Il Mipaaf pubblica i criteri utilizzati per il calendario ippico. Peccato non li segua…

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MIPAAFViene da sorridere a leggere il Decreto del MIPAAF (leggi QUI) riguardante i criteri adottati nella stesura del calendario ippico.
Questo sentimento di ilarità sarebbe naturale se solo non fossimo di fronte all’ennesima, tragica, dimostrazione di totale inadeguatezza a gestire un settore, il nostro, da parte della Politica.

Già il pubblicare un decreto che stabilisca i principi di redazione di un calendario dopo che lo stesso è già ampiamente in atto è di suo molto buffo, ma il bello arriva quando e se avrete lo stomaco di leggere per intero il documento.
Dopo la solita pappardella di premesse che sospetto la burocrazia scriva per cercare di togliere la voglia alla maggioranza dei volenterosi di leggere il vero contenuto di un atto ecco che arriva il contenuto vero e proprio.

Si parte con un principio che farebbe impallidire il grande Catalano della banda di Arbore, anche detto “il Re dell’ovvio”, cioè che le esigenze tecniche degli specifici settori vanno contemperate con le risorse finanziarie disponibili.
mipaafMa davvero? Per fortuna al MIPAAF ci comunicano che soldi e programma vanno di pari passo, pensavamo invece di poter fare un montepremi con più soldi di quelli stanziati.
Tanto poi, vista la situazione che stiamo vivendo, ci pensa la stessa Politica, se gli gira, a non pagarli, o no?
Al di là di questa battuta, bisogna pur sdrammatizzare ogni tanto, i veri scollamenti con la realtà arrivano più sotto dove si dichiara testualmente: “Garantire un adeguato numero di giornate di corse per l’attività di selezione e di preparazione alle corse di selezione e armonizzare le diverse esigenze che riguardano la selezione agonistica, l’attività degli ippodromi e degli operatori e l’attuazione delle disposizioni di programmazione tecnica emanate dall’Amministrazione”.
Fin qui sembrerebbero dichiarazioni generali che vogliono dire tutto e niente.
Però a ben vedere si fa espresso riferimento all’attività di selezione e qui, allora, la carogna inizia a salire.
Caro MIPAAF ma come fai a parlare di garantire la selezione e il suo corretto svolgimento se non paghi i vincitori esteri delle corse di selezione? Oppure, come fai a parlare di selezione se non partecipi neppure alle riunioni del Comitato Pattern e anzi acconsenti che partecipi un rappresentante di una organizzazione privata (SIRE), la quale paga persino i costi delle trasferte?
Questo per te, mio adorato (lo dico davvero, perché per me il rispetto dovuto alleconfused-man Istituzioni è sacro) MIPAAF, è garantire la selezione?
Come pensi si possa garantire una minima selezione se grazie alle tue “dimenticanze” contribuisci in misura sostanziale alla retrocessione delle nostre corse di Gruppo?
Credi davvero che uno straniero sia invogliato a venire a correre da noi se sa già prima di far salire il cavallo sul van che tanto i soldi, in caso di vittoria, non li prenderà prima di 7 o 8 mesi, se va bene, e comunque dopo mille sollecitazioni?
Ma anche escludendo gli operatori esteri, credi davvero che un proprietario italiano che deve ancora riscuote un premio vinto a Novembre (se è fortunato e non deve ricevere mesi antecedenti…) sia così incentivato a investire  per produrre selezione?
La selezione, caro MIPAAF, si fa non solo pagando i premi nei tempi corretti ma anche intessendo rapporti con le controparti estere, facendo attività di lobbying, difendendo gli interessi della nostra ippica nazionale e non fregandosene bellamente di quanto accade al di fuori delle Alpi.

Ma non è finita qui, perché più ci si addentra e più arrivano le sorprese infatti al punto 1 ecco una perla: Rimodulare le giornate di corse da assegnare agli ippodromi ed il relativo montepremi, sulla base dei risultati tecnici ottenuti nel corso del 2016, con particolare riferimento alla media partenti per corsa ed alle corse di Gruppo, Listed, handicap principali e corse abbinate alla scommessa tris-quartè-quintè, disputate nel 2016”.
Rimodulare? Ma la parola tagliare è davvero così brutta che al MIPAAF non la si può utilizzare?
Se parliamo di risultati tecnici e numero partenti dovremmo cancellare almeno il 30% dei convegni oppure il MIPAAF ritiene che il 2016 sia tutto nella norma?
Va bene non conoscere abbastanza il settore che si amministra (non si deve chiedere troppo ai ministeriali…) ma almeno avere gli occhi per vedere che i convegni e le corse non riuscite saranno almeno il 40% del totale è così difficile? Quesito al quale suppongo EPC-Logo-480x237non avremo risposta, come d’abitudine quando si ha a che fare con il Ministero.

Più sotto al punto 3 ecco un colpo di coda della Politica: Strutturare il calendario e le relative dotazioni, delle corse di Gruppo, Listed ed Handicap principali di galoppo secondo la classificazione fatta dal Comitato Pattern Europeo sulla base dei rating dei cavalli partecipanti alle corse nell’ultimo triennio e delle disposizioni contenute nell’European Pattern Book che disciplinano le corse di Gruppo e Listed dei diversi paesi aderenti”. Questa è davvero divertentissima, perché il MIPAAF si guarda bene dal partecipare alle riunioni del suddetto Comitato ma ne recepisce le direttive, una contraddizione che fa piangere dal ridere. O meglio, fa solo piangere…

Ma ecco altre chicche ai successivi punti 4, 5 e 8. Il primo “Assicurare un adeguato numero di giornate di corse per singolo giorno e nel totale annuale in modo da consentire la continuità della programmazione nelle diverse piazze, per area geografica e per periodo di riferimento”. Il secondo: Evitare sovrapposizioni tra ippodromi limitrofi per specialità, tenendo conto anche della collocazione geografica e bacino di utenza tra gli ippodromi che svolgono la medesima disciplina”. E infine il punto 8: Programmare un numero di convegni di corse ottimizzando la distribuzione dei campi anche al fine ditesta contro il muro consentire all’Amministrazione di selezionare le corse alle quali abbinare la scommessa Tris, Quartè, Quintè. La distribuzione deve prevedere, di norma, nei giorni feriali, un numero di ippodromi italiani da tre a sei e nei giorni festivi e prefestivi un numero di ippodromi italiani da quattro a otto”. 
Per il MIPAAF è adeguato avere, nella situazione cavalli odierna, 4 ippodromi di galoppo in attività il sabato? Oppure si evitano sovrapposizioni avendo Treviso assieme a Milano, oppure Napoli nello stesso periodo di Roma, o Grosseto con Pisa e via discorrendo?
Giusto per cercare di capire quale sia il vero obiettivo del MIPAAF.
Il target del Ministero è avere corse da 4 partenti sempre?
Oppure corse dove sono in 5 di cui 3 sono in pista per onor di firma?
Per il MIPAAF il bacino di utenza di Roma e Napoli, o quello di Grosseto e Pisa è differente?
Comunicate al MIPAAF, nel caso non se ne fossero accorti, che questo modo di agire è la regola, in barba all’evitare sovrapposizioni.

Seguendo la lettura troviamo la conferma che il lunedì è di festa. Scelta folle economicamente e che davvero non si comprende. Una copiatura del passato che ha fatto perdere soldi a tutto il settore nel 2016. Ma vedo che tanto nessuna Associazione di categoria dice nulla, quindi si vede che va bene così.
Subito a seguire la certificazione che le corse per convegno devono essere 6.
Altra bellissima mossa alla Tafazzi. In tutto il mondo si aumentano le corse per convegno e noi le riduciamo?
Lo sanno al MIPAAF che aumentare le corse di una giornata porta delle economie di scala?
Lo sanno che certi costi sono fissi e quindi, per paradosso, sarebbe vantaggioso prevederne il doppio di corse per giornata e non certo di meno?
capannellePerò qui arriva il colpo del fuoriclasse, lo dico davvero, da parte del Ministero. Cioè si può derogare dalle 6 corse per motivi particolari.
Quali possano essere questi motivi extra ordinario non si sa, visto che regolarmente Roma Capannelle ha convegni festivi di 7 corse, ma almeno la possibilità è presente. Idem per il montepremi, è possibile togliersi delle giornate per aumentarne delle altre. Insomma il criterio reale che passa con questo decreto è: noi diamo dei principi da seguire, ma se voi non volete seguirli potete farlo.
Cosa che viene rimarcata anche al punto 10 e al precedente punto 9 dove si stabiliscono le date di inizio e fine delle riunioni in notturna, fatta salva, ovviamente, la deroga…
Possiamo quindi affermare che sia tutto in linea con la storia dell’ippica italiana degli ultimi anni, dove ogni ippodromo ha fatto quello che voleva. Visti i risultati ottenuti forse sarebbe ora di mettere dei paletti più stringenti, o no?

In conclusione credo si impossibile per qualunque ippico, appassionato e in buona fede, prendere per veritieri questi principi se poi vediamo che nella realtà sono sistematicamente disattesi.
Se vediamo scritta la parola selezione e assistiamo quotidianamente ad atti avallati dal Ministero che palesemente se ne fregano di essa. Se leggiamo di un numero di giornate adeguato e di evitare sovrapposizioni e invece si continua pervicacemente a programmare giornate inutili e dannose che drenano risorse.
Ma forse, ho letto male io, e queste sono le linee guida e i principi per la stesura del calendario 2018.
Vuoi mica che pubblichino adesso che siamo ad aprile 2017, quelle di quest’anno, no? Tranquilli quindi, ci aspetta un bellissimo 2018…

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

5 pensieri riguardo “Il Mipaaf pubblica i criteri utilizzati per il calendario ippico. Peccato non li segua…

    Benedetto Di Giulio ha detto:
    10 aprile 2017 alle 19:09

    Il discorsetto tutto in politichese, andrebbe tradotto da uno pratico. Il senso , se vogliamo passare alle interpretazioni, sembrerebbe essere: i soldi ce li metto io e di conseguenza comando. Se poi sono in grado di farlo bene è altro discorso, per il momento non sembra. Naturalmente vanno a farsi benedire le varie Leghe e Organismi Ippici se lo Stato rivendica a sè l’autorità sulla gestione Ippica. D’altro canto ogni Italiano che si occupa di questa materia sembra abbia la pretesa di avere l’Ippodromo sotto casa corredato da relativo centro di allenamento possibilmente funzionale, un Montepremi adeguato ad un numero di addetti che ormai non è più concepibile e vorrebbero altresì che l’amministrazione funzionasse pure bene. Vanno fatte scelte e se non si ha la capacità o la volontà di partecipare, allora bisognerà adeguarsi a subire ciò che altri hanno disposto per noi. Perlomeno però ci devono mettere i soldi. Invece qualcuno rimestando nel torbido avrebbe pure la pretesa della GOVERNANCE senza controlli e senza metterci un euro Forse non si è compreso bene che il pubblico negli ippodromi non ce lo riporti con qualche disposizione amministrativa, te li devi guadagnare così come i giocatori ai quali va presentata una offerta perlomeno decente.

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      Antonio Viani ha risposto:
      10 aprile 2017 alle 19:28

      In linea generale tutto vero, ma visto che i soldi (pubblici) sono anche miei, tuoi e di chiunque paghi le tasse, allora ESIGO che vengano gestiti bene e che non si debba aspettare 6/7/8 mesi per avere quello che ci spetta. O chiedo troppo?
      Mi aspetto che quanto stanziato venga assegnato in maniera corretta e verso scopi che il Ministero solo a parole dice di sostenere e incentivare.
      Quindi, se il Ministero non ha idea di come muoversi (mi pare evidente) torni, come nel passato, a fare il controllore e lasci a gli ippici la gestione del comparto. Certo peggio di oggi è impossibile fare. Quando esisteva l’Unire certe boiate tecniche non si vedevano.

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        Benedetto Di Giulio ha detto:
        11 aprile 2017 alle 11:07

        Dr. Viani, il suo commento e le sue valutazioni circa l’ultima sortita del MIPAAF mi trovano come sempre d’accordo su praticamente tutta la linea. Devo segnalarle però che quel documento, per la sua lunghezza e per la sua intrinseca limitata possibilità di essere compreso, e il conseguente suo commento forse lo avremo letto in non so quanti …..comunque pochi. Nel senso che la sua capacità di analisi, qui si a 360°, temo non potrà essere largamente apprezzata, purtroppo. Pertanto in questo caso mi limiterò come ci capita spesso di fare, a contribuire con una modesta idea, trattando in modo parcellare all’interno del suo commento che analizza tutti i 360° dell’argomento. Ritengo un punto fondamentale che non si sommino gli effetti negativi dell’operato di MIPAAF ed IPPODROMI, perchè se è vero, come è vero, che l’Istituzione non è tecnicamente in grado di gestire il comparto è altrettanto vero che non è alle viste un sostituto privato che abbia dimostrato di avere capacità e mezzi per fare meglio. L’idea è la seguente: fare pressione sui social, affinchè le ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA presentino ognuna un dettagliato piano operativo, il quale partendo dalla precisa conoscenza delle risorse a disposizione, declini secondo la propria visione particolare un progetto esecutivo. Altrimenti si rinuncia alla rappresentanza in quanto non in grado di svolgerla attivamente. Credo si potrà incidere positivamente.

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    Antonio Viani ha risposto:
    11 aprile 2017 alle 17:28

    Credo che sarebbe un’ottima idea da parte delle Associazioni di fornire una sorta di decalogo che faccia da base per ogni possibile riforma. Una piattaforma che possa mostrare come ogni Associazione vorrebbe l’ippica. Sono molto confidente che vedremmo molti punti in comune tra le varie Associazioni di Categoria, ma forse anche alcune sorprese.

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    DerbyWinner ha detto:
    19 aprile 2017 alle 17:03

    […] poco tempo addietro nel decreto che stabilisce i criteri di redazione del calendario (leggi QUI) – di programmare quotidianamente convegni di sole 6 corse. Questa decisione ha portato la […]

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