di Arqana far sì che ottengano un prezzo elevato.
In definitiva ritengo perciò che uno schema che voglia davvero mettere gli allevatori al centro dovrebbe partire non dall’incentivare l’utilizzo di stalloni migliori, quanto piuttosto incentivare l’acquisto di fattrici migliori.
Dunque capovolgere completamente il discorso. Finanziando il 50% del costo d’acquisto di fattrici di qualità si aiuterebbe enormemente il sistema allevatoriale e nel medio periodo ne gioverebbe maggiormente anche la stessa casa d’aste.
Una soluzione, pura ipotesi per ragionarci assieme, potrebbe prevedere il finanziamento appunto del 50% dell’acquisto di una cavalla out of training o anche fattrice con determinate elevate qualità morfologiche e di carta, magari, anzi per forza, acquistata proprio alle aste Arqana.
Il finanziamento potrebbe anche qui essere rimborsato attraverso la vendita futura del puledro alle aste del colosso di Deauville, questo mi pare evidente.
Addirittura si potrebbe pensare di vincolare non solo il passaggio del primo prodotto, ma dei primi due o tre e dunque suddividere il rimborso in più tranche. O ancora ci si potrebbe spingere a impegnare l’allevatore a non vendere la cavalla prima di 5 anni e di mantenerla in Francia per la maggior parte del tempo, in questo caso si potrebbe cercare pure la sponda “economica” del Ministero dell’Agricoltura Francese per ottenere particolari condizioni vantaggiose.
Ovviamente sono solo proposte in libertà, ma di fondo ritengo davvero centrale che se Arqana, assieme giustamente ai suoi interessi, ha l’obiettivo di fornire un servizio e un aiuto agli Allevatori francesi o di stanza in Francia farebbe meglio a finanziare le fattrici piuttosto che le monte. E voi che ne pensate?
Antonio Viani@derbywinnerblog.net