I Gruppi 1 in Europa nel 2024 – Part 1

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giro mondoCome da tradizione lasciamo spazio al nostro Paolo Salvadori per la sua analisi particolareggiata sui Gruppi 1 europei del 2024. Una disamina molto approfondita che vi consigliamo di gustare in poltrona magari con un sottofondo di jazz e un buon bicchiere di vino in mano, ne vale la pena. Buona lettura!

Anche quest’anno siamo giunti alla conclusione del lungo percorso dei gruppi 1 europei in piano, iniziato il 29 aprile a Longchamp con il Prix Ganay e terminato domenica 10 novembre a Monaco di Baviera con il Grosser Allianz Preis Von Bayern.
Le principali prove del vecchio continente sono state ridotte di un’unità, diventando pertanto 83, per via del declassamento a gruppo due del Saint Alary.
Alla luce di quanto abbiamo assistito in questo lungo periodo, non ci stupiremmo che in sede plenaria del Comitato Pattern vi fossero ulteriori cambiamenti al ribasso.
La nostra impressione è che la qualità complessiva del cavallo galoppatore, per lo meno in piano, stia progressivamente scemando. Una lenta regressione sia sotto il profilo agonistico che fisico, che alla lunga non può che coinvolgere direttamente anche le principali prove, forse troppe, che si disputano sui diversi tracciati, non solo europei, soprattutto in termini di risultati, spesso altalenanti.
Preoccupa in particolar modo il numero sempre più ridotto di buoni due anni, per la maggior parte maschi, in grado di cimentarsi nelle principali gare di selezione. Vedremo più avanti alcuni dati.
Nel frattempo, si conferma al contrario la buona tenuta in generale dell‘intero comparto femminile in grado di riportare ben sei prove, aperte ai due sessi, oltre che a fregiarsi, con una sua degna rappresentante, del sigillo del Prix De L’Arc De Triomphe. Alla fine, sono ben trenta le principali corse vinte dal gentil sesso, sempre più determinante, non solo in termini riproduttivi.

Non smetteremo mai di sottolineare che le principali responsabilità di questa progressiva deriva sono da imputarsi in particolar modo alle scelte piuttosto disinvolte del comparto allevatorio, sempre più teso a favorire i vari mercati di compravendita, i veri settori che la fanno da padrone e i cui indici sono sempre in crescita, in particolar modo nel comparto delle proposte medio alte.
La richiesta è sempre più rivolta a precocità e velocità, la conseguenza è quella di un alto numero di soggetti usa e getta, fin troppo insanguati, con inbreeding sempre più  ravvicinati, spesso figli di stalloni, reduci da carriere non certo esaltanti, messi in razza solo perché appartenenti a stirpi velocistiche, mentre altri, molto validi in pista su distanze classiche,  vengono relegati, salvo poche eccezioni, a poche monte e spesso sono dimenticati nel breve, se non raggiungono nelle primissime stagioni risultati incoraggianti.
In tutto questo chi emerge nettamente in termini di successi, sono soprattutto quei grandi gruppi che possono permettersi scelte ben diverse da quelle che il mercato richiede, mentre fortunatamente in contro tendenza continuano a operare alcuni paesi come ad esempio il Sol Levante, piuttosto che in Europa la Germania, con numeri ahimè piuttosto bassi.
Scuserete la parziale digressione e veniamo dunque alla consueta analisi.

A conferma della tendenza degli anni precedenti si sta evidenziando un discreto livellamento,kyprios confermato ulteriormente, come vedremo, dall’analisi delle famiglie, dei nick e degli elementi costituenti i pedigree dei vari vincitori.
Alla fine il totale generale dei partecipanti  si è fissato in 842 unità, anche questo dato più o meno in linea con gli anni passati. Si sono distinti ben 64 vincitori, (lo scorso anno 68), con sei soggetti che hanno riportato due prove, cinque ben tre e uno solo addirittura quattro.

Partiamo dal grande protagonista di questa ottima performance:

Kyprios (9-f), maschio sauro 2018 da Galileo (9-h) e Polished Gem da Danehill (2-d), capace di imporsi in tutte le principali prove sulla lunga distanza, quali Gold Cup al Royal Ascot, Goodwood Cup nell’omonimo ippodromo, Irish St Leger al Curragh e Prix Du Cadran a Longchamp. Per non farsi mancare nulla ha ribadito la sua superiorità anche nella Champions Long Distance Cup, prova di gruppo due che si è svolta a Ascot nel grande meeting autunnale definito Champions Day.
Il nostro ha uno score di 15 vittorie, due secondi posti, un quarto, rimanendo una sola volta fuori dal marcatore nelle 19 prove disputate, per vincite di oltre 2.600.000 sterline. Nel 2022 aveva effettuato più o meno lo stesso percorso, riportando i medesimi quattro gruppi uno vinti quest’anno, tra cui si ricorda la devastante affermazione nel Prix Du Cadran in cui in un campo di 12 partenti, rifilava ben venti lunghezze al secondo arrivato,  percorrendo l’intera retta di arrivo in diagonale.

Kyprios (9-f) rappresenta l’ennesimo dimostrazione del nick di successo Galileo/Danehill che ha prodotto 16 vincitori di gruppo uno (tra cui anche il sommo Frankel (1-k)) per un totale di ben 43 sigilli. Questo incrocio si è distinto come il più rappresentativo di questo secolo ed è caratterizzato da un inbreeding 5×5 su Buckpasser (1-x), la cui presenza nei pedigree è fondamentale.
Polished Gem, baio 2003, poco efficiente in pista, ha anche prodotto Search For A Song (9-f), dal manto sauro e sorella piena del nostro eroe, di due anni più grande, capace di imporsi in due edizioni consecutive dell’Irish St Leger, precisamente 2019 e 2020, prova che a questo punto è diventata una questione di famiglia, oltre che Free Eagle (9-f), maschio baio 2011 da High Chaparral (1-n), trionfatore delle Prince Of Wales’s Stakes al Royal Ascot nel 2015.
La madre di Polished Gem, Trusted Partner (9-f), sauro 1985 da Affirmed (23-b), vincitrice di 1000 Ghinee irlandesi,  risulta anche la bisnonna rispettivamente  di Vert De Grece (9-f), maschio grigio 2012 da Verglas (3-d), che ha riportato in gioventù il Criterium International di Saint-Cloud, con in sella il nostro Umbertino Rispoli e di Thunder Moon (9-f), maschio baio da Zoffani (1-c), affermatosi  a sua volta a due anni nelle National Stakes del Curragh.
Bourtai (9-f) baio 1942 da Stimulus (12-b), poco significativa nella carriera agonistica e VI mamma del nostro eroe, rappresenta al momento la fattrice di riferimento più significativa, rientrando di diritto nel ristretto novero delle “Cluster Mares”.
La famiglia 9-f nel complesso è più che valida, occupando il sesto posto in Europa nella classifica vincitori gruppi uno, figurando nei primi venti in quella complessiva che comprende anche i padri e i genitori delle madri.

Veniamo ora ai cinque soggetti impostisi in tre prove. Sono nell’ordine:

mqse de sevigneMqse De Sevigne  (13-c) femmina baio 2019 da Siyouni (12-b) e Senne da Sevres Rose (14), che agli ordini del maestro Andrè Fabre e la sapiente monta del nuovo enfant prodige Alexis Pouchin, ha riportato sempre di misura, sua particolare caratteristica, sia il Prix D’Ispahan sui 1850 metri del tracciato di Longchamp, che il Prix Rothschild sul miglio di Deauville, per concludere in bellezza nel Prix Jean Romanet sul doppio chilometro, bissando così il successo dello scorso anno in entrambe queste due ultime prove. In carriera 8 vittorie su sedici corse, di cui cinque di gruppo uno, per un totale di quasi un milione di euro. È stata inspiegabilmente impiegata nel recente Prix De L’Arc De Triomphe dove ha chiuso mestamente al quattordicesimo posto su sedici concorrenti , occupando sempre sin dal via le posizioni di retroguardia.
Il pedigree risulta praticamente outcrossing. Da segnalare che Senne, baio 2003, piazzata di listed, accoppiata con Slickly (12-b), che ha per mamma la nonna di Siyouni (12-b), ha prodotto anche il buon Meandre (13-c), maschio grigio 2008, che ha riportato, tra il 2011 e il 2013, ben quattro gruppi uno sulla distanza classica dei 2400 metri, tra cui il Gran Prix De Paris a Longchamp.
La linea femminile è una di quelle minori provenienti dalla validissima “Cluster Mare “ Tourzima (13-c), baio 1939, piazzata di listed, che si trova in settima linea. Tourzima (13-c) ha per genitore il sommo Tourbillon (13-c) con cui condivide la III madre.
La famiglia 13-c nel suo complesso, risulta una delle migliori in assoluto, occupando il decimo posto tra i vincitori e addirittura il sesto nella somma complessiva delle famiglie dei padri e dei padri delle madri.
A essa appartengono campioni straordinari, uno su tutti Mr. Prospector (13-c), uno dei più grandi caporazza della storia.

City Of Troy (9-e), maschio baio 2021, da Justify (1-h) e dalla vincitrice di gruppo Togheter Forever, baia 2012 da Galileo (9-h), dopo un opaco rientro nelle 2000 Ghinee, provenendo da una campagna giovanile che lo vedeva imbattuto in tre prove, tra cui le Dewhurst Stakes a Newmarket, riportava in bella sequenza Derby Di Epsom, Eclipse Stakes a Sandown e Juddmonte International Stakes a York. Ha concluso la stagione con uno improduttivo ottavo posto, nel recente Breeders Cup Classic, a fronte di una scelta del gruppo Coolmore, per molti osservatori incomprensibile, di sfidare gli americani in quella corsa che risulta da tempo stregata per i concorrenti europei. Per la cronaca questa edizione è stata  vinta da Sierra Leone (2-b), maschio baio 2021 da Gun Runner (17-b), appartenente allo stesso gruppo. Morale, 8 corse, sei primi e due disperso per un totale di quasicity of troy 2.500.000 sterline incamerate.
Il Coolmore ha da sempre l’esigenza di accoppiare le molte valide figlie di Galileo in suo possesso.

La scelta anche di Justify (1-h) è più che valida, sia per il valore intrinseco del grande campione statunitense, sia per gli straordinari risultati in razza della stirpe di Scat Daddy (1-w), genitore appunto del genitore di City Of Troy (9-e).
Il pedigree di quest’ultimo risulta praticamente outcrossing, se non si considera un 5×5 della buona fattrice Special (5-h) in linea femminile. Da tempo non prendiamo più in considerazione i possibili inbreeding sia su Northern Dancer (2-d) che su Mr. Prospector (13-c).
La linea femminile è straordinaria. Dalla nonna Green Room (9-e), baia 2002 inedita da Theatrical (3-h), provengono anche Forever Toghether (9-e), baia 2015 vincitrice di Oaks di Epsom e sorella piena della mamma del nostro, oltre che Lord Shanakill (9-e) maschio baio 2006 da  Speightstown (9-b), che ha riportato il Jean Prat nel 2009, prova che si disputava all’epoca a Chantilly.
Dalla IV madre Chain Store (9-e), baia 1972, vincitrice di listed da Nodouble (A 1), che a nostro parere appartiene di diritto all’elenco delle “Cluster Mares “ di questo ultimo secolo, provengono anche il super promettente stallone Havana Grey (9-e), maschio baio 2015 da Havana Gold (19-c) vincitore della prima edizione promossa a gruppo uno delle Derrinstown  Stud  Flying  Five Stakes del Curragh, piuttosto che il campione Gladiatorus (9-e), maschio baio 2005 da Silic (1-l), che ha funzionato per un breve periodo alla SAB di Besnate.
Nel suo insieme la famiglia 9-e, a cui abbiamo dedicato un intero capitolo in un precedente nostro lavoro sulle “famiglie femminili”, è in assoluto una delle più valide. Figura al terzo posto nella classifica dei vincitori, occupando la medesima posizione in quella complessiva che vede anche implicate le appartenenze genealogiche dei due sires più prossimi ai primi attori.

Porta Fortuna (5-e), femmina baio 2011 da Caravaggio (9-e) e Too Precious, da Holy Roman Emperor (4-g), già primeggiante a due anni nelle Cheveley Park Stakes a Newmarket, ha concluso la stagione del 2023, occupando la seconda piazza nelle Breeders’ Cup Juvenile Fillies Turf a Santa Anita.
porta fortunaRientrata direttamente nelle 1000 Ghinee di Newmarket, dove arrivava a un’incollatura dalla vincitrice Elmalka (6-d), da Kingman (19), inanellava tre primi consecutivi, riportando nell’ordine, sempre sulla distanza del miglio: Coronation Stakes al Royal Ascot, Falmouth Stakes a Newmarket e Matron Stakes a Leopardstown.
Non si è piazzata nel meeting delle Breeders, quest’anno svoltosi a Del Mar, sul miglio in erba al cospetto anche dei maschi. Lo score è di sette vittorie (quattro gruppi uno) e quattro piazzamenti su un totale di 12 corse. Le vincite ammontano a oltre 1.300.000 sterline.
Il padre Caravaggio (9-e), ennesimo discendente della stirpe di Scat Daddy (1-w), è stato trasferito prematuramente in Giappone. Il pedigree è praticamente outcrossing e questo avviene sovente, laddove viene utilizzato il sangue dello straordinario razzatore statunitense. La linea femminile risale alla Cluster Mare Majideh (5-e), sauro 1939 dal grande Mahmoud (9-c), plurivincitrice di gruppo uno, che figura in IX posizione. La famiglia non è di quelle che si pongono maggiormente in evidenza, almeno nel secolo attuale.

Charyn (14-b), maschio grigio 2020 da Dark Angel (10-c) e Futoon, da Kodiac (7-a).
Affacciatosi in prima categoria nella seconda metà dello scorso anno, conquistando qualche discreto piazzamento, è letteralmente esploso in quello in corso, riportando cinque vittorie, di cui tre di gruppo uno nelle sette corse disputate, oltre due seconde piazze, causa uno svolgimento piuttosto disinvolto del proprio interprete. Stranamente tardivo, vista la paternità, risulta a nostrocharyn avviso il miglior miler attualmente in circolazione. Al momento vince circa 2.200.000 sterline. Dotato di uno scatto bruciante, ha incamerato rispettivamente Queen Anne Stakes al Royal Ascot, Prix Jacques Le Marois a Deauville e Queen Elizabeth II Stakes nel pomeriggio del Champions Day di Ascot.
Il padre Dark Angel (10-c) è una garanzia assoluta, degno erede di una dinastia straordinaria risalente, attraverso Acclamation (19-c) – Royal Applause (26) – Waajib (6-d),  a Try My Best (8-f), baio 1975, vincitore di Dewhurst Stakes a Newmarket, ma non certo uno dei migliori trasmettitori del fenomenale genitore Northern Dancer (2-d). Il nick consolida ulteriormente la grande performance, almeno in Europa, dell’incrocio tra soggetti provenienti entrambi dal grande caporazza canadese. Il pedigree è caratterizzato da un interessante 4×5 su Ahonoora (1-m), elemento che apporta una certa qualità. La linea femminile non si distingue in particolar modo, in effetti non abbiamo rilevato particolari Cluster Mares a essa riferente, così come la famiglia che si trova nelle posizioni di coda. Riteniamo comunque, che a dispetto di questo, Charyn (14-b) possa trasmettere in razza tutte le qualità espresse in pista.

Bluestocking (5-j), femmina baio 2020 da Camelot (4-o) e Emulous, baia 2007, vincitrice di Matron Stakes a Leopardstown, da Dansili (11), ha consacrato un’annata straordinaria, che l’ha vista mai fuori dal marcatore, conquistando il prestigioso sigillo del Prix Dell’Arc De Triomphe, imponendosi chiaramente in un campo di 16 partenti. Ha battagliato tutto l’anno anche contro i maschi, soccombendo in due occasioni, sia nelle King George di Ascot, che nelle Juddmonte International Stakes di York, forse su distanza per lei un filo breve, riportando nel frattempo nettamente le Pretty Polly Stakes al Curragh e il Prix Vermeille a Longhchamp, la cui prestazione ha convinto il proprio entourage a supplementarla nella prova regina parigina, siglata come precedentemente detto in maniera piuttosto netta.
A proposito della prova faro, che si svolge la prima domenica di ottobre, considerata dai francesi l’autentico campionato mondiale del purosangue sulla distanza classica, vorremmo far rilevare che nelle ultime diciassette edizioni, le femmine hanno primeggiato in ben dieci occasioni. Pensare di non aprire questa corsa anche ai cavalli non interi è da considerarsi pura miopia.
Detto questo vediamo che il sire Camelot (4-o) si sta sempre più dimostrando valido in razza, così come Dansili (11), si sta rilevando un ottimo padre di fattrici, confermando la grande capacità degli eredi di Danzig (7-a), in particolar modo del figlio Danehill (2-d), di imporsi anche nel settore della riproduzione femminile. Se ci fate caso, ben quattro dei sei soggetti fino a qui analizzati hanno la mamma risalente in un caso direttamente a quest’ultimo e in altri tre a suoi diversi figli. Un altro aspetto da evidenziare che tutti e sei i responsabili di ben 19 successi in prove elitarie, hanno entrambi i genitori provenienti da Northern Dancer (2-d), per l’Europa questa è ormai una costante.
bluestockingBluestocking (5-j), che ha incamerato fino a ora 3.600.000 sterline andrà a fare la mamma a partire dal prossimo anno. Rappresentante di una delle diverse linee femminili al successo del gruppo Juddmonte, si caratterizza per un pedigree con alcuni inbreeding, tra cui un 4×3 su Danehill (2-d) e un 5×4 su His Majesty (4-d) nella sessione materna. Non si può dire anche in questo caso che ci siano particolari risalti a livello generale di questa famiglia.
Vorremmo evidenziare che il nick è il medesimo del buon prospetto Los Angeles (9-h), baio 2021, che ha riportato Criterium De Saint-Cloud e Irish Derby al Curragh, oltre che la terza piazza alle spalle di due femmine nel recente Arc De Triomphe, oltreché molto simile a quello dello strenuo lottatore Luxembourg (8-f), baio 2019, che nasce da una figlia di Danehill Dancer (22-b) e che rientra di diritto nella categoria dei “Purosangue Leggendari”, termine coniato dall’amico Marco Monaco, avendo riportato Racing Post Trophy di Doncaster a due anni, Irish Champions Stakes a Leopardstown a tre anni, Tattersalls God Cup al Curragh a quattro anni e infine Coronation Cup a Epsom nell’anno in corso. Luxembourgh (8-f) verrà ritirato in razza a partire dal prossimo anno.

Sempre a proposito dei vincitori, vorremmo segnalare l’impresa della fattrice In Clover (5-h), baio 2002, che ha riportato un gruppo tre e proviene da  Inchinor (7-a), ottimo discendente di Ahonoora (1-m) e degno rappresentante della linea femminile di appartenenza.
La nostra, risultando la mamma di Friendly  Soul (5-h) baio 2021 da Kingman (19), è arrivata a produrre ben quattro trionfatori di gruppo uno (tre sono femmine), oltre a un’altra figlia, piazzata di listed e madre a sua volta di un altro vincitrice di gruppo uno. Tutti questi soggetti hanno primeggiato in Francia, per lo più a Longchamp (due Opera – un Kadran – un La Foret, la nipote), la quinta ha vinto il Rothschild a Deauville.
I padri provengono quasi tutti dalla stirpe di Danzig (7-a), per la precisione due Dansili (11), un Kingman (19) appunto, un Oasis Dreams (19), la nipote, poi accoppiata con Frankel (1-k) che risulta anche il padre dell’unico maschio.

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