4 proposte per un settore in crisi!

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many small light bulbs equal big oneUn appello al WWF: tra le specie a rischio estinzione vanno inseriti anche allevatori e proprietari ippici.

Fuor di battuta, il pericolo è reale. Il solo galoppo ha perso negli ultimi anni decine di allevamenti importanti e molti altri hanno drasticamente ridotto il numero di fattrici.
Sul versante dei proprietari non stiamo certamente meglio. Facciamo un veloce test: trovatemi almeno dieci scuderie con più di dieci effettivi in attività che non siano di proprietà, più o meno palese, di allenatori o che non siano la forzata valvola di sfogo di una società di allevamento, è difficile trovarne più di cinque o sei e sono largo.
Questa situazione drammatica è comprovata anche dai risultati delle aste che vedono da anni numeri molto bassi in offerta – quest’anno passato un filo meglio, ma certo siamo sempre lontanissimi non solo dai concorrenti europei, ma dagli stessi numeri delle nostre aste di qualche anno addietro – e una domanda ridotta al lumicino che porta a prezzi bassissimi, spesso sotto lo stesso costo di monta del puledro.

Finora di rimedi per cercare di invertire il trend non ne sono stati presi. Le Istituzionimipaaf hanno deciso di concentrarsi sugli ippodromi e sulle loro necessità, infatti negli ultimi venti anni chi davvero ha goduto di aumenti nelle risorse a disposizione (oppure minori tagli) o ancora di condizioni di favore, sono stati unicamente loro.
Da un lato va indubbiamente riconosciuta alle società di corse una capacità di fare lobby che le due categorie suddette non hanno, ma ritengo che la loro visione egoistica sia miope e li porterà al fallimento (quantomeno ippico) nel breve periodo.

Nelle ultime settimane, a fronte del consueto immobilismo istituzionale, sui social sono aumentate le richieste di trovare soluzioni “pro-ippica” e proprio in quest’ottica cerco di condensare qui di seguito, molto stringatamente, le linee guida di alcune mie proposte.
Non sono ovviamente le uniche attuabili, ma queste potrebbero dare un sicuro aiuto. Come sempre attendo vostri commenti e proposte ulteriori.

“… Riformare il programma tecnico…”

Il primo degli interventi a supporto è un mio cavallo di battaglia da sempre ed è anche relativamente semplice da porre in essere, perché non necessita di investimenti aggiuntivi e basta solo volontà e intelligenza (magari esistesse a certi livelli…), parlo della necessità calendardi una profonda revisione del programma tecnico. Mettere mano al calendario, riducendolo e ottimizzandolo, servirebbe grandemente per tornare a premiare i prodotti che davvero lo meritano e cercare così di ricompensare i proprietari e gli allevatori più capaci.

Alcuni osservano, per fortuna si ha la forza di discutere ancora, che bisogna dare spazio anche ai più piccoli e una contrazione nei numeri dei convegni li metterebbe in difficoltà. Credo, in tutta onestà, sia vero proprio il contrario, perché un piccolo proprietario con un solo buon cavallo vedrebbe, dopo la revisione del programma, aumentare di molto le possibili vincite a parità di corse disputate – la natura dell’atleta cavallo ci dice che non esiste un legame di proporzionalità tra l’aumento delle corse disponibili e il numero il numero di corse che lo stesso può correre – e idem accadrebbe per un piccolo allevatore con poche, ma buone, fattrici. Rovesciando il discorso invece sarebbe più problematico per i grandi complessi poter suddividere i loro tanti effettivi su meno corse e sarebbero costretti a scontrarsi tra di loro molto più spesso, con il risultato aggiuntivo di vedere corse più avvincenti e più remunerative per il gioco.

“… Detrazioni fiscali come in edilizia…”

Un’altra soluzione, questa lo ammetto più ardua da implementare, richiedendo un investimento supplementare da parte delle Istituzioni pubbliche, si ricollega a un mio articolo di inizio gennaio dove parlavo di un incentivo al comparto sotto forma di detrazione fiscale legatabonus-puledri all’acquisto dei puledri.
Allargando il campo d’azione a tutti i cavalli, lo schema da seguire sarebbe simile al bonus ristrutturazioni esistente nel settore edile.
Il bonus lo potrebbe detrarre, dalla dichiarazione o in bilancio, chi acquista (persona fisica o società) un cavallo. La misura della detrazione potrebbe essere compresa in una forchetta tra il 40-60% del costo di acquisto, con un limite massimo per prodotto da definire.
A seconda della tipologia di cavallo acquistato, puledro, cavallo già in pista o fattrice, la percentuale sarebbe più o meno alta, più elevata nel caso di puledro e fattrice (dobbiamo incentivare entrambi gli acquisti) e inferiore negli altri casi. Tale somma detraibile sarebbe suddivisibile su più anni, da 4 a 6 anni, un arco temporale legato alla tipologia di cavallo acquistato.

Tutto questo porterebbe nel brevissimo periodo a un aumento di almeno il 20-30% del valore dei cavalli venduti per l’incentivo a poter detrarre una somma cospicua e sarebbe un grandissimo impulso all’emersione del famigerato “nero”.
Inoltre, potendo detrarre, è probabile che un proprietario sia disponibile a spendere una somma maggiore potendo in un anno o poco più recuperare quanto anticipato prima, quindi magari prendere un cavallo più costoso oppure acquistarne due al posto di uno.
Una soluzione capace di innescare un volano utile ad attrarre nuovi proprietari e nel contempo aumentare la nostra produzione nazionale.

Il bonus verrebbe dato solo a chi è soggetto fiscale italiano e solo nel caso di acquisto di prodotto italiano, perché verrebbe concesso dallo Stato italiano che non può per definizione finanziare agricolture estere.
Perché darlo agli ippici e non ad altri settori in crisi?
Perché siamo un settore non solo in crisi enorme, ma anche collegato a doppia mandata con l’agricoltura, che lo Stato dice sempre di voler preservare e incentivare (vedi le ultime dichiarazioni del Ministro Martina). Ancora, siamo un settore labour intensive che andrebbe in ogni modo tutelato visti gli allarmanti tassi di disoccupazione attuali, soprattutto giovanile.

“… Imposta di scopo per finanziare il montepremi…”

ammontare-soldiUn ulteriore aiuto sarebbe un implemento nell’ammontare del montepremi a disposizione. Dai meno di 100 milioni, trotto e galoppo, odierni si dovrebbe giungere almeno a 120 milioni (non chiediamo certo il ritorno a livelli pre-crisi), quota minima per vedere effetti concreti su allevatori e proprietari.
Questo aumento di circa il 20% rispetto al 2016, combinato con quanto sopra, riforma del programma e detrazioni fiscali, potrebbe rappresentare un impulso forte, con i proprietari incentivati a investire e gli allevatori ad aumentare qualità e numero di fattrici.
Ovviamente perché questo accada non si dovrebbe trattare di una misura una tantum ma di una base sicura su cui contare per almeno un quinquennio.

Il vero dilemma in questo caso e nel precedente (detrazione fiscale) è come fare ad ottenere dalla Politica un simile investimento?
In aiuto potrebbe venire l’imposta di scopo, già accennata da alcuni esponenti quali il Dottor Sandi, ex Amministratore Delegato di SNAI e oggi allevatore e proprietario.
Prende le mosse, seppur da punti di partenza differenti, da quanto già approvato a suoluca-zaia-1030x687 tempo dal mai abbastanza rimpianto ex Ministro dell’Agricoltura Zaia che aveva stabilito un forfait, quindi un ammontare fisso e non una percentuale, a favore del montepremi ippico.
La tassa di scopo, che dovrebbe, in maniera molto semplicistica, essere una percentuale su tutti i giochi da devolversi all’ippica, avrebbe la funzione di mettere in sicurezza la parte economica del settore, consentire a tutti gli attori di poter programmare con un minimo di sicurezza in più sul futuro e ottenere i  vantaggi appena elencati.

“… Riduzione dei costi delle scuderie…”

Per ultimo, suggerisco una riforma che da tempo andrebbe attivata e che porterebbe significative riduzioni di costi per le scuderie, ovverosia la modifica del regime fiscale dei lavoratori ippici, da operai dello spettacolo a operai agricoli.
idea Light bulb icon on wall texture background designQuesta modifica, abbastanza logica se consideriamo l’ippica attività agricola, consentirebbe forti risparmi per i proprietari e sarebbe un incentivo anch’esso ad aumentare il numero di cavalli di proprietà.

Come vedete, in poche righe abbiamo elaborato quattro proposte concrete e fattibili, alcune anche con costo zero per la collettività. Tutte andrebbero ad impattare in maniera decisiva sul settore e aiuterebbero sostanzialmente l’intero comparto.
Coloro che sanno solo criticare senza proporre mai nulla troveranno da ridire anche su queste proposte con mille scuse. L’unica mia risposta a loro deriva da un proverbio:“non esistono ostacoli troppo grossi, ma solo motivazioni troppo piccole”.
Noi il nostro contributo continuiamo a fornirlo, speriamo ci sia da parte delle Istituzioni (Politica e Categorie) altrettanta volontà di discussione e approfondimento.

Antonio Viani@DerbyWinnerblog

Un pensiero riguardo “4 proposte per un settore in crisi!

    […] da quegli incentivi fiscali che avevo proposto non più tardi di qualche settimana addietro (Leggi QUI). Vi furono commenti positivi e non, e magari coloro i quali erano allora contrari adesso si […]

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